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ultimo
Albero



Spiaggia libera


781 Messaggi

Inserito il - 28 settembre 2005 : 14:59:31  Mostra Profilo Invia a ultimo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da trilly


Ultimo non mi sento "particolarmente" offesa perche' ritengo che le offese debbano avere un motivo molto molto piu' importante di questo, ma il fatto di utilizzare un mio stato d'animo ed un mio momento difficile non ti autorizzano neanche a ironizzarci su come hai fatto. Io ho espresso una mia personalissima opinione che poi non sia da tutti condivisa non importa, non sono qui per ottenere consensi, dico la mia punto e basta.

In conclusione se avete da dire qualche cosa di "personale" ditelo utilizzando gli strumenti adatti.




Allora chiedo scusa per l'eccesso di ironia (come tu lo hai giudicato), che non voleva certo suonare come mancanza di rispetto.

Se ben leggi ho specificato che rispettavo le tue opinioni, anche se diametralmente opposte alle mie. (si fa così di solito, anche tra gente che non si conosce personalmente, vero? )

Non avevo e non ho nulla di personale da dire: off topic ci sono stato trascinato pubblicamente... e pubblicamente ( e malvolentieri ) ho risposto.
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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'è !


3022 Messaggi

Inserito il - 28 settembre 2005 : 16:29:44  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mallory, ti ringrazio per la stima e tutto il resto, ma vedi il confrontarsi su temi piu' disparati non e' per addivenire a lotte interne o per la serie "tu hai detto che io sono.... oppure tu sei cosi' perche' pensi questo o quello ecc... ecc.).

Quando si scrive e' difficile perche' non si sente il tono di voce e la dialettica della persona ma solo uno scritto che per quanto ben scritto talvolta non riesce a esprimere "compiutamente" uno stato d'animo....
Ora ti potrei dire che il mio stato d'animo in questo momento e' di delusione ma tu ovviamente non lo percepisci. Questo solo per far capire...

Certo ho detto che ero stanca e tutto il resto ma la mia stanchezza non e' momentanea ma dura da diverso tempo per problemi e pensieri vari che ho di famiglia e che qui non sto a dire; ecco da dove deriva la mia stanchezza, oltre al lavoro.
Detto questo spero si ritorni in topic visto che sono andata anche io ampiamente fuori.

Trilly

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
...Verba volant, scripta manent...

Modificato da - trilly in data 28 settembre 2005 16:30:37
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BiancaDama
Arbusto



515 Messaggi

Inserito il - 28 settembre 2005 : 17:04:11  Mostra Profilo Invia a BiancaDama un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In risposta al topic di gandalf
La tua osservazione è corretta e apprezzo sempre i tuoi modi.
Dove tu vedi incoerenza, io ti rispondo: la pubblicità è una delle molte leve del marketing.
Ciò significa che:
- alla pubblicità non si possono attribuire colpe che sono "del marketing" (dovrei dire "di chi usa il marketing in maniera scorretta" perchè il marketing è un soggetto astratto, uno strumento, e come tale può essere usato bene o male, ma vabeh, questo è un concetto rimarcato più volte e a cui mi avete costretto a rinunciare...). Sono "colpe" del marketing non attribuibili alla pubblicità: le politiche di prezzo (vd caso citato da Elly) le politiche distributive etc... (nb: è un discorso semplificato che non rispecchia in toto il mio pensiero, perchè su cosa è "colpa" e cosa non lo è ci sarebbe da discutere)
- la pubblicità è comunque connessa al marketing
La pubblicità moderna nasce più o meno in contemporanea col marketing moderno. Quando tu spendi dei soldi per creare un prodotto che abbia delle certe caratteristiche (che tu pensi possano essere apprezzate), beh... mi sembra legittimo che tu desideri che la gente lo sappia.
La marca nasce per riconoscere prodotti differenziati.
Il pack nasce per rendere immediatamente riconoscibile marche diverse.
Ma se la gente non conosce l'esistenza di una marca...la sua stessa esistenza non ha più senso (questo ha un po' a che fare col famoso albero che cade dall'altra parte del mondo...)
Lo scenario che ho tracciato è chiaramente un po' apocalittico. La presenza del prodotto di marca sullo scaffale sarebbe sufficiente a renderlo conoscibile. Ma nel mondo in cui viviamo, i fenomeni "marca" (con quello che ciò comporta, pack compreso) è indissolubilemnte legata all'idea di pubblicità.
la marca vive del mondo valoriale creato dalla pubblicità. Non è un nome e basta, è un mondo, un linguaggio, una visione del mondo, un "mondo possibile".
Sono immaginabili alternative, ma che realmente si verifichino... non lo considero possibile.

La pubblicità non serve per far vendere, direttamente.
La pubblicità serve per stimolare propensione all'acquisto. Per farti venire in mente che sì, quel prodotto lì lo potresti comprare. Se poi lo compri davvero oppure no dipende dal prezzo, da come è fatto il prodotto, dal fatto che lo trovi oppure no al tuo supermercato.
Il ricordo non è la manifestazione della finalità di vendere.
E' la finalità della pubblicità. La quale, ovviamente (?) è funzione della finalità di marketing.
La finalità di marketing è solo e unicamente vendere.
Sembra un gioco di parole inutile?
Se lo si guarda solo con l'occhio della morale sì.
Ma ha implicazioni enormi in termini di strategie, tecniche e teorie pubblicitarie.
Il pubblicitario, quando lavora, ha un obiettivo, che non è vendere, ma stimolare propensione all'acquisto, in una dimensione tutta mentale.
Questo influenza di molto il suo lavoro! (per dire una cosa banale: non c'è quasi mai nella pubblicità l'invito diretto all'acquisto, il riferimento al prezzo etc...)

