Da "Il Nuovo" <www.ilnuovo.it>
27/07/2001

Parla D'Alema e alla Camera è bagarre


Il presidente dei Ds evoca "scenari di stampo cileno" e attacca il no del Polo: "L'inchiesta la faranno i tedeschi". E in aula a Montecitorio scoppia la bagarre. Giovanardi chiede l'intervento di Casini e Pera.

ROMA - Renato Ruggiero ci aveva anche provato, in perfetta e un po' candida buona fede, a sperare che il suo discorso tutto tecnico sui risultati del G8 di Genova suscitasse a Montecitorio solo repliche circostanziate, a loro volta tarate sui temi di natura internazionale.

Ma il primo intervento nel dibattito, quello del Presidente dei Ds, ha dissipato queste ingenue aspirazioni. Massimo D'Alema ha infatti attaccato subito a testa bassa sui temi tutti interni dell'ordine pubblico e delle presunte violazioni dei diritti civili perpetrate dalle forze dell'ordine nelle piazze e nelle caserme durante lo scorso week-end genovese.

Complice forse la diretta televisiva della seduta della Camera (come insinua neanche tanto maliziosamente il ministro per i Rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi) ha infatti addirittura evocato scenari da dittatura "di stampo cileno". Ed ha censurato in maniera veemente il fatto che la maggioranza abbia negato l'istituzione di una commissione d'indagine sui fatti di Genova. "Un'indagine che farà l'ambasciata di Germania in Italia, - ha dichiarato l'ex premier - ma non il nostro Parlamento. E questo rifiuto del centrodestra autorizza a sospettare".

Ma il presidente diessino ha anche trovato modo di replicare a quanto avrebbe detto in queste ore in un'intervista il Ministro degli Interni Claudio Scajola, e cioè che rimpiange il vecchio Pci e il suo senso delle istituzioni. "Noi invece - ha detto in aula - rimpiangiamo la Democrazia Cristiana che era un partito sinceramente democratico".

Insomma scompare subito dal dibattito la questione su cosa abbiano prodotto gli otto grandi del mondo dentro le stanze di Palazzo Ducale; e si scatena la polemica e le battaglie oratorie. Così ecco subito Gustavo Selva (An) replicare con pari aggressività e invocare "un'opposizione forte per costruire un mondo migliore" piuttosto che quella di chi "vuole sfruttare gli incidenti di Genova per chiedere pretestuosamente la testa del Ministro dell'Interno". Ed ecco sempre lui ribadire che la maggioranza vuole un'inchiesta su quanto successo a Genova, "ma la vuole affidata all'autorità giudiziaria competente e non a chi ha già sentenze politiche precostituite".

E da qui in poi tutti hanno finito per buttarla in politica: politica interna. Con Alberto Michelini (Forza Italia) e Luca Volontè (Ccd-Cdu) a difendere i significativi per quanto non certo risolutivi esiti del G8. E con Marco Rizzo (PCd'I) e Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) a descriverne invece il "disastro" sia politico che organizzativo. Il tutto mentre Ramon Mantovani (deputato di Rifondazione Comunista sempre presente fra i manifestanti del Genoa Social Forum durante i tre giorni fatidici, nonché vero e proprio "disobbediente civile" sul campo in occasione dell'irruzione della polizia nella scuola Armando Diaz) ha trovato il modo di preannunciare una replica ancora più affollata ("A Roma a novembre saremo in cinquecentomila!") di quanto avvenuto a Genova. Riferendosi esplicitamente a quando nella nostra capitale, in autunno, si svolgerà l'assemblea della Fao.

Intanto arriva anche un'iniziativa del governo contro Massimo D'Alema presso i Presidenti delle due Camere. La intraprende il ministro Giovanardi, per chiedere conto a Pier Ferdinando Casini e Marcello Pera della "scorrettezza parlamentare" di cui si sarebbe a suo avviso reso colpevole l'esponente della Quercia. "Oggi in aula - spiega il responsabile del dicastero per i Rapporti col Parlamento - D'Alema non si è limitato a parlare dell'argomento all'ordine del giorno, cioè l'esito politico del G8, e questo è gravissimo. Ma soprattutto non deve ripetersi domani al Senato quando sullo stesso tema interverrà Silvio Berlusconi".