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Narya
Entino




Neverland


1871 Messaggi

Inserito il - 24 luglio 2008 : 23:08:01  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
No comment... [xx(]

In Italia non c'è (ancora) la pena di morte, ma c'è il diritto alla tortura. Il reato di tortura non è previsto dal nostro codice penale. A Bolzaneto sono stati picchiati, minacciati, torturati dei ragazzi inermi. Se i responsabili materiali sono almeno sottoposti a un giudizio, i responsabili politici sono per sempre in salvo, al governo e alla Camera. Loro non saranno mai processati.

"Mi chiamo Giorgia sono di Padova, 7 anni fa avevo 20 anni, