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Silma
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Inserito il - 27 novembre 2011 : 14:28:11  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Me lo chiedo spesso, quando puoi fdarti davvero e quando no...di solito, tendo ad aiutare sempre le stesse associazioni, che conosco e con cui c'è una specie di tacito patto di fiducia (a casa mia è tradizione aiutare la ricerca contro il cancro o l'ail e un paio di altre), sperando che sia ben riposta.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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AmonSûl
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Inserito il - 27 novembre 2011 : 17:18:48  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aggiungo che il bene che fai non deve dipendere (non dovrebbe) dalla bontà dei destinatari. Se ti tradissero non dovresti smettere di essere generosa...

Dico questo perchè molti nel campo del volontariato dicono "non so dove finiscono i soldi quindi non do niente" oppure tutti gli insulti che, facendo la colletta alimentare all'epoca della missione arcobaleno, ci siamo presi come scusa per non far nulla.
Il discorso si potrebbe allargare a moltissimi altri campi in cui la gente parte dai cattivi esempi ed arriva a non far nulla... nel campo della religione, della politica... ecc.

quando mi propongono nuove iniziative tendo anche io a fare come silma... rispondo che seguo già alcune associazioni che conosco. se queste tradiranno la mia fiducia (una è difficile, dato che è mia ^_^) allora mi sposterò su altre...

comunque credo ci siano di sicuro associazioni di volontariato truffa, che hanno come solo obbiettivo di spillarci dei soldi... ho visto troppe stranezze in alcune di esse...

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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Silma
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Inserito il - 26 novembre 2014 : 16:51:31  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Qualche tempo fa ho fatto una riflessione sui volontari per l'Africa che si incavolano con quelli dei canili e viceversa, quelli che si lamentano dei soldi che vanno in Nigeria invece che alle famiglie italiane bisognose, ospizi contro orfanostrofi eccetera eccetera, come si creino campanilismi per i "propri" ultimi e gerarchie di chi vada aiutato di più e per primo.

Oggi ne propongo un'altra. Siamo ormai nel periodo natalizio, e come sempre, sotto lo slogan "a Natale siamo tutti più buoni", ovunque vai c'è qualcuno con pettorina e blocchetto per le offerte, ora di un genere ora dell'altro. Non solo, ci sono, come d'estate, le esplosioni per la campagna di ricerca volontari in questa o quella organizzazione.
Ora, c'è qualcosa che a me rodeva già ai tempi in cui facevo volontariato all'università per i ragazzi erasmus, e che più cresco più guardo sfavorevolmente. Il fatto che chi fa il volontario è pieno di amore e compassione e dedizione per gli ultimi (i "suoi", sempre, vedi sopra), ma sembra che a questo si contrapponga molto spesso un atteggiamento duro, se non addirittura di disprezzo, nei confronti di quel resto del mondo che ha due colpe fondamentali: 1) non fare il volontario nella stessa causa, 2) non sostenere la causa del suddetto volontario con la prontezza o la generosità che ci si crede in diritto di pretendere da lui.

Ora, ci sono alcune cose in questo atteggiamento che non mi vanno giù. Primo, il volontariato è di sicuro una bellissima e onorevole cosa a cui dedicare il proprio tempo, ma, domanda: se tutti ci occupiamo degli estranei, alle nostre famiglie chi pensa? E lo dico guardando anche molto semplicemente casa mia. Mamma ha un fratello carabiniere e una sorella suora missionaria; uno è servo dello Stato, l'altra degli ultimi in Africa. Benissimo, ma l'accudimento dei genitori anziani è ricaduto in esclusiva su mia madre e suo marito e i suoi figli. E non lo dico come critica, è solo lo stato di cose, che forse a volte sfugge. Le loro sono scelte di vita, e anche quella del volontariato "preso sul serio" lo è. E parlando di figli, ci risiamo: la mia gemella è volontaria legambiente, il che dimezza, se non di più, il tempo già scarso che le lascia libero il lavoro, ed è per questo che il suo contributo in casa, soprattutto in casi complessi come quando nonno stava male o adesso le ripetute degenze di mamma in ospedale, è esiguo per forza.
Altro esempio: quando ci fu il terremoto, ci furono dei volontari della protezione civile che si lamentavano di essere in pochi a venire da alcune regioni. Uno di questi si vantava del fatto che quel giorno era il compleanno dei figlio, ma lui era lì ad aiutare i terremotati. Certo, tuo figlio scriverà dei gran bei temi di quanto è bravo suo papà... ma non è che, forse forse, come i figli dei soldati, anche senza dirlo prferirebbe averlo con sé, invece che fuori a salvare il mondo?