In risposta al topic di trilly.
Trilly... mi hai frainteso.
Mai ho voluto giudicare la morale altrui.
Mai ho voluto dire che farsi guidare dalla propria morale sia sbagliato.
Quello che volevo dire è che esprimere dei giudizi su una cosa che non si conosce solo ed esclusivamente basandosi sulla morale non ha senso. Qualsiasi strumento è inadeguato a giudicare qualcosa che non si conosce. non conoscendo, tu non dai alla tua morale tutto ciò di cui avrebbe bisogno per dare un giudizio consapevole. (è un tu generico che si applica ad un discorso generico)
E' come se tu dicessi che l'aborto è crudele perchè fa soffrire il feto. Se l'aborto facesse soffrire il feto, il tuo giudizio, che è squisitamente morale, sarebbe giusto. Ma poichè l'aborto non fa soffrire il feto, il tuo giudizio (l'aborto è crudele), figlio di una morale condivisibile (gli esseri viventi non devono soffrire) sarebbe comunque errato, perchè basato su premesse sbagliate.
E questa discussione, dal mio punto di vista, sta andando così.
Io non ti sto dicendo che gli esseri viventi devono soffrire. Io ti sto dicendo che l'aborto non fa soffrire il feto. E tu continui a non sentire quello che io dico e a rispondere che gli esseri viventi non devono soffrire.
La metafora della bussola mi sembrava azzeccata.
La morale è una bussola, che sicuramente ti porta nella direzione giusta, ma se non hai una mappa puoi non sapere che la strada da prendere, per andare in quella direzione giusta, è un'altra.
E' più chiaro così?
Tirare fuori il fatto dell'età mi sembra non c'entri nulla. Non è andando al supermercato che si impara come funziona la pubblicità.
Tirare fuori quanto ne so io mi sembra scorretto, perchè mai ho affermato di sapere tutto. Spererei, però, di aver dimostrato che so qualcosa, che è sempre meglio di niente.

________________________
C'è, tra le nuvole di un sigaro, la voce di uno zingaro che un giorno di gennaio gridò C'è, o almeno credo ci sia stato, un fedelissimo soldato che per sempre quella voce cercò e che diceva...
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ultimo
Albero



Spiaggia libera


781 Messaggi

Inserito il - 29 settembre 2005 : 09:52:38  Mostra Profilo Invia a ultimo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sono abbastanza d'accordo sui due "ovvero"...[:))] con qualche distinguo.

Ovvero1: quello da te descritto (almeno nella nostra realtà) mi sembra più un consumatore pigro che uno medio... comunque in quello scenario penso vada come dici tu.

Ovvero2: continuo a credere che (salvo le eccezioni che non sono il Target della pubblicità) non si compra qualcosa che non ci serve solo perchè la pubblicità è fatta bene. Se nascono bisogni non "autentici" cerchiamo le cause altrove (discorso lungo ovviamente sulla società...). Poi sarà vero che c'è l'effetto di amplificazione, ma amplificare zero dà in uscita sempre zero (se mi ricordo bene Elettronica Applicata...[:))] )

Per la puntualizzazione: fa più danno la pubblicità delle suonerie: centinaia di euro al mese se l'adolescente ci casca e non ha il senso del denaro...altrui, con cui oggi, se vogliamo si potrebbe comprare un'auto.

Saluti a tutti.

Modificato da - ultimo in data 29 settembre 2005 09:53:33
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mallorysnow
Fuscello




430 Messaggi

Inserito il - 29 settembre 2005 : 10:11:21  Mostra Profilo Invia a mallorysnow un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da trilly

Ora ti potrei dire che il mio stato d'animo in questo momento e' di delusione ma tu ovviamente non lo percepisci. Questo solo per far capire...

Ti posso dire invece che l'avevo capito perfettamente?? [;)]

mallory
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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'è !


3022 Messaggi

Inserito il - 29 settembre 2005 : 10:53:50  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da mallorysnow

Citazione:
Messaggio inserito da trilly

Ora ti potrei dire che il mio stato d'animo in questo momento e' di delusione ma tu ovviamente non lo percepisci. Questo solo per far capire...

Ti posso dire invece che l'avevo capito perfettamente?? [;)]

mallory



e' un periodaccio ! E' iniziato gia' male l'anno e continua ma vabbhe' al mondo c'e' di peggio!

per ritornare in topic sono d'accordo con quanto dice Gandalf al punto 1, la pubblicita' fa soprattutto leva su persone che hanno scarsa conoscenza e soprattutto voglia di informarsi.



Trilly

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
...Verba volant, scripta manent...
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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'è !


3022 Messaggi

Inserito il - 29 settembre 2005 : 16:57:08  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Amon appena hai un momento di tempo aspetto anche un tuo parere!

Il post d'inizio verteva soprattutto sui contenuti errati di alcune percentuali, nel contesto voi controllate cosa c'e' scritto nelle etichette e se lo rapportare al prodotto che viene pubblicizzato sono veritiere oppure no?

Insomma se le tagliatelle c'e' scritto che usano polvere d'uovo ed invece nella pubblicita' ci sono le uova intere... come la mettiamo?

Trilly

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
...Verba volant, scripta manent...

Modificato da - trilly in data 29 settembre 2005 16:57:58
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ultimo
Albero



Spiaggia libera


781 Messaggi

Inserito il - 29 settembre 2005 : 17:11:37  Mostra Profilo Invia a ultimo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Gandalf
...
Sul consumatore medio si può discutere, ma a guardare le nuove generazioni figlie della pubblicità, compagna di merende della società, non è che mi convincerai facilmente ^__^




...ma io non volevo convincerti... [;)]


Modificato da - ultimo in data 29 settembre 2005 17:13:55
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balrog
Rossosaggio




Ireland


2052 Messaggi

Inserito il - 30 settembre 2005 : 10:56:39  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il web è proprio utile certe volte...si può tranquillamente chiedere i pareri alle persone senza bisogno di scomodarsi dalla sedia (e senza bisogno di autobus), si ha una capienza di svariate migliaia di persone di ogni ceto e cultura e assolutamente nell'anonimato così da avere la max.libertà di espressione.
Riporto cosa ho scritto e cosa ne ho ricavato.



Questa era il post di partenza (senza alcuna pretesa di professionismo nè altro che non sia pura curiosità)

Ho bisogno di un favore.
Ho bisogno di conoscere cosa pensate esattamente della pubblicità nei suoi vari aspetti...se la considerate invasiva oppure no, se la considerate veritiera opure no e quanto, se il codice di auto regolamentazine della stessa vi soddisfa, se vi informate sui suoi metodi, in quali campi la considerate nociva o innocua....insomma TUTTO ciò che ne pensate.
Lo so che è un campo vasto ma mi fareste un gran favore a considerare seriamente questa richiesta.
Insomma risposte da semplici fruitori, diciamo clienti e non professionisti.
Grazie della collaborazione.

