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AmonSūl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 01 novembre 2006 : 01:40:42  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Davvero, non credevo che esistessero ancora cose del genere... e dire che pensavo di conoscere un po' di cose...

in Congo (servizio delle Iene, stasera) moltissimi bambini vengono accusati di portare morte e malattia nelle famiglie, chiamati indemoniati vengono esorcizzati da santoni che chiedono tanti soldi (che pochi hanno o recuperano) e spesso vengono cacciati dalle case, lapidati, bruciati vivi, gettati nei fiumi dentro ad un sacco con le pietre...

praticamente tutti, nella cultura locale, concordano con queste credenze... tranne alcuni missionari, volontari occidentali e del luogo che cercano di offrire a questi bambini un'alternativa...

ricordo ancora come se fosse ieri una discussione telefonica col Balrog che verteva sull'ingerenza nelle culture altrui mantenendo un punto di vista, il mio, che č comunque figlio della mia cultura e perciņ potrebbe essere soggettivo.
Tutto questo č molto difficile da definire e da approcciare...

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"Tutto ciņ che accade, tu lo scrivi", disse.
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trilly
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Inserito il - 03 novembre 2006 : 09:06:22  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
L'ho visto anche io.... che dire?

Potrei dirti Amon che noi occidentali ci scandalizziamo davanti a certe "barbarie" ma forse non siamo da meno... in un altro modo sicuramente ma abbiamo delle situazioni che non crediamo possano ancora sussistere ma ci sono, la violenta sui bambini, sulle donne, l'infanticidio!

Tutto discutibile...nella loro cultura questo rientra "nella norma" perche' pratica di quella popolazione ma noi che abbiamo una cultura diversa dalla loro forse non facciamo abbastanza per cio' che accade magari tra le pareti domestiche, per fare un esempio, o lo sfruttamento al lavoro dei bambini o ancora peggio il traffico di organi.



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balrog
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Inserito il - 03 novembre 2006 : 09:58:43  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
....sbaglio o nella stessa puntata c'era una piccola inchiesta sui casi di abusi su minori fatti da sacerdoti ?....non l'ho visto ma mi diconocose veramente turpi saltate fuori dalle, come dire, "interviste" ai sacerdoti stessi (mi dicono che una giornalista si fingeva una madre di un bambino oggetto di simili "attenzioni" che chiedeva cosa dovesse fare e le risposte elusive quando non apertamente fuorvianti o riduttive, a dir poco, che gli venivano date, non uno che abbia detto di andare alla Polizia)....questo nella stragrande quantitą dei sacerdoti interpellati dalla "madre"....direttive della Curia ?

come si vede non c'č bisogno del Congo....basta scendere le scale di casa....


balrog


Modificato da - balrog in data 03 novembre 2006 09:59:50
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AmonSūl
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Nowhere Land


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Inserito il - 03 novembre 2006 : 14:01:16  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Se ciņ che affermi č vero la cosa č pił grave di quanto pensassi anche in Italia...

purtroppo ho visto solo quel pezzettino... magari recuperami dalle tue fonti qualche informazione pił precisa... eh? [;)]

evidentemente la cultura del Congo č ancora di lą da migliorare (secondo i nostri parametri)... e quella italiana č ancora di lą dallo scrollarsi di dosso la sottocultura

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balrog
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Ireland


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Inserito il - 03 novembre 2006 : 15:44:59  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non posso in tempi brevi chiedere il permesso a riportare qui quanto scritto da altri (ma se lo desideri posso farlo) quindi ti copio/incollo questo che č pubblico....ripeto io non ho visto la puntata in oggetto, sto cercando di informarmi meglio ma sembra che i commenti nel web siano univoci....la cosa ha destato alquanto scalpore.....sono certo saprai informarti a dovere anche tu...magari dopo ne parliamo

------Questa sera una nuova puntata shock de Le Iene, il programma che nei giorni scorsi ha sollevato un polverone che ha coinvolto alcuni deputati del nostro governo, sottoposti a loro insaputa a un test antidroga. Triste l'epilogo della storia: censurato il servizo che non č stato mandato in onda.

Ma questa sera l'intera squadra, guidata da un'agguerrita Cristina Chiabotto, andrą a toccare un altro dei temi scottanti e pił sentiti: la questione dei preti pedofili.
Nel servizio che verrą mostrato, la "iena" Elena Di Cioccio ha fatto finta di essere una mamma che va a parlare con alcuni parroci, chiedendo di inserire il proprio bambino nel loro oratorio, in modo da poterlo tenere pił sotto controllo. La mamma spiega che ha dovuto trasferire il figlio perchč ha subito molestie sessuali da parte del precedente parroco che si occupava di lui e degli altri bambini.