Ho fatto esempi semplici, ma potrei citarne qualche altro migliaio, tra conoscenti, volontari incontrati in giro e la qualunque.
Non è che a volte il volontariato dà alla testa? Che ci si sente così generosi del proprio tempo, da diventare come i filantropi di Dickens, "Sii benedetto, e va' al diavolo!"?
Sul serio. Come tanti volontari che parlano e hanno nei termini e nella voce una sfiducia abissale nell'uomo, perché "c'è tanto egoismo in giro"... Prego, ma voi di quante delle persone che incrociate o fermate ogni giorno conoscete le storie? Certo, sapete quelle dei poveri che vengono alla mensa, dei bambini malati in orfanotrofio, del villaggio in cui passate settimane e mesi, del barbone a cui andate a portare la coperta e il pasto caldo... Ma che ne sapete se l'uomo che vi fa un gesto brusco quando provate a fermarlo e passa oltre lo fa non perché è un misantropo, ma perché ha la mente oberata da come arrivare a fine mese e far continuare a studiare i figli? Che ne sapete se il ragazzo che vi dà solo pochi spicci non è come la vedova nel tempio, che dà poche monetine perché non ha altro? Che ne sapete se la ragazza che rifiuta con un mezzo sorriso imbarazzato quando le chiedete di arruolarsi nelle vostre file, lo fa perché lavora per mantenersi fuori sede fa tre lavori in nero e studia di notte? Quanto sapete degli sconosciuti a cui lanciate i vostri sguardi accusatori?

Sinceramente, credo che a volte chi si assume questo tipo di missione debba riflettere, prima di guardare gli altri con cinismo o delusione o addirittura disprezzo. Non tutti abbiamo la stessa vocazione, non tutti abbiamo gli stessi limiti, le stesse abilità, le stesse potenzialità, lo stesso tempo, e non tutti possiamo o vigliamo sottrarlo a qualcosa d'altro che è il nostro contributo al mondo, che siano i figli o l'azienda o un parente solo, perché, ripeto, quel che è visto come egoismo, spesso è solo pensiero e opera e amore distribuiti in un'altra direzione. E non c'è niente di male in questo. Magari gratifica anche meno. Ma chi è un uomo per giudicare un altro uomo?

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Inserito il - 27 novembre 2014 : 00:05:42  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io sono uno di quelli probabilmente a cui accennavi nella prima riga. Con un enorme distinguo: quando si tratta di aiutare le persone qualunque causa va bene, orfanotrofi, ospedali, ospizi, Africa o Asia... Mi incazzo invece (e parecchio) quando mettiamo sullo stesso piano il canile, il gattile e la riserva delle farfalle con le persone... La natura insegna a noi (e a tutti gli animali) preservare la propria specie, prima delle altre... Se riusciamo aiutiamo tutti, di qualunque specie... ma con una preferenza per gli umani, per favore... altrimenti diventiamo meno umani... E su questo argomento non ho altro da dire per il momento.

Qualche piccola considerazione su quello che hai scritto.
- la cosa più importante: quello che hai scritto è un punto di vista molto interessante e dovrebbe essere letto da tutti quelli che bazzicano il mondo del volontariato. A volte anche questo può diventare una droga/ossessione facendo dimenticare cose altrettanto importanti e di fatto perdendo la propria natura. Si fa volontariato solo per rispondere al proprio bisogno di sentirsi appagati e questa è una forma (diversa) di egoismo. I volontari necessitano di formazione per evitare quei rischi che hai elencato.

- proprio grazie alla formazione si passa dal "fare volontariato" ad "essere volontario". Sei volontario come stile di vita: condivisione, attenzione agli altri (a tutti gli altri), mettersi in gioco in prima persona senza pensare "non è compito mio"-"ci penserà qualcun altro".

- di conseguenza capisci la verità della frase "il primo volontariato si fa in famiglia". Per quanto a me riesca difficile perchè faccio molta fatica in famiglia...