RISPOSTE:

la pubblicità, così come ci viene imposta su reti pubbliche, private e a pagamento (sky) la considero invasiva e la evito.
Quando registravo un film.. la pubblicità la passavo a scorrimento veloce...
Inoltre coloro che sono preposti all'inserzione degli intermezzi pubblicitari non hanno nemmeno l'accortezza di inserirla negli appositi spazi appositi... il cambio di scena con oscuramento...
ci costruiscono i tempi comici di tutte le sit com e/o delle soap... ma in italia non lo hanno ancora capito....
.....................

Non acquisto quasi nulla che sia pubblicizzato...
Ma occasionalmente la considero informativa (lancio di nuovi prodotti).
Considero nauseabonde quelle pubblicità che operano a meccanismi scoperti... che fanno leva sul vuoto assoluto della gente che la subisce e che crede di poter essere qualcuno, solo perché indossa la determinata maglietta, guida quella macchina o (peggio di tutto in quest'epoca) possiede un gadget tecnologico destinato a divenatre obsoleto nel giro di un nanosecondo...
................................

Veritiera?
ma scherziamo?
.............................


Nociva?
A mio avviso non dovrebbero permettere la divulgazione pubblicitaria di prodotti per i minori di 18 anni...
E' agghiacciante vedere genitori in balia di figli infelici e insoddisfatti perché non hanno le lelly kelly...
.........................

Trovo che alcuni spot siano piccoli gioielli di creatività e di ironia...
Per esempio "The sculptor" quello della Peugeot 206... rimane a distanza di qualche anno uno dei miei preferiti... ma certo non mi è mai passato nemmeno per l'anticamera del cervello di acquistarla...
.....................

Sì, la considero molto invasiva, soprattutto quella televisiva e radiofonica.
.........................

Non la considero veritiera: mi sarà capitato forse 2 o 3 volte nella vita di riscontrare che il prodotto corrispondeva effettivamente a quanto pubblicizzato. Inoltre trovo che proponga modelli, situazioni e valori stupidi e affatto realistici
........................

No, il suo codice di autoregolamentazione non mi soddisfa (anche se confesso di non essere informata sull'argomento... giudico solo da quello che i media lasciano intuire): ritengo che molto spesso usi l'omissione e/o l'equivoco per sottintendere al potenziale cliente vantaggi che in realtà il prodotto non offre.
............................

Nel complesso la trovo quasi sempre importuna, noiosa, fasulla, melensa, retorica, abbastanza truffaldina e, perché no, un filino maschilista (ma non è certo il suo peggior difetto).
Ciò fa sì che praticamente non compri mai nulla sulla spinta emotiva pubblicitaria; anzi, forse per il fatto che la trovo irritante, mi avviene lo strano fenomeno che spesso ricordo lo spot o l'affissione ma non l'associo MAI al prodotto (che regolarmente dimentico!)
...........................

si può aggiungere inoltre che la pubblicità ha un costo non indifferente per i fruitori
...................

...se la considerate invasiva oppure no
SI
.................

la considerate veritiera ?
la domanda è mal posta, secondo me, ma la risposta è comunque non scherziamo !

.......................
il codice di auto regolamentazine della stessa vi soddisfa ?
Niente affatto.
se vi informate sui suoi metodi,
SI, ANCHE PERCHE' HO LAVORATO IN PASSATO NEL SETTORE
in quali campi la conisderate nociva...?
temo di non aver capito questa ultima domanda
...............................

Esistono ormai tanti tipi di pubblicità (o meglio di comunicazione) ognuno tarato sull'esigenza di chi la commisiona.
Attenzione quindi a non confondere la pubblicità con i soli spot tv e sopratutto a sottovalutarne l'utilità.
Per il resto mi fermo perchè sono in ....conflitto di interessi
............................

La pubblicità piu bella è quella del Campari
S T R A O R D I N A R I A !!!
Scusate la pochezza del mio intervento, ma sulle pubblicità non mi sento di dire altro
.....................

Io spero vivamente che questo sistema imploda prima o poi...
e chi possa ritornare a parlare di un'editoria seria piuttosto che di editoria solo ai fini di accaparramento di pubblicità...
questo tanto per non parlare sempre e solamente degli spot televisivi
.........................

Invasiva e falsa (bisogna pur vendere).
A volte può non essere nociva (quando mi informa del lancio di un nuovo prodotto), ma, comunque, la preferisco su carta stampata piuttosto che tv e radio.
Codice di auto-regolamentazione? Mah... però, mi sembra che le multe inflitte dall'Authority vengano pagate raramente..
...................

la maggior parte delle riviste sta in piedi solo ed esclusivamente perchè c'è la pubblicità e cerca di sopravvivere nonostante la concorrenza della tv, che raccoglie la maggior parte degli investimenti
......................

gli italiani sono un popolo di NON lettori e quindi, solo con le vendite edicola, pochissime testate starebbero in piedi (questione banalissima di costi produttivi e di distribuzione, poichè in Italia ci sono circa 30.000 edicole, il nostro paese è frammentatissimo e bisogna fare grandi tirature per distribuire ovunque; inoltre il sistema postale non consente un'efficacie distribuzione degli abbonamenti)
quindi non è una droga, ma è l'unico mezzo perchè tante testate possano sopravvivere
anche radio e tv (esclusa la rai con il canone) come potrebbero finanziarsi senza pubblicità?
(responsabile editoriale)
..................

(come risposta alla di cui sopra)

quando il metalmeccanico della fiat dice "sticazzi dell'ambiente! e del fatto che forse sia possibile produrre motori non inquinanti, se non vendiamo più le "punto" io vado in cassa integrazione e non posso mantenere i miei figli...".
e ciai ragione....
purtroppo è il sistema che è sbagliato!
.....................

a Marzia in particolare, dico solo che non è vero che la pubblicità, o la comunicazione come preferisco chiamarla, serve solo a far vendere di più. Ci sono diverse casistiche a seconda di quello che si comunica di come lo si comunica e del mezzo scelto.
Non associamo alla pubblicità solo quella dei giornali e delle riviste. Anche perchè forse siamo più "bombardati" da altre cose, come volantini, cartelloni stradali, telefonate, etc.
............................

ormai anche gli eventi culturali sono sponsorizzati, le ristrutturazioni dei monumenti, le piante in mezzo alle rotonde ecc.ecc.
c'è di peggio
......................