Questo č solo l'incipit perchč ciņ che č davvero scioccante č la reazione dei parroci "intervistati" i quali, singolarmente ma all'unanimitą, hanno consigliato alla mamma di rivolgersi alla diocesi competente per far sģ che quel parroco venga allontanato dalla chiesa. Nessuno ha fatto riferimento alla Polizia.

A distanza di pochi giorni dalle dure dichiarazioni di Benedetto XVI che rivolgendosi al clero ha detto gli abusi sessuali sui minori rappresentano sempre un crimine terribile, ma questi casi sono ancora pił tragici quando ad abusare č un uomo di Chiesa, č chiaro che la strategia migliore per risolvere questioni spinose di questo tipo, sia la totale omertą. Anche se lo stesso Papa aveva sottolineato: Nei casi di religiosi che si siano macchiati di atti di pedofilia e' necessario stabilire la veritą. ---------


E' decisamente inquietante che quasi all'unanimitą i preti interpellati abbiano detto di rivolgersi alla diocesi e non agli organi di Polizia preposti....."allontanato dalla chiesa" come se fosse un problema "interno"....


balrog

Modificato da - balrog in data 03 novembre 2006 15:56:27
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AmonSūl
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Nowhere Land


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Inserito il - 03 novembre 2006 : 17:43:34  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Purtroppo in ogni realtą in cui ci sia una certa "appartenenza" si tende alla difesa a priori e poi eventualmente si passa a distinguere il bene dal male e fare ciņ che č giusto fare.
Gli uomini di chiesa spesso non fanno eccezione. Vedo anche che quella spinta in pił che ci dovrebbe essere, l'amore fraterno, rischia di essere distorta e rovinata dal corporativismo a scapito di altri "fratelli" che perņ sono considerati meno fratelli... comportamento forse umano, sicuramente non accettabile. Quante persone in famiglie in cui succedono gravi abusi e violenze, ad esempio, tacciono di fronte alle violenze di chi č loro vicino... per mille motivi.
Penso che le parole del papa siano state molto chiare e definitive sul tema... tutti ci aspettiamo che alle dichiarazioni seguano le azioni. Bisogna vedere poi con quale efficacia e con quali tempi.

Quando una persona fa parte di una realtą collettiva, deve rispondere per sé, ma ha anche la responsabilitą di non rovinare quella data realtą. Vale nella politica, nella religione, in una comunitą, in una squadra, in un'organizzazione qualunque... Pił i valori professati sono alti, pił č doveroso (e magari difficile) starci attenti ed impegnarsi a dimostrarli.

Non amo chi generalizza, né chi giudica sempre gli altri... ma quando le accuse sono fondate vanno indagate fino in fondo, con il coraggio di chi vuole la veritą, a costo di scatenare un putiferio e di rovinare il "buon nome".

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trilly
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Inserito il - 06 novembre 2006 : 11:02:16  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Condannato Saddam Hussein.... che dire?

Mi fanno venire il latte alle ginocchia i nostri politici che ancora un po' lo considerano un poveretto; tutto questo buonismo mi sembra alquanto fuori luogo...
Ha trucidato, ammazzato bambini, donne, anziani, uomini senza alcuna pieta'; ne facciamo un martire? un eroe dei nostri tempi? Perche' ci scandalizziamo per la condanna?

Davanti agli scempi e agli efferati massacri l'opinione pubblica, i pacifisti, i politici di mezzo mondo, innorridiscono poi davanti ad un tribunale che "condanna" UN uomo per cio' che ha commesso tutti pronti a dire che non e' giusto venga fucilato!

Quanta ipocrisia!

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balrog
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Inserito il - 06 novembre 2006 : 11:27:44  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
....se parliamo di etica non č giusto per noi (per quello in cui crediamo)non per lui....č proprio per questa differenza che ci battiamo , no ?....č per questo che siamo diversi da Saddam...

un giusto processo che io non credo ai Tribunali dei vincitori ma delle Nazioni Unite e che indaghi su TUTTI i fatti in cui Saddam era implicato anche i pił scomodi per gli occidentali quando lo armarono e permisero anzi favorirono fior di massacri senza un attimo di ripensamento e una giusta condanna a vita

per questioni pił pratiche: lo vogliamo trasformare in un eroe?...in uno che condannato da un tribunale di un governo fantoccio ha portato avanti la "resistenza" fino alle estreme conseguenze ?

vogliamo davvero una recrudescenza della guerra civile in Iraq ?