- però (e di questo mi accusano spesso) distingui questo: un conto è fare volontariato e giudicare chi lo fa in un altro ambito che il proprio orticello oppure disprezzare chi non fa volontariato... un conto invece è sostenere con forza (e forse questo viene visto come un atteggiamento giudicante) che lo stile del volontario e la ricerca del bene altrui è l'unica scintilla di felicità: chi pensa a sè stesso è visto come uno che non vive pienamente.. di egoismo ci si consuma. Che poi lo stile del volontario (scritto sopra) può benissimo essere applicato alla propria famiglia non c'è dubbio.

- la cosa importante di chi fa volontario è ricordarsi di non darsi pacche sulle spalle, di rendersi conto che non siamo i migliori o i perfetti, ma solo consapevoli che facciamo qualcosa per cui vale la pena spendere energia e amore. Io rompo sempre le palle a tutti con le iniziative a cui partecipano (sabato c'è la Colletta Alimentare, mi raccomando... [:))]), ma cerco di educarmi a non giudicare chi non fa... al limite penso che sta facendo una scelta sbagliata, ma non posso imporglielo :)

- proprio perchè non è perfetto può darsi che chi dedica la propria vita ad una causa non si accorga che c'è qualcosa di più importante (la propria famiglia). Magari occorre parlarne con l'interessato... Ma sei sicura che per tutti aiutare i propri genitori sia più importante che aiutare (che so) dei bambini di un orfanotrofio? Il bene va fatto ogni volta che se ne ha l'occasione (questo è lo stile del volontario) e l'equilibrio del dono di sé che si fa agli altri va trovato con i bisogni della propria famiglia. Di questo equilibrio fa parte anche chi, come te o tua mamma, sopperisce ai parenti distanti, permettendo loro di dedicarsi ad altro: se voi non ci sareste probabilmente lascerebbero le loro attività per rientrare a casa. Ma il vostro prendervi cura ha lo stesso valore che quello fatto in Africa, forse ha più valore se è fatto con accettazione di una specie di destino che vi porta ad accettare la situazione senza averla scelta.

- spero che quel figlio impari l'altruismo dall'esempio del padre e quando lui sarà a casa goda del suo affetto anche per i giorni in cui è stato lontano...

- essere volontari significa avere atteggiamento di ascolto verso tutti, anche quelli incrociati ogni giorno... ripeto: bisogna togliere il disprezzo da chi fa volontariato. E batterò molto su questo punto parlando ai volontari della Colletta Alimentare.
essere volontari significa comunque avere una preferenza per gli ultimi. La mia religione parla esplicitamente di "preferenza" per gli ultimi, i poveri. Questa parola spiega molto bene il senso...

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Inserito il - 29 novembre 2014 : 18:12:32  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
AmonSûl ha scritto:

Io sono uno di quelli probabilmente a cui accennavi nella prima riga. Con un enorme distinguo: quando si tratta di aiutare le persone qualunque causa va bene, orfanotrofi, ospedali, ospizi, Africa o Asia... Mi incazzo invece (e parecchio) quando mettiamo sullo stesso piano il canile, il gattile e la riserva delle farfalle con le persone... La natura insegna a noi (e a tutti gli animali) preservare la propria specie, prima delle altre... Se riusciamo aiutiamo tutti, di qualunque specie... ma con una preferenza per gli umani, per favore... altrimenti diventiamo meno umani... E su questo argomento non ho altro da dire per il momento.


E secondo me non ti dovresti incavolare [8)]. Perché le persone che si occupano degli animali pensano, e secondo loro a ragione, che occuparsi solo della propria specie sia una forma di egoismo, ed essendo noi quelli che "governano" in qualche modo la terra ne siamo anche responsabili. Alcuni, inoltre, vogliono fare qualcosa per il mondo, ma per carattere, storia o indole sono a disagio con le persone, e si dirottano su un tipo diverso di bisogni. Disprezzare questa cosa, lo dico in amicizia, è un limite mentale che crea ombre inutili [8)]


chi pensa a sè stesso è visto come uno che non vive pienamente.. di egoismo ci si consuma.


Sì, ma come già detto: come fai a sapere che una persona pensa solo a se stessa, perché non fa volontariato? E se fa un lavoro che cerca di migliorare il mondo? Un medico, un ingegniere, un ricercatore, un pompiere, e potrei continuare nella lista, lavorano per il mondo ogni giorno, e il fatto che siano pagati per farlo non li rende da meno di chi pratica "l'altruismo disinteressato", perché loro fanno già tantissimo per il resto dell'umanità.