(come risposta)
beh questo dipende dallo sponsor. Certo se il concetto di sponsor è quello che si intende applicare alla ricerca universataria ........... hai tutte le ragioni.
.........................

La pubblicità per me?
A volte divertente, a volte -la maggior parte- meno.
Poco informativa e molto/troppo invasiva.
Poco centrata sul prodotto e molto di più sulle tette o sui jingle.
La pubblicità non pubblicizza, ma invoglia e troppo spesso induce.
Poi, in effetti, mi interessa molto poco se uno si compra qualcosa per sentirsi qualcun altro, o se davanti al televisore, con la madre, gioca a "ce l'ho!" con i prodotti come io giocavo con le figurine (fatto vero); mi interessa molto di più la tutela dei minori.
Poi quando penso alla pubblicità in cassetta!
..........................

La trovo nociva nel senso che essa si pone come unico fine l'incremento del consumo del prodotto a prescindere dalla potenziale dannosità del medesimo. E' infatti evidente che in campo pubblicitario (e non solo... ma questo esula dall'argomento!) la logica del profitto viene anteposta al benessere psicofisico del potenziale acquirente, facendo sì che esso trovi talmente irresistibili i richiami delle sirene pubblicitarie da non chiedersi affatto se il prodotto che la pubblicità lo spinge ad acquistare possa essere pericoloso per la sua salute.
..........................................

la pubblicità non si è mai data scopi "socialmente utili", ma è nata ed è stata sviluppata proprio ed esclusivamente per il profitto. Quindi, quando Valaraukar (cioè io NdR) mi chiede se la considero nociva, rispondo che potrebbe tranquillamente esserlo perché il problema della pericolosità effettiva o potenziale dei prodotti che lancia esula dal suo campo d'azione e dalla sua stessa ragion d'essere.
......................................


La pubblicità è, in sè, un contenitore-strumento utilissimo.
In senso lato, è un veicolo di informazione che consente di conoscere l'offerta nella sua interezza.
Se la pubblicità non esistesse, diversificare le scelte sarebbe oltremodo difficile. Se sono a conoscenza di un solo rivenditore di un certo prodotto/servizio nella mia zona, non posso che servirmi da lui. E fine della concorrenza, quindi.
L'assenza di pubblicità, quindi, è la migliore alleata dei monopoli di fatto.

Il discorso si complica quando dal "contenitore" pubblicità si passa al "contenuto" che, nelle sue varie forme di spot video, audio o su carta stampata, ritengo invasivo, quasi sempre eccessivo se non palesemente falso e mal regolamentato.
.....................................

Io mi occupo di una pubblicità particolare: le sponsorizzazioni. Non so se i dati che ho io possono esserti utili in una discussione.

Quello che posso dirti, sia dai dati che leggo, che da quello che vedo, che c'è una forte crisi nel settore, perchè vista la stagnazione economica i primi investimenti ad essere tagliati sono quelli in comunicazione.
Comunque Philip Kotler (il padre del marketing moderno) in! un intervista dell'inizio dell'anno, ha detto che le campagne in tv ormai non funzionano più (la setssa cosa è stata confermata da un'indagine di Italia Oggi). Spesso e volentieri si va sul video anche per levare spazio ai concorrenti (come fa tim, per esempio)
....................................

Sono malato di zapping quindi praticamente guardo solo la pubblicità, i video e blob....e più che farmi influenzare per la scelte d'acquisto del prodotto, ci trovo molti spunti per la musica, la moda, i modi di dire.....
................................

... se fosse per me , la pubblicità sarebbe morta e i pubblicitari sulle catene di montaggio ...
...............................



(NdR: continuo a trovare delle discrepanze significative su quanto da alcuni qui affermato.
Le risposte, se continueranno ad arrivare, saranno qui debitamente inserite....forse a differenza di quanto già scritto è meglio che sospenda qui)

balrog

Modificato da - balrog in data 30 settembre 2005 16:00:36
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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'è !


3022 Messaggi

Inserito il - 30 settembre 2005 : 11:34:26  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Balrog e' nuovamente una specie di inchiesta? [:D]

Se e' cio' che penso queste risposte lasciano tutte il tempo che trovano ed perche' non si possono sbilanciare in argomentazioni piu' profonde come sono state fatte qui in questo topic proprio perche' dove sono state inserite si "vive molto di pubblicita'" sia quella della carta stampata che quella legata alle libere professioni...

e forse argomentazioni piu' interessanti non potrebbero metterle proprio per conflitto di interessi, sarebbe come se io nella community della Rai parlassi di pubblicita'.... il risultato sarebbe questo....


^^^^^^
contento te.... piu' che un carboncino sembra un acquerello!!! per omogeneita' si parla di tutti i ceti dai piu' poveri e umili a quelli borghesi... ed e' solo, a ben vedere, tra la gente che incontri per strada che si possono avere le risposte piu' "vere" [:)]

^^^^^^


Trilly

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Modificato da - trilly in data 30 settembre 2005 12:00:05
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balrog
Rossosaggio




Ireland


2052 Messaggi

Inserito il - 30 settembre 2005 : 11:46:38  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
...direi che però danno "il clima" del pensiero della gente sulla pubblicità ...certo che vanno approfondite ma questo si può fare se si ha tempo...in tal senso resta quindi interessante seppur superficiale.....almeno per me....diciamo uno schizzo a carboncino di un quadro ad olio (sorrisi)

il campionamento qui è totalmente casuale, non si ha alcuna omogeneità nè di cultura nè di ambiente (come in effetti sarebbe nell'esempio da te portato)nè di ceto nè di pensiero politico
almeno nei limiti della mia conoscenza e del mezzo usato

poi, come sempre, ognuno lo consideri come crede...me ne son preso la briga solo per puro interesse personale e per portare qualche altro parere "esterno" alla discussione...

beh ...io ci ho provato con l'autobus Trilly....mica posso mettermi all'angolo della strada, mi ci vedi : "scusi signore ...non non le voglio lavare i vetri...no,non voglio venderle nulla...voreei farle un paio di domandine sulla pubblicità....sa per una discussione su un forum...."
non mi riconoscerei più di dieci minuti di vita

(sorrisi)

e poi , scusa, ma a voi proprio non va mai bene nulla...(sorrisi più grandi)

bal

Modificato da - balrog in data 30 settembre 2005 17:13:15
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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'è !