(quanti altri morti....)

balrog

Modificato da - balrog in data 06 novembre 2006 12:11:25
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Silma
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Abruzzo


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Inserito il - 06 novembre 2006 : 11:57:28  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Lo sapete, per principio aborro la condanna a morte...
Perņ, quest'uomo, che si sia pro o contro la condanna, vivo o morto mi fa paura...come tutti i dittatori, il suo carisma č intatto, che sia lider vivente o martire idealizzato.
Un dittatore non smetterą mai di fare danno...

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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balrog
Rossosaggio




Ireland


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Inserito il - 06 novembre 2006 : 12:14:32  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
....smetterą di farlo quando si convincerą la gente che dittatore era e non altro....non uccidendolo...cosģ si perpetua il danno....ma per far questo ci vuole molta meno ipocrisia ( e molta pił onestą) che nel condannarlo a morte

si combatte la paura con la fermezza d'animo, la sicurezza nelle proprie idee e la persuasione....cosģ come si combatte la violenza con la non-violenza....uccidere non č MAI servito a nulla

si combatte (e si vince) una guerra portando medici e aiuti non soldati

bal

Modificato da - balrog in data 06 novembre 2006 12:22:31
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trilly
Laurelin




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Inserito il - 06 novembre 2006 : 13:01:30  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
balrog ha scritto:

....se parliamo di etica non č giusto per noi (per quello in cui crediamo)non per lui....č proprio per questa differenza che ci battiamo , no ?....č per questo che siamo diversi da Saddam...



Appunto per la "nostra etica di occidentali" non per la loro!

Quindi noi siamo migliori di loro? perfetto! allora impediamo anche che non ci sia piu' la lapidazione (anche se per loro e' un fatto di "tradizione" - ovviamente barbaro per quel che mi riguarda), l'infibulazione, e tutto quello che accade ai bambini nel Congo!
O magari diciamo anche agli Indios di vestirsi, agli Aborigeni di adeguarsi ai nostri usi e costumi ecc. ecc. ecc. ecc.

Discutiamo sempre sul fatto che "noi occidentali" troppo spesso ci occupiamo di fatti che non ci competono ma allora non e' vero!
Perche' quindi prendersela con gli Usa o con altri Paesi se intervengono in qualche conflitto "x" del nostro pianeta (per fare un esempio)?

Gli eccidi Saddam li ha compiuti nel suo paese ed e' giusto che l'attuale governo "cerchi" di essere il piu' possibile autonomo, anche nelle proprie decisioni che riguardano il proprio paese.
Altrimenti lo "zampino occidentale" ci sara' sempre, come lo si vuol fare in questo specifico caso.

Inserisco questo articolo di oggi di Igor Man sulla Stampa:

Vanitą di leone
6/11/2006
di Igor Man

«Al‘ar», vergogna. Cosģ avrebbe sillabato Saddam Hussein abbandonando l’aula del tribunale speciale che lo ha condannato a morte per crimini contro l’umanitą. Fresco di doccia, petto in fuori, l’immancabile Corano brandito con le due mani (ferme), il dittatore ha ascoltato la sentenza gli occhi rivolti al cielo. Ma quando il giudice s’č taciuto, Saddam ha detto: «Allahu akbar, Dio č grande. Gli sconfitti siete voi, non il raīss Saddam Hussein al Takriti». E qui «jalla», andiamo, ha intimato ai muscolosi uomini della scorta (gią estratti a sorte). Il «vergogna» lo avrebbe scandito uscendo di scena. Saddam, a detta dei suoi avvocati che denunciano l’illegalitą del processo (ma č tutto un giuoco delle parti), «esige» la fucilazione al petto, «da soldato».

Si dą il caso, tuttavia, che Saddam Hussein non abbia fatto un solo giorno di naja. I galloni di comandante supremo glieli ha dati il sarto. Per i suoi vecchi compagni di scuola, č la vanitą il «tratto debole» del tiranno iracheno. Descritto, per altro, come un uomo senza stati d’animo. «Un leone fra i lupi», un «criminale che prima di uccidere prega». Non sappiamo se Saddam veramente preghi. Sappiamo ch’egli č un baasista (da Baas, il partito socialista arabo) invero laico anche se si č fatto pellegrino umiliandosi alla Mecca, come tutti i bravi musulmani. Anche se a partire dalla prima guerra del Golfo (l’invasione del Kuwait) la sua sfida agli Stati Uniti «e ai loro complici» s’accende d’accenti coranici. Ma, forse, il suo unico e grande ispiratore, il suo Virgilio politico, diremo, č stato Michel Aflak, il fondatore, con Salah Bitar, del Baas, il partito nazionalsocialista, vera spina dorsale dell’Iraq.