Io rompo sempre le palle a tutti con le iniziative a cui partecipano (sabato c'è la Colletta Alimentare, mi raccomando... [:))]), ma cerco di educarmi a non giudicare chi non fa... al limite penso che sta facendo una scelta sbagliata, ma non posso imporglielo :)


Tu giudichi il prossimo più di quanto tu creda, Amon [8)] Lo dico perché trovo che davvero quello che fai con la Colletta o i bambini dell'orfanotrofio sia molto bello, ma viene rovinato quando, troppo spesso, esprimi quelle frasi così piene di cinismo e sfiducia e deprezzamento delle altre persone. Non conosci la vita né la storia di chi ti sta accanto, non vedi né tutto il male ma nemmeno tutto il bene che c'è nel mondo. Astenersi, a volte, è la più grande forma di rispetto, e anche la vera essenza dell'amore :-)

Il bene va fatto ogni volta che se ne ha l'occasione (questo è lo stile del volontario) e l'equilibrio del dono di sé che si fa agli altri va trovato con i bisogni della propria famiglia.


Sono d'accordo, ma ricordati che la nostra vita è limitata. Ogni azione compiuta toglie tempo a un'altra. Inevitabile fare una scelta... purché si sia consapevoli che quella scelta è stata fatta, e quel che noi omettiamo, qualcun altro dovrà prendere su di sé, o rimarrà non fatto. Quindi, nessuno di noi è più di qualcun altro, nessuna scelta ha più valore dell'altra :-)


spero che quel figlio impari l'altruismo dall'esempio del padre e quando lui sarà a casa goda del suo affetto anche per i giorni in cui è stato lontano...


Quello che io mi chiedo, Amon, è fino a che punto sia giusto. Un figlio, sei tu a metterlo al mondo. Quanto è giusto non esserci quando ha bisogno di te, che sia per condividere un sorriso, ricevere un abbraccio, parlare di un suo problema? Partire e aiutare dei perfetti sconosciuti è una cosa bellissima, ma sei sicuro di non togliere qualcosa di altrettanto importante a chi lasci indietro? Con questo non dico che chi ha famiglia deve pensare solo a quella, ma prima a quella, sì. Perché l'hai creata tu, e ha bisogno di te.

La mia religione parla esplicitamente di "preferenza" per gli ultimi, i poveri. Questa parola spiega molto bene il senso...


Sai che la tua religione è anche la mia, e con il mio padre spirituale ho più volte affrontato questa questione. La definizione di "ultimi", non credo sia scontata come si crede di solito. Si pensa agli emarginati, ai poveri, ai disagiati, agli abbandonati, orfani, vedove, persone sole... Sì, questo è palese, e sotto gli occhi di tutti. Ma sei così sicuro che il pacco di pasta donato a un affamato valga di più dell'affacciarsi alla porta di tuo padre stanco morto a fine giornata e portargli un caffè, chiedergli come sta? Che dormire in una tenda per portare medicine e cure ai rifugiati nel campo profughi sia un gradino sopra al fermarsi a fare due chiacchiere amichevoli con lo studente del piano di sopra che vive solo a chilometri da casa e amici? Faccio esempi banali, ma trovo che siano i più efficaci. Ci sono tante cose importanti nella vita e non tutte sono materiali. Non tutte hanno bisogno di legarsi a un'associazione e fare turni e mettersi magliette colorate e cartellini o prendere aerei con il sacco a pelo sulle spalle per essere compiute. A volte ho l'impressione che i volontari perdano di vista questo fatto con troppa facilità: vedono i grandi bisogni, i grandi poveri, i grandi ultimi, e diventano ciechi a "miserie" più piccole, forse, ma non meno dolorose. Quanti suicidi in meno ci sarebbero, se ci fossero meno persone lasciate sole? Quanti meno ragazzi avrebbero bisogno dei volontari nelle strutture di recupero, se qualcuno avesse prestato loro la dovuta attenzione prima che compissero un passo di troppo?
Pensa a questo: le grandi necessità non ci sarebbero, se ciascuno guardasse al suo fianco e tendesse la mano subito, lì vicino.