3022 Messaggi

Inserito il - 30 settembre 2005 : 15:36:46  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
"Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella m..... Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. (...) Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma."

Frédéric Beigbeder, ex pubblicitario, autore di "Lire 26.900"




Trilly

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Merry
Entino




Pepperland


1762 Messaggi

Inserito il - 23 ottobre 2005 : 17:25:09  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
A proposito di pubblicità con le donne!

Per strada e sotto le fermate dei bus c'è la reclame di una linea di lingerie, comincia per "T", "Tezin", "Tazin" qualcosa del genere, ehm...
C'è una tipa sorridentissima in intimo rosa sotto pigiamino celeste. E' bellissima, perfetta, stupenda... sembra una fata, un'elfa nera... ogni volta che vedo il manifesto resto ipnotizzato e rischio di andare a sbattere sui pali![:))]
Sono degli incoscienti a mettere questi cartelloni per strada, sono un pericolo costante per automobilisti e pedoni! [:o)] [:))]

H is for "hurry"
E is for "ergent"
L is for "love me" and
P is for "p - p - please, heelp!!"

Mitakuye oyasin!
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BiancaDama
Arbusto



515 Messaggi

Inserito il - 23 ottobre 2005 : 19:50:39  Mostra Profilo Invia a BiancaDama un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
tezenis! Uno dei miei negozi preferiti! Peccato che, anche entrata nei camerini, anche indossando il suo stesso completino, io continui a non assomigliare alla suddetta fanciulla... [;)][;)][;)]

(merry: se ti sei proprio innamorato la foto dei manifesti è anche nel sito della catena www.tezenis. qualcosa che non ricordo... [;)])

________________________
C'è, tra le nuvole di un sigaro, la voce di uno zingaro che un giorno di gennaio gridò C'è, o almeno credo ci sia stato, un fedelissimo soldato che per sempre quella voce cercò e che diceva...
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trilly
Laurelin




nell'isola che non c'è !


3022 Messaggi

Inserito il - 24 ottobre 2005 : 08:41:12  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
...e sempre a proposito di pubblicità una in particolare mi inquieta ed è l'ultima della citroen del bambino che diventa grandicello e si trasforma in macchina [:0]... non mi piace, visivamente può essere accattivante ma sinceramente preferisco la pubblicità della macchina che si trasforma in robot....

L'uomo macchina? o la macchina al servizio dell'uomo?
[:?]

Trilly

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
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BiancaDama
Arbusto



515 Messaggi

Inserito il - 24 ottobre 2005 : 12:36:13  Mostra Profilo Invia a BiancaDama un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
gandalf, te l'ho messa lì su un piatto d'argento [;)][:D][;)]

Trilly, non ho presente di che pubblicità parli e mi dispiace, perchè di solito le pubblicità di auto sono, tecnicamente le migliori, sono quelle dove di più si vede il "nuovo che avanza", sono quelle più riflettute e ponderate, di solito anche quelle dove si possono spendere più soldi.
Vi ricordate il "mi sposerai?" e la tipa che disegna un no con la macchina? Era favolosa: singolare inversione dei ruoli stereotipati uomo/donna.
La mia preferita è quella del papà che racconta di aver comprato l'auto per i diciotto anni di suo figlio...peccato che suo figlio avrà un anno al massimo, percui fino ai 18 è il papà che se la tiene [:D]
Queste cose sono singolari, perchè le auto sono (umh....sono state, dovrebbero essere)uno di quei beni per i quali i consumatori vogliono più informazioni oggettive (sicurezza, costi etc...), invece sempre più gli spot giocano sui valori, sull'ironia...
Avete fatto caso che oggi quasi tutte le banche e le assicurazioni fanno spot ironici e quasi per niente informativi? Questa roba è molto significativa, secondo me, per capire dove sta andando la pubblicità e qual è il rapporto che il consumatore intrattiene con essa.

________________________
C'è, tra le nuvole di un sigaro, la voce di uno zingaro che un giorno di gennaio gridò C'è, o almeno credo ci sia stato, un fedelissimo soldato che per sempre quella voce cercò e che diceva...
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Silma
Ent




Abruzzo


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Inserito il - 24 ottobre 2005 : 13:51:08  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da BiancaDama

Avete fatto caso che oggi quasi tutte le banche e le assicurazioni fanno spot ironici e quasi per niente informativi? Questa roba è molto significativa, secondo me, per capire dove sta andando la pubblicità e qual è il rapporto che il consumatore intrattiene con essa.




L'ho notato anch'io, ma credevo fosse naturale, visto che per quanto riguarda servizi del genere è sempre più prudente farsi spiegare tutto nei dettagli negli uffici appositi (esistono ancora vero?), visto che dare solo quello sprazzo d'informazioni che può entrare in uno spazio pubblicitario potrebbe essere fuorviante.

Ho trascurato per un poco questo topic ed ho perso le fila del discorso...ora rileggo un poco il tutto così forse riesco a rientrare nella dinamica della conversazione.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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BiancaDama
Arbusto



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Inserito il - 24 ottobre 2005 : 15:40:11  Mostra Profilo Invia a BiancaDama un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
umh... silma, la tua non è una brutta idea, ma secondo me il motivo vero è un altro.
I pubblicitari credono che (secondo me hanno ragione, ma non è opinione condivisa, come questo topic mostra in maniera esemplare [;)]) il pubblico non abbia realemnte bisogno di informazioni (quelle poi, come dici tu, se vorrà - e non è detto - le cercherà agli sportelli) ma di personalità.
Ci relazioniamo con gli oggetti come fossero persone.
E come devono essere le persone con cui ci piace avere a che fare?
Simpatiche, allegre, sorridenti. Indi, la pubblicità deve far apparire le cose simpatiche.
Vorresti tu avere degli amici seri e un po' noiosi, freddi? No.
L'assicurazione vuole essere tua amica, e quindi si pone così...