Di Saddam s’č sempre detto ch’egli abbia succhiato dalla madre latte e nazionalismo. La brava donna lo manda a scuola ma il ragazzo a 8 anni non sa né leggere né scrivere tuttavia ha gią imparato a tirar di pistola. A 10 anni fugge di casa e uno zio, ufficiale epurato, lo accoglie convincendolo a studiare. Saddam recupererą gli anni perduti tanto rapidamente da guadagnare il liceo al Kharkh di Baghdad, fucina di attivisti antinglesi.

Saddam nel 1955, viene ammesso nel Baas. Entra nel servizio di intelligence e sicurezza del partito: la scelta lo porterą lontano. Il 14 di luglio del 1958, il colonnello Kassem prenderą il potere con un colpo da manuale. Mentre la radio trasmette la Marsigliese la folla fa letteralmente a pezzi la famiglia reale. In quel giorno terribile giunsi a Baghdad da Beirut noleggiando (con 7 colleghi stranieri) un tremolante Dc3 pilotato da un inglese alcolizzato: giusto in tempo per vedermi offrire, al modico prezzo di 2 fils, un pezzettino di carne tumefatta dalla calura, «garantito» per quello d’un braccio del principe reggente. Sennonché Kassem, un gay nascosto, scontenta presto il Baas che ne decide l’eliminazione. Nel gruppo di fuoco incaricato di far fuori il tiranno c’č Saddam. Nello scontro Saddam rimane ferito a un piede ma riesce a riparare in casa d’un «compagno». Dopo la cruenta fine di Kassem, rientra a Baghdad e subito fomenta un golpe che abortisce. Lo attende la forca ma riesce a evadere dopo aver strozzato il secondino al quale, dice la vulgata, caverą un occhio: «per ricordo». Allorché, il 17 di luglio del 1968, il Baas conquista il potere, Saddam, diventerą il numero 2 del regime. Quando lo incontrai, nel settembre del 1974, Saddam era un bell’uomo alto e magro, avvolto in un lungo burnus nero, il viso scavato, gli occhi come due schegge di ossidiana. Mi colpģ la sua stretta di mano: pastosa, avvolgente.

Fu la classica «intervista rubata». Forte di una promessa (bugiarda) del dittatore tornai a Baghdad nell’estate cupa del 1979. Mi ricevette subito ma per immediatamente versarmi nelle braccia d’un tremebondo ministro dell’Informazione. Ma quel viaggio non fu inutile: circolava intorno ad ogni cosa, un’aria triste, un’aria tormentosa (per citare Saba) - la gente parlava di banalitą, i giornalisti locali ti recitavano tutti lo stesso articolo, nessuno osava telefonare. Scoprii un Paese oppresso dal terrore. Infine ad Amman trovai esuli iracheni che mi fecero un quadro terrificante di come si viveva a Baghdad, nell’Iraq. Solo i giovani, la sera, teneramente abbracciati, andavano a mangiare il pesce sulla brace, in riva al Tigri. All’apparenza la vita scorreva davanti ai tuoi occhi normalmente. Ma dietro quello schermo soffriva un Paese oppresso da una dittatura implacabile.

Churchill diceva d’aver disegnato l’Iraq «per vincere la noia del fine settimana». Ma quel disegno fu un capolavoro di irresponsabilitą. Oggi ci rendiamo conto che per tenere insieme curdi, sciiti, sunniti, con le varie tribł complicate nel mucchio, altro rimedio non c’era se non quello di Saddam, bastone e carota. Lui, il dittatore, pagava i capi tribł allineati, mandava a morte, dopo debita tortura, quelli che facevano i galletti.

Certamente Saddam era odiato, persino dai suoi famigliari, dai vecchi compagni di Tikrit. Epperņ era rispettato. Saddam era riuscito a creare quel ch’egli stesso definiva «un vincolo di sangue» coi suoi disgraziati compatrioti. In particolare coi pił giovani. Il sangue č una importante componente della storia personale e della personalitą stessa di Saddam. Riandando ai suoi trascorsi giovanili, questo lo si puņ capire, meglio: spiegare. Ma lo č altresģ d’una gente, quella irachena, che vuoi o non vuoi ha subito culturalmente (e tuttora subisce) il fascino del martirio, e dunque del sangue, tipico dello sciismo, che copre il 60 per cento della popolazione e custodisce le cittą sante dell’islam. Se non fosse per questo «vampirismo psicologico» proprio degli sciiti perché mai gli scolari avrebbero cantato con trasporto: «Saddam, Saddam / quando daremo / il nostro sangue per te»? Forse il caos sanguinoso che sta triturando un Paese di arabi seri, faticatori, č la conseguenza d’un «fatto naturale»: i ragazzini plagiati dal culto del sangue sono cresciuti e in lui si riconoscono: se non altro quelli che conducono la piccola guerra che sfinisce e dissangua i GI. Si riconoscono nel leader che combatte contro lo straniero che viene da lontano pretendendo di imporre la sua legge, quell’«oggetto misterioso» ch’č la democrazia.