Una cosa voglio precisare: non dico tutto questo per deprezzare la bellezza del volontariato. Solo per fare notare che non è l'unica strada per aiutare il mondo, né l'unico esempio di altruismo, né l'unica via per il sorriso proprio e altrui. Fa parte dell'insieme, è un filo molto luminoso tra gli altri, ma sempre solo un filo tra milioni di altri, ciascuno con la sua tinta, la sua vita, la sua forza. [8)]

umilmente vostra
Silma

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Inserito il - 19 dicembre 2014 : 00:45:13  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
1 ... hai (volutamente?) saltato la frase "ma con una preferenza per le persone". D'accordissimo che siamo responsabili e custodi del mondo. Apprezzo quelli che si occupano ANCHE delle altre specie. Chi fa orecchio da mercante sui bisogni delle persone, dirottandosi su quelli degli animali (a cui teoricamente pensa già la natura), mi sembra come la madre a cui pesa occuparsi dei propri figli e preferisce fare da baby sitter a quelli dell'amica...

2 ... assolutamente d'accordo. Credo che stiamo dicendo la stessa cosa: è l'atteggiamento di cura che ci si mette nel fare le cose che dice se lo facciamo solo per noi stessi o se lo facciamo pensando anche al bene altrui. Se facciamo un lavoro che è utile al mondo, ma lo facciamo controvoglia... allora ha valore pari a zero.

3 ... credo di non essere una brava persona. Mi prendo la liberatà di guardare chi ho vicino e di pensare se le sue azioni potrebbero essere più utili a lui e agli altri; questo significa valutare con parametri miei ciò che so di quella persona. Non valuto la persona perchè lei è al di fuori della mia portata e del mio diritto, ma (come fa ognuno, dal primo istante in cui essere umani pensanti sono venuti in contatto) penso ad esempio "quello che sta facendo mi sembra una cosa utile e mi piace" oppure "mi fa tristezza quello che fa e secondo me non gli riempie il cuore". Accetto di essere giudicato cinico e disprezzante per questo... credo di riuscire a dimostrare (con il mio comportamento) alle persone che mi stanno intorno che non è così... Il mio faro in questo è una poesia di don Primo Mazzolari che dice tra l'altro "senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna"; non sono capace di seguirlo alla lettera, ma l'atteggiamento che mi guida è "invitare" chi non si impegna a impegnarsi in ciò che io credo sia una cosa bella e accettare chi non si impegna in ciò che riteniamo importante, magari capendo che si impegna in altro di importante o prendendosi la libertà di esprimergli la propria valutazione tra le due attività...
So di dover imparare ancora tanto... Ma le mie reazioni di tristezza in alcuni casi e di gioia in altri non credo vadano condannate più di quanto si possa condannare chi dice "fai un po' quello che vuoi, alla fine una cosa vale l'altra...".

4 ... ogni scelta è uguale? ma questa affermazione apre a qualunque esempio estremismo. Mi suonerebbe più accettabile dire che "l'importante è aiutarsi gli uni gli altri e poi ognuno sceglie il modo"... ma anche su questo farei parecchie distinzioni... rimarrei comunque nell'ambito "prima gli umani" quando occorre scegliere a chi togliere il tempo e a chi darlo... Questo credo che sia anche l'istruzione dataci da Dio o dalla Grande Madre Terra...
Aiuti i batteri a proliferare perchè così la loro specie è felice? ma no, diamoci dei limiti... Se incontri per caso in una terra sperduta un uomo e un cavallo che sono stati morsi da una vipera e tu hai la dose di antidoto per uno solo di essi condannando l'altro a morire... e mi dici che la scelta è identica... no grazie, per me è una cosa bruttissima. Pur pensando che tu sia una persona splendida, questa cosa per me è pessima. Così come è aberrante ciò che ha detto la ragazza di un mio amico un paio di anni fa: "Ah se mio figlio prende il gatto e lo buttasse giù dal balcone per cattiveria, non ci penso due volte: butto giù lui...". Certo, uguale...

5 ... ma non ci eravamo detti che era uguale?