Vi faccio notare come, secondo i pubblicitari e i semiologi e gli psicologi e i sociologi, in ballo c'è una questione di identità.
I nostri amici sono quello che noi siamo, sono una parte importante della nostra identità.
Più o meno allo stesso modo (forse anche in modo più intenso) quello che compriamo fa pienamente parte di quello che siamo, di come ci percepiamo e di come ci facciamo percepire dagli altri.
Non è una roba così strana, a ben pensarci.
non ci si fa un'idea delle persone da quello che leggono?
Con le scarpe che indossano o con la marca della pasta non è una cosa diversa.
Con la differenza che il libro ha di per sè una forte identità, mentre la pasta non ce l'ha, per cui la pubblicità gliela deve dare.
Altra questione: questa personalità delle merci costruita a tavolino dai pubblicitari è davvero, come potrebbe sembrare, fittizia?
E' artificiale e quindi falsa e quindi se vogliamo un inganno?
Per me no.
Tutta la realtà è socialmente costruita, tutti i significati sono negoziati dai soggetti. NOn esiste un'unica realtà, la realtà è quella che vediamo, che percepiamo, non è fisica, è fenomenica.
Il significato della pasta è socialemnte costruito in modo non molto dissimile dal significato dell'aborto o del matrimonio.
Per mirare più bassi, il significato della pasta è socialmente costruito come quello di un abbraccio (non c'è un motivo reale per cui l'abbraccio voglia dire "ciao" o "ti voglio bene", è socialmente costruito. In altre culture potrebbe essere un segno di aggressività, no? Tipo "voglio battermi con te") o della stretta di mano (che significa "ciao mi chiamo x" ma in un'altra cultura immaginaria potrebbe voler dire "non ti devi avvicinare più che alla distanza del mio braccio")
Ultima questione: ci lamentiamo tanto che viviamo in un mondo materiale.
In realtà viviamo nel mondo meno materialista che sia esistito, perchè non compriamo merci, prodotti, cose, ma senso e significato.
Comprare un vestito non significa oggi "coprirsi perchè fa freddo" (uso funzionale del vestito), ma "io sono la persona a cui piace questo tipo di vestito". Si compra un'idea, in certi casi si compra il valore (comprando la gonna al mercato equo quello che voglio un'idea di me e voglio fare miei i valori dell'equo)

(vi ho un po' asciugato? [;)])

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ultimo
Albero



Spiaggia libera


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Inserito il - 24 ottobre 2005 : 16:57:42  Mostra Profilo Invia a ultimo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E'sempre un piacere leggerti...

[8D]
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Merry
Entino




Pepperland


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Inserito il - 24 ottobre 2005 : 19:45:02  Mostra Profilo Invia a Merry un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Molto interessante, Bianca Dama, soprattutto la parte sociale - antropologica.

Ho qualche dubbio, nel senso che più spesso compro il vestito prima di tutto perché mi serve un vestito, e per la sua funzione primaria... il colore e ciò che mi piace vengono dopo. Sì, può anche succedere che compri una camicia semplicemente perché mi piace, anche se non ne ho di troppo scolorite o consumate (ci passo anni, con un vestito), ma è meno frequente.

L'acquisto dell'idea e del valore è sempre presente nella consapevolezza di chi acquista, o può variare da prodotto a prodotto?
Se compro un giocattolo per mia nipote l'idea ed il valore sono sempre presenti: qualche costruzione di legno all' "equo", le bambole di pezza, i libri pop - up... insomma vorrei che mia nipote crescesse con un certo tipo di giochi piuttosto che con altri, quindi al mio acquisto viene data una certa impronta in quella direzione.

Ma la pasta... non m'importa che mi mostrino le famiglie che si abbracciano, o gli amiconi a tavola, se compro la pasta ho fame e basta! Be', magari per pubblicizzarla sono utili gli amiconi a tavola, ma il mio acquisto in sé ha tutt'altra idea primaria.

Uhm... intanto che scrivo mi sono ricordato che si può fare una pubblicità anche con questo... "ascolta la tua sete", era lo slogan di una bibita.

*** *** ***

A volte certi accostamenti possono rivelarsi controproducenti... la Sony ha ritirato la sua pubblicità della PlayStation in cui si vedeva un tizio con una corona in testa simile a quella di spine del Cristo: "dieci anni di passione". Ha scatenato un vespaio.... il valore da accostare non è stato quello giusto.

Poi c'è - orribile imho - il conto per ragazzi di una banca "clubba"... l'accostamento non funziona in quanto visibilmente artificiale e forzato, ho conosciuto ragazzi nell'ambiente hip - hop ed aerosol art che odiano quel marchio... anche perché "club" è un termine abbastanza estraneo al loro mondo. Forse vogliono far leva sui giovani che non ne fanno parte ma ne sono affascinati.


H is for "hurry"
E is for "ergent"
L is for "love me" and
P is for "p - p - please, heelp!!"

Mitakuye oyasin!
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Silma
Ent




Abruzzo


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Inserito il - 24 ottobre 2005 : 23:52:56  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sono daccordo con quanto dici Merry, io seguo quasi gli stessi meccanismi mentali, ma...ehm...a detta dei miei il resto del mondo non lo fa[:))], ma agisce piuttosto secondo i meccanismi esposti da BD.
Forse stiamo vivendo una nuova "pedita del centro", l'umanità confusa, persa in un vuoto di valori vecchi tenuti per anacronistici ed ancora incapace di mettersi daccordo sui nuovi che dovrebbero sostituirli, cerca l'identità attraverso le cose che l'uomo stesso costruisce, come se non fosse più l'uomo a darespirito e vita alle cose ma viceversa. In questa ricerca, si orienta naturalmente verso identità che offrono sicurezza, per simpatia di ciò che mostrano, perché trendy ed universalmente apprezzate, perché abbagliano ed illudono con la stereotipata felicità dei loro spot...

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 25 ottobre 2005 : 00:20:10  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Beh, il paragone con i libri è mooolto preso per i capelli... i libri non li indossiamo, li viviamo e ci fanno crescere... hai presente la citazione di <<se io do una mela a te e tu una a me avremo sempre una mela a testa, se tu dai un'idea a me e io una a te, ne avremo entrambi due...>>
Così gli amici...
Le idee e le relazioni fanno crescere e servono alle persone per scoprire chi sono, per capirsi...

La società dei consumi a mio avviso non spinge verso questo, ma ne fa un mezzo. Non c'è l'obbiettivo di essere sè stessi, ma essere "qualcuno". Nel passato la scelta forse non era neanche data... lo si era e basta... oggi si può scegliere e si propongono emozioni che non derivano da una persona sintonizzata su di noi, in empatia, ma da un filtro artificiale che cerca di interpretare la nostra sensibilità... una finzione di fondo che, per quanto stimolante possa essere la comunicazione pubblicitaria, mi sembra sempre come andare con una prostituta per provare amore... sai sempre che lei molto probabilmente finge... scusate il paragone forse fuori luogo.