Sicuramente il terrorismo di Bin Laden giuoca un ruolo non trascurabile nella guerra civile a bassa intensitą che massacra l’Iraq. Ma Bin Laden č solamente un’icona. Nella realtą a far la guerra urbana sono i sunniti, una minoranza minacciata di estinzione. Essi combattono gli sciiti, nel tentativo di frenarne lo straripamento. Gli esperti osservano che gli «insorgenti» non hanno un manifesto politico. Non ce l’hanno perché non vogliono averlo: per gli «insorgenti» il nemico numero 1 č la maggioranza sciita, poi vengono gli americani. Questo, forse, spiega il messaggio che Saddam ha voluto, tramite i suoi avvocati, venisse diffuso alla vigilia della sentenza (scontata). Saddam si rivolge agli americani indirettamente suggerendo loro di combattere «il vero nemico», vale a dire la «valanga sciita».

Saddam verrą impiccato. Ma il processo ha fallito in pieno il suo obiettivo ch’era, ovviamente, politico. Saddam, ogni giorno che passa, ancorché lentissimamente, torna a incarnare la figura del raīss, padre crudele ma padre. Gli «insorgenti» fanno fuori i terroristi della rivoluzione jihadista divisa in due tronconi: uno assolutamente sciita e per tanto proteso verso il martirio, che l’iraniano presidente Ahmadinejad prepara a una vera e propria controcrociata - l’altro troncone, invece, si riconosce nella ’al Qaida che si ispira al rigore purista del sunnismo wahabita.

Su questo sfondo, la condanna di Saddam figura come un episodio (crudele per chi come noi č contro la condanna a morte) che non avrą impatto alcuno in Iraq, Paese mosaico verosimilmente destinato ad annegare in un mare di sanguinose contraddizioni.





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AmonSūl
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Inserito il - 06 novembre 2006 : 13:41:45  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
senza dire poi che c'č ormai cosģ tanta gente che uccide altra gente, per piccoli o grandi furti, per disperazione o per farsi giustizia da sola, per calcolo politico suo o di altri...
non ci scandalizziamo di questi, non mi sembra che ci si scandalizzi neanche di Saddam... Questa non č a mio avviso la parola corretta da usare.

Come diceva Gandalf nella Contea, siamo forse in grado di resuscitare qualcuno? Allora non siamo cosģ frettolosi nel dire se una persona č giusto che viva o muoia: non sta a noi deciderlo. O meglio, se lo decidiamo allora camminiamo sulla stessa strada degli assassini, magari un po' di lato e con molta pił attenzione... ma la via e la stessa e in alcuni punti potremmo trovarci nello stesso solco...

Se il giudizio umano si dovesse basare sull'emozione del momento sarebbe un disastro...

Il processo č stato un processo politico stile Norimberga... si puņ accettare anche questo in nome di qualcosa che andava comunque fatto?

L'importante č pensare alle vittime, ma questo non significa infierire noi stessi sui carnefici, per compensarlo.

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balrog
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Inserito il - 06 novembre 2006 : 14:54:08  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
....trilly tu stai parlando a me non a loro...io non impedisco proprio nulla e non lo farei neppure se ne avessi il potere....a meno di avere le prove certe che č si č trattato di un processo farsa...parlo di etica mia...nel senso che IO sono contrario e non lo farei....io non ho una morale superiore a nessuno, benchč io la consideri la migliore per me e per quel che penso

perņ affermare che in tutto ciņ non vi sia pił che una pressione USA sinceramente non č credibile...il governo sarą libero quando non vi saranno truppe americane nel paese e quando il governo sarą eletto daqvvero liberamente (se mai lo sarą)

nell'articolo riportato si glissa spudoratamente sul periodo di fraterna amicizia con l'amministrazione americana (che tra l'altro vedeva di buon occhio il far "star buoni" i curdi per via di Ankara e che armņ fino ai denti per la guerra contro l'Iran )

questo modo di far giornalismo č falso e indisponente

balrog


ribadisco per trilly sotto : "noi" a casa nostra , non a casa loro....