6 ... credo di aver già risposto ampiamente sopra: l'atteggiamento conta. E il destino ci presenta delle possibilità di dare senso a certi istanti della nostra vita. Quindi ha valore quello che fai con chi ti è davanti in quel momento e a cui puoi dare qualcosa di bene. Punto. Più e meno credo che perdano un po' di importanza... Un volontario che vede a giorni alterni, probabilmente ha più egoismo che altruismo... ma non credo che stiamo parlando di queste persone... ma di chi crede che i modi per voler bene ce ne siano svariati, di chi cerca di usarli tutti quando ne ha l'occasione, di chi crede che il volontariato sia uno dei più belli e forse più pieni.

Uno dei progetti che stiamo portando avanti mira (in una sua sezione) a creare la cultura dell'ACCORGERSI... accorgersi della presenza di persone intorno a noi, accorgersi dei loro bisogni, accorgersi che con molto poco possiamo fare parecchio... le classiche gocce dell'oceano...

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Inserito il - 20 dicembre 2014 : 19:40:58  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
1) No, non l'ho saltata [8)] ma penso che non esista chi fa orecchie da mercante sui bisogni per e persone: semplicemente vede che c'è chi se ne occupa, e si dirotta sugli animali, perché pensa abbiano meno aiuto. Non ci si può aspettare che ai loro bisogni corrisponda la natura, quando i loro problemi, di estinzione, carestia, o pericolo siamo stati noi a crearli, che sia con l'inquinamento, o le tartarughe intrappolate nelle reti, o i cani randagi che senza l'irresponsabilità umana nemmeno esisterebbero [8)]

4) Non ho mai detto che sia uguale la scelta tra una vita e un'altra [8)][8)] ho detto che non si dovrebbero fare gerarchie sulla scelta DI vita della persona che fa volontariato. Come non si dovrebbe pensare che andare in Africa sia più importante e nobile e buono che occuparsi di un genitore malato. Ciascuno sceglie dove mettere in opera quelli che sono i propri specifici talenti, Massi, è di questo che sto parlando. Certo che dovendo scegliere in modo così brutale, l'anima mi spinge a salvare l'uomo, ma questo scenario sembra un po' il gioco bastardo che si faceva alle elementari, "se sei su una nave che affonda con tutta la tua famiglia e puoi salvare una persona sola chi salvi?" (e varianti simili). Non è di questo che stiamo parlando, mi pare, ma di impegni più estesi [8)]



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Inserito il - 20 dicembre 2014 : 21:12:32  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Una precisazione [8)] Non penso affatto che tu sia un cinico o una brutta persona massi, ti conosco da troppi anni per sbagliarmi così. Esprimo solo il mio dispiacere, con te come con altri, perché proprio lì dove dovrebbero essere le aiuole privilegiate della collaborazione e della fratellanza finiscono per spuntare troppo spesso atteggiamenti e reazioni che non aiutano il perseguimento di tali ideali. E in casi come questi, si rischia che il grano bruci con la zizzania di dicotomie e polemiche.
Parli dell'istruzione dataci da Dio: Matteo aveva lo stesso carisma di Pietro? Giovanni la stessa vocazione di Luca? Paolo le stesse attitudini di Maria? [8)] ciascuno viene creato con un disegno irripetibile e imperscrutabile. Ciascuno contribuisce a suo modo, talvolta nel segreto, talvolta scopertamente. Proprio perché l'essenziale del disegno individuale ci è nascosto, dovremmo valorizzare la differenziazione e sfruttarla perché, lavorando tutti insieme, si raggiunga quella pienezza del cuore e del mondo a cui aspiriamo.



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Inserito il - 23 febbraio 2015 : 22:02:50  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Riprendo un attimo il filo del discorso... perchè purtroppo non è vero che "c'è chi se ne occupa"... sarebbe bello, ma basta guardarsi un attimo intorno...

Certo, ognuno ha le sue attitudini e inclinazioni. Che ne so, probabilmente chi fa il giardiniere partecipa allo stesso disegno di chi si dedica agli anziani abbandonati... o chi dedica la propria vita alle tartarughe in via di estinzione...
con la consapevolezza che se dovesse scegliere saprebbe scegliere le persone... (e questa consapevolezza, lo senti e lo leggi anche tu ovunque, c'è, ma al contrario...)
con la coscienza di questo disegno, non di un'attività fine a sé stessa... che lo porta a non dire mai: "Non posso aiutarti, non vedi che mi occupo già di questi animali/piante/quello che vuoi...?"

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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03