Detto questo ci sono altri mille aspetti positivi... per altrettanti stimoli alla fantasia, alla mente, al pensiero, alla bellezza di certe immagini...

Solo che comprare senso e significato, a leggerla così è la cosa più stupida del mondo... perchè compriamo qualcosa che è gratis e cerchiamo altrove (forse perchè più semplice e apparentemente più fruibile) ciò che solo non allontanandoci, ma addentrandoci in noi stessi possiamo trovare. Non so in che direzione vada la società e la pubblicità da essa prodotta...


Chi compra al mercato equo per "sentirsi parte dei buoni" spero ci metta anche un po' di motivazione concreta...
Ciò che facciamo senza un miglioramento in noi stessi non serve a nulla...


E poi pensando alle banche che sono diventate amichevoli, degne di fiducia e umili operaie nella nostra vigna... io quella bacchetta gliela prenderei e poi lo legnerei ben benino sulle mani e poi la bacchetta gliela... ecco... Già avevo quei 60 kg di seno e idiozia anglofona che mi diceva che era tutto intorno a me... ora anche la banca mi costruiscono intorno...
LASCIATEMI IN PACE!!!! Se ho bisogno vi cerco io!!!!

^______^

PS Biddì, hai scritto un bel post... e cercherò magari di rispondere in maniera più decente... l'ho letto ancora troppo superficialmente forse...

CollevEnt [:381]
_________
"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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ultimo
Albero



Spiaggia libera


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Inserito il - 25 ottobre 2005 : 10:22:20  Mostra Profilo Invia a ultimo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da AmonSûl

... Non c'è l'obbiettivo di essere sè stessi, ma essere "qualcuno". Nel passato la scelta forse non era neanche data... lo si era e basta...


Sono d'accordo con un leggero distinguo: l'essere umano "positivo", anche se vincolato dal contesto (storico, sociale, etc...) in una categoria, prova sempre ad emergere, ad essere almeno un "primus inter pares", quindi non è un difetto cercare di essere "qualcuno": lo è cercare di essere il qualcuno che ti viene suggerito, e non quello che tu vorresti essere.
Citazione:
Messaggio inserito da AmonSûl
...oggi si può scegliere e si propongono emozioni che non derivano da una persona sintonizzata su di noi, in empatia, ma da un filtro artificiale che cerca di interpretare la nostra sensibilità... una finzione di fondo che, per quanto stimolante possa essere la comunicazione pubblicitaria, mi sembra sempre come andare con una prostituta per provare amore... sai sempre che lei molto probabilmente finge... scusate il paragone forse fuori luogo.


Amon, la prostituta non "finge": fa la sua parte per cui viene pagata. Non c'è inganno ( o chi va a prostitute è convinto di essere un grande seduttore? ). Se si cerca amore lo si cerca altrove. La prostituta fa sesso a pagamento.
E non c'è inganno ( a parte i casi perseguibili per legge ) nemmeno nella pubblicità: recita la sua parte, e tutti conoscono le regole del gioco. (come ha più volte cercato di spiegare BiancaDama : se si vogliono obiettività e informazioni comparate correttamente si compera Altroconsumo, non si guarda la pubblicità)
(Il guaio è quando fingono quelle che non sono pagate per farlo...[xx(][}:)][;)])
Citazione:
Messaggio inserito da AmonSûl
PS Biddì, hai scritto un bel post... e cercherò magari di rispondere in maniera più decente... l'ho letto ancora troppo superficialmente forse...



[:))] sono d'accordo ...
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ultimo
Albero



Spiaggia libera


781 Messaggi

Inserito il - 25 ottobre 2005 : 11:33:42  Mostra Profilo Invia a ultimo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Gandalf
x ultimo:
la pubblicità è come la politica: di parte. Noi siamo liberi di scegliere se crederci oppure no, però in entrambi i casi ci sono delle conseguenze politiche per l'uno, economiche per l'altro.


Perfettamente d'accordo.
Citazione:
Messaggio inserito da Gandalf
Quindi non liquiderei la faccenda considerando la pubblicità alla stregua di uno spettacolino divertente e innocuo.


Infatti non l'ho mai detto...(e nemmeno BiancaDama, mi pare)
Citazione:
Messaggio inserito da Gandalf
E non me la sentirei di affermare che la pubblicità non finge visto che si è detto finora che crea significati fittizi per prodotti che un significato non hanno.



Continuiamo a non volerci capire ? [:))] Mi sembrava che fosse stato spiegato (e accettato) il motivo per cui si costruisce qualcosa di artificiale attorno ai prodotti. Me se viene fatto nel contesto di uno spot di cui si conosce perfettamente il fine non è finzione fraudolenta... è un modo di trasmettere un messaggio.
Sarebbe vergognoso se in una trasmissione.. che ne so... come "Occhio alle spesa" che spiega alle massaie come fare correttamente gli acquisti si spingesse più un prodotto che un altro solo perchè il suo "vestito" o "significato" pubblicitario è migliore esteticamente.

[xx-(] che fatica, gente... ( ma chi me lo fa fare? [;)])
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BiancaDama
Arbusto



515 Messaggi

Inserito il - 25 ottobre 2005 : 12:32:06  Mostra Profilo Invia a BiancaDama un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
questa discussione mi piace... Grazie a tutti, perchè avete scritto cose interessanti!
Comincio dall'inizio (spero di arrivare alla fine, al massimo farò due puntate)
(nb: questa post non ha faccine perchè sto scrivendo su word pad, ma immaginate tante faccine sorridenti, perchè mi sento di buon umore...)