tu credi che ammazzarlo faccia una qualche "giustizia" in quel paese ?....farebbe molto pił "giustizia" case,ospedali,strade e una vita decente...che sono certo scambierebbero per quella vita....e forse scambierebbero anche le le centomila vittime di una guerra che certo non hanno voluto

lo so trilly che ci siamo ma sai anche bene che molti di noi non avrebbero voluto esserci....e due errori non fanno una cosa giusta

Modificato da - balrog in data 06 novembre 2006 15:11:34
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trilly
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Inserito il - 06 novembre 2006 : 15:05:00  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
"....se parliamo di etica non č giusto per noi (per quello in cui crediamo)non per lui"

credo che, se capisco ancora l'italiano qui si parla di noi in senso generale non "IO" ed in senso generale ho espresso quello che penso dicendo appunto "noi"

Pero' nessuno ha risposta al discorso dell'ingerenza occidentale che noi siamo soliti fare, come se la nostra cultura fosse migliore, come se noi avessimo autorita' su altre culture e su altre forme esistenziali che non ci appartengono....

Hanno fatto un processo? Per loro e' giusto che sia condannato considerando che "solo loro" in tanti anni di dittatura sanno come si viveva, come si trucidava e come si ammazzava....
Certo Amon i morti non ritornano in vita, ma non pensi che gli si debba una giustizia?
Si certo... dovrebbe essere quella divina e non degli uomini ma se rivedo le immagini che ho visto in questi giorni in tv, sinceramente penso di piu' ad un giustizia terrena!

P.S. noi a casa loro ci stiamo Balrog e con le armi....

P.P.S
utopia Balrog, pura utopia....lo so perfettamente che ci vorrebbero case, scuole, ospedali ecc. ecc. ma siamo sempre li....continuerebbe l'ingerenza occidentale non ti pare?
Mandiamo allora le materie prime e non che poi ci si "accasa" e con la scusa di fare i "bravi e buoni occidentali" si rimane li a sfruttare il popolo... non funziona cosi'! Non per me....

Credo ci siano valide persone anche in quel martoriato paese che deve necessariamente recuperare "una sua propria identita' persa nel corso di questa atroce dittatura" e non di subirne un'altra a proprio uso e consumo.


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Modificato da - trilly in data 06 novembre 2006 15:19:14
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balrog
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Inserito il - 06 novembre 2006 : 16:00:07  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
....no se non cerchiamo di esportare dell'altro oltre a scuole,ospedali etcetc....utopia....mmmhhhh...puņ darsi m proprio in questi giorni la FAO ha detto che il piano per la fame nel mondo č miserevolmente (e direi colpevolmente) fallito....

per il resto non vedo la materia del contendere.....nessuno pił di me vorrebbe che la loro vita se la facessero loro senza ingerenze

balrog
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trilly
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Inserito il - 06 novembre 2006 : 16:50:40  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
balrog ha scritto:

....no se non cerchiamo di esportare dell'altro oltre a scuole,ospedali etcetc....utopia....mmmhhhh...puņ darsi m proprio in questi giorni la FAO ha detto che il piano per la fame nel mondo č miserevolmente (e direi colpevolmente) fallito....

per il resto non vedo la materia del contendere.....nessuno pił di me vorrebbe che la loro vita se la facessero loro senza ingerenze

balrog


Si ho letto anche io del piano fallito della FAO, ma siamo sempre li... pensiamo solo per un momento a come ci siamo comportati, anche noi italiani che abbiamo inviato nei paesi africani merce scaduta, medicinali scaduti tanto.... muoiono di fame quindi figurati se si preoccupano se arrivano scadute o meno!

Come dire "tanto cosa ne capiscono", trattati come animali no? dando loro gli avanzi... anzi peggio visto che ai nostri animali diamo le scatolette, i bocconcini di vitello!!!!!!

La peggior cosa e' che noi "occidentali" non siamo capaci di andare in un posto, cercare di aiutare queste persone a lavorare con le loro mani e poi prendere i nostri stracci e andarcene quando vediamo che camminano da soli.... no... troppo bello! Li "colonizziamo indirettamente" e li sfruttiamo, per le loro risorse che noi furbescamente conosciamo...



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AmonSūl
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purtroppo in questi giorni non ho accesso al pc... mi riservo di tornarci sopra con pił calma prossimamente.

Rispondo solo alla domanda diretta: ai morti dobbiamo giustizia? Mettiamoci nei loro panni e poniamo che siano nella vita eterna... secondo voi cosa pensano e vogliono? Dite davvero che sono lģ che incitano alla pena di morte? Ho i miei dubbi.

"Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perchč saranno saziati". Questa frase viene letta ogni anno il giorno dei Santi e dice molto di pił di quanto sembri... Dice ad esempio che c'č una giustizia umana che č uguaglianza dei diritti, equitą nelle risorse, leggi che tutelino le persone... ma la fame e sete riguarda qualcosa di pił profondo: il rispetto per le persone, la pace... una commentatrice parla di "una giustizia pił grande, che supera quella della pratica legale, una giustizia che č espressione dell'amore."
Se ci fermiamo al rispetto della legge, il mondo attraverserą, dopo secoli di "progresso" la solita lunga agonia... le mie convinzioni, le nostre convinzioni (presumo) devono guidarci anche nei casi particolari, non i casi particolari sgretolare ed intaccare le convinzioni: questa č la prova per vedere se erano fittizie o profonde. Certo, č molto facile enunciare i principi quando non siamo vittime... ma č il primo passo.
La giustizia non passa per la vendetta, non passa per l'eliminazione di un uomo... La giustizia che quelle migliaia di morti ci chiedono passa per la convinzione e l'impegno personale... che diventi poi impegno civile e sociale.

(a proposito: cosa fate voi tutti il 25 novembre? C'č la colletta alimentare... un buon modo per spendere qualche ora di tempo ;))

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trilly
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sempre fatta la colletta alimentare [:D] e' giusto che almeno in mezzo a tante cose che molte volte ci capita di comperare inutilmente, si pensi anche di donare qualche cosa a chi non ce l'ha fosse anche solo un pacco di pasta....

Sai Amon, mi sono sempre chiesta, vedendo appunto questa giornata di colletta, perche' non sia possibile farlo anche per quelle popolazioni che muoiono di fame... e' vero che sarebbe solo una piccola goccia in un mare ma... forse chissa' potrebbe essere l'inizio per farlo anche a livello "mondiale"...

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Inserito il - 08 novembre 2006 : 22:48:15  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
trilly ha scritto:

Sai Amon, mi sono sempre chiesta, vedendo appunto questa giornata di colletta, perche' non sia possibile farlo anche per quelle popolazioni che muoiono di fame... e' vero che sarebbe solo una piccola goccia in un mare ma... forse chissa' potrebbe essere l'inizio per farlo anche a livello "mondiale"...
Per quel poco che io conosco del mondo direi che ci possono essere tante risposte. Random: perché la Colletta Alimentare si fa per i poveri in Italia, mentre per gli altri poveri ci sono altre occasioni (mica bisogna per forza sceglierne una sola delle due); perchč se si facesse per quelli del mondo ci sarebbe chi si chiede perchč non guardiamo prima ai poveri di casa nostra; perchč probabilmente non č molto intelligente o efficiente raccogliere alimenti fuori dai supermercati e mandarli in Africa, meglio dei soldi su un conto corrente o in mano ad un missionario...

Ciao!

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Inserito il - 13 dicembre 2006 : 00:23:29  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Leggendo quello che diceva Silma in asincrochat ed anche Merry...
C'č da rabbrividire... e da preoccuparsi.
Di noi stessi prima di tutto, perché siamo impreparati alle domande che l'uomo si sta ponendo in questi tempi.
Il caso di Welby (non so se l'ho scritto giusto) č davvero terribile, perchč mette di fronte a scelte tutte dolorose. Trovo difficile parlarne, anche se forse (soprattutto se riusciamo a tenere a bada le nostre posizioni preconcette) sarebbe bello confrontarsi su questo. Lancio la sfida ai forumisti.



Nel frattempo... Bersani č un grande. Ho appena assistito al dibattito tra lui e Tremonti e quest'uomo, nonostante sia uno strano mix (o forse proprio perchč riesce ad esserlo) di spirito ciellino e altruismo di sinistra, ha un'intelligenza, un'integritą ed una capacitą chiarificatrice sopra la media.

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Modificato da - AmonSūl in data 13 dicembre 2006 22:44:56
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balrog
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....che ne dici Amon , fare ciņ che desidera per se stesso risulta una scelta inattuabile ?...

bal
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Inserito il - 13 dicembre 2006 : 18:46:02  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' cosģ semplice per te?
Tu ammetti il diritto al suicidio?
Se anche lo ammetti, in questo caso cosa faresti?
Ti creerebbe gli stessi sentimenti staccargli la spina o aiutare uno a suicidarsi? E se uno ti chiedesse di ucciderlo tu stesso?

fammi capire...


Il fatto č che siamo chiamati a esprimerci su qualcosa che in definitiva non conosciamo, né comprendiamo. Forse Welby in parte lo comprende. L'unica cosa che rimane alla fine č il senso d'impotenza e il doloroso sconcerto.