@Merry.
"più spesso compro il vestito prima di tutto perché mi serve un vestito"
Ok, questo è verissimo. Ma hai a disposizione mille vestiti diversi. Fra questi mille, probabilemnte molti vengono esclusi perchè magari sono troppo costosi o semplicemente perchè non li hai visti in una vetrina. Degli x vestiti che rimangono tu probabilemnte scegli quello che più ti piace.
Ma quello che più ti piace è in realtà quello che comunica una certa immagine di te (sia a te stesso che agli altri)
"L'acquisto dell'idea e del valore è sempre presente nella consapevolezza di chi acquista, o può variare da prodotto a prodotto?"
Varia moltissimo da prodotto a prodotto.
Esiste una griglia (percy e rossiter si chiama) che distingue i prodotti in base al grado di coinvolgimento che suscitano e alla dimensione razionale o emotiva.
Quelli a basso coinvolgimento si chiamano prodotti commodity e per loro non c'è quasi niente da fare: nessun valore è associabile. Tipo: il sale.
Ci sono prodotti che tradizionalmente sono commodity ma a cui oggi si cerca di dare dei significati: la pasta diventa "italianità" i biscotti "genuità" un gelato "concedersi un piacere".
Chiaro che son valori spiccioli, ma si fa quel che si può... ;-)
La pubblicità riflette molto il posizionamento del prodotto nella grglia: ascolta la tua sete è un ottimo esempio ;-)
(altri ottimi esempi sono le pubblicità dei biscotti mulino bianco)

@Silma
Ci hai preso. Il punto è che tu, in base ai tuoi valori, la vedi come una cosa negativa.
Io, in base ai miei valori, la considero una cosa positiva.
I valori dogmatici sono andati persi, non ci sono più pensieri forti, oggi ognuno è libero di scegliere i suoi valori.
Ovviamente la cosa ha conseguenze enormi e io l'ho molto semplificata.

@amon: il tuo post è più difficile
"Non c'è l'obbiettivo di essere sè stessi, ma essere qualcuno"
Vero e falso. Falso perchè tu consideri "sè stessi" come un'entità data e predefinita, mentre invece non è così.
Non esiste una me stessa a priori, esistono molteplici sfaccettature di una personalità che io costruisco giorno per giorno con quello che faccio, quello che penso, quello che leggo e anche, ovviamente in maniera minore, con quello che compro.
Chiaramente quello che compro si adatta a quello che penso e sono, ma allo stesso, in una specie di spirale che si autoalimenta, quello che compro contribuisce a quello che sono.
In questo senso la tua frase è anche vera: si cerca di essere quel qualcuno che vorremmo essere e che stiamo diventando, in un divenire senza fine, dalla nascita alla morte.
"compriamo qualcosa che è gratis e cerchiamo altrove (forse perchè più semplice e apparentemente più fruibile) ciò che solo non allontanandoci, ma addentrandoci in noi stessi possiamo trovare"
Niente è gratis, amon! Tutte le cose hanno un prezzo, che non sempre è di tipo economico.
Bisogna poi fare un distinguo fra valori. Ci sono valori "profondi" che la maggior parte delle persone non cerca nè trova nei consumi... questa questione è più complicata, ci devo pensare ;-)
In parte credo tu abbia ragione, ma non condivido il giudizio che dai a questo fenomeno. O meglio: sono d'accordo che le cose siano, in parte così, ma non sarei così severa verso questo fenomeno. E' lo stesso discorso che facevo a silma.
"il paragone con i libri è mooolto preso per i capelli... i libri non li indossiamo, li viviamo e ci fanno crescere"
Più ci penso, più il paragone con i libri mi piace.
In fondo, il libro cos'è? Un oggetto fatto di pezzi di carta. Il suo valore è tutto astratto e immateriale, è nel suo significato. Con i prodotti non è molto diverso. (ovviamente non vale per tutti i prodotti, anzi potremo dire che vale solo per certi precisi prodotti). Una ragazza che ha l'armadio che straripa, compra quella camicetta che le piace tanto per l'oggetto in sè o per quello che significa?
Quando compri un regalo, per esempio, è l'oggetto in sè o quello che significa?
In un certo senso, potremo anche dire che quando organizzi una cena romantica, non è la pasta in sè che compri...

@gandalf
"sono tutte costruzioni artificiose per far sembrare il prodotto ciò che non è, per renderlo appetibile e conforme ai gusti della gente quando invece non lo è"
Chiaro che in parte è una finzione.
Ti posso dire che, dal punto di vista di un pubblicitario, la pubblicità non cerca di far apparire un prodotto quello che non è, bensì cerca di valorizzare quello che un prodotto potenzialemnte è, magari in fondo in fondo.
Cerca di far apparire quelle caratteristiche che si sono pensate per il prodotto (a volte la realizzazione non è soddisfacente, ma questo è un altro discorso)
In ogni modo, le aziende di solito spendono molto di più in Developmente&research, cioè nel cercare di fare il prodotto che il pubblico vuole, che non in pubblicità.
E' più facile fare il prodotto giusto e valorizzarlo, che non fare quello sbagliato e cercare di camuffarlo!
"Non metterei nella stessa frase pubblicitari e sociologi"
mi stai diventando sinistrorso anche tu? ;-)
Chiaro che le finalità sono diverse (ma non ci giurerei: da chi sono finanziati secondo te i sociologi?), ma non mi sembra che c'entri nel discorso...
Inoltre, avere fini di lucro non significa automaticamente ingannare
"non lo faccio per apparire bensì per me stesso"..."ma non dicevi, BD, che la pubblicità che spingeva i consumatori a comprare certe cose perché fa figo, era morta negli anni '80? Ora dici che quello che si compra è lo specchio di quello che si è e di come si appare agli altri"
Umh... bisogna fare un distinguo. Negli anni '80 (io non c'ero neh...a me ste cose me le hanno racocntate! ;->) si comprava per apparire fighi, per lo status symbol. Era una cosa davvero superficiale.
Oggi si compra per essere. Al massimo, solo in un secondo momento, per mostrare quello che si è.
L'afferri la differenza?
Si compra per se stessi e per comunicare quello che si è.
Non esistono più veru status symbol.
Sul resto del tuo post, io non condannerei così il denaro. Ma, come per amon, ci devo pensare. Ti posso dire che comprendo la tua obiezione (compriamo quello che dovrebbe essere gratis) ma non la condivido, c'è qualcosa che non mi torna.
(ps: gandalf, di per sè niente ha significato. il fatto che una sedia sia una sedia non è una caratteristica intrinseca della sedia, è che adamo ed eva hanno guardato 'sto coso e hanno detto "beh, che ci facciamo? Lo usiamo per sederci?". Mi rendo conto però della differenza fra un processo di negoziazione di significato "spontaneo" come quello di adamo ed eva, ed uno "costruito", e a pagamento, come quello delle merci. Ci devo pensare ;->)

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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03