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Silma
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Inserito il - 13 dicembre 2006 : 19:31:49  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io non riesco a prendere una posizione su quel che sta accadendo...

Quell'uomo vuole morire. In effetti chiede che lo si aiuti a farlo, visto che da solo non puņ.
Come se qualcuno ci chiedesse di spingerlo gił da un ponte, di pugnalarlo al cuore, di versargli del veleno, sparargli un colpo alla tempia o che so io...

Per un cattolico vige la non disponibilitą della vita...non ho scelto io d'averla, non sceglierņ quando lasciarla...E soffrire fa parte del vivere...

Come porsi davanti ad una persona che vuole prendersi questo diritto, che vuole morire...

Non lo so. Forse sono troppo coinvolta, perché nella mia famiglia un suicidio c'č stato. E quel che senti č l'impotenza di non averlo capito, che stava per succedere. E non essere stato lģ ad impedirlo.

Aiutare un suicida...Cos'č, pietą? Alcuni la chiamano cosģ...Io non credo potrei.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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Inserito il - 13 dicembre 2006 : 22:52:31  Mostra Profilo  Invia a AmonSūl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSūl Invia a AmonSūl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
In ogni caso questa volontą e questa condizione suscita in me sgomento e com-passione (nel senso di condivisione della sofferenza).

Nessuno di noi ha probabilmente idea di cosa vorrebbe, di cosa penserebbe trovandosi cosģ. Il limite č solo ciņ che noi decidiamo e vogliamo? Mi viene da rispondere di no, perchč se forse č giusto perseguire ciņ che si vuole, sui modi ci puņ sempre essere un'obiezione, anche se le azioni vengono compiute su di sč.

E c'č una grande responsabilitą nel far vivere chi vuole morire, come c'č una grande responsabilitą nel far morire o nel lasciar morire chi vuole morire.

E poi c'č la difficoltą estrema nel distinguere tra il "far morire" e il "lasciar morire". Il famoso giuramento di Ippocrate sembrava cosģ chiaro una volta... ora con l'avanzare della scienza e delle terapie si assottiglia sempre di pił il limite tra il campo in cui la natura decide e quello in cui interviene l'uomo.

Forse il dibattito deve concentrarsi su questo. Cercando anche di lasciar da parte i propri preconcetti, senza la paura che cedendo su un punto (ad esempio l'accanimento terapeutico o il testamento biologico) si trascini dentro anche il resto (ad esempio l'eutanasia). Ma nel frattempo trovare una risposta per chi non ce la fa pił a vivere.

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Inserito il - 13 dicembre 2006 : 23:12:01  Mostra Profilo Invia a trilly un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
I miei lo sanno.... ho lasciato detto che un domani se dovessi essere nelle condizioni per le quali la medicina e tutto il resto non mi saranno pił di aiuto alcuno di lasciarmi morire... di questo ne sono pienamente convinta e io penso che non si tratta di suicidio ma di dignitą nel morire, come deve esistere una dignitą nella vita.

Io ho visto morire la persona alla quale ero legata da un affetto estremo... morire battendosi la testa sulla sponda del letto affinchč finisse la sofferenza... e l'assoluta impotenza della medicina... non vi era pił nulla che la potesse mantenere in vita ed allora per quale motivo accanirsi cosi' tanto?

Per il proprio egoismo? Perchč non vogliamo perdere la persona che amiamo? Forse dovremmo pensare che č proprio perchč la si ama che si deve "assecondare" la scelta... č un alto atto d'amore!

Io non voglio entrare nel discorso cattolici oppure no, di fede oppure no.... preferisco parlare di "persone" di quello che provano in questi casi e non credo che loro pensino ad un Dio ma pensano soltanto a ritrovare finalmente la pace soprattutto la pace!
Immaginatevi immobili in un letto dove non potete fare nulla, ne muovere una mano, ne parlare, ne mangiare, avete bisogno di qualcuno che vi assista giorno e notte, avete bisogno di tutto e "capite" perfettamente quello che sta succedendo intorno ma non avete le forze, non avete nulla... niente di niente ed ogni giorno che passa č uguale uno all'altro... e cio' che č peggio č che la medicina non aiuta... non c'č niente che vi farą ritornare, se non come prima, ad una "vita accettabile"....

Io sono gią morta dentro... a cosa servo io? a chi? č questo cio' che bisogna pensare!

... vorrei continuare ma ho un groppo in gola... scusate...

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Nel mondo io sono come una goccia d'acqua che cerca un'altra goccia nell'oceano e che vi si lascia cadere per trovar la sua compagna e innavertita e curiosa vi si perde ...
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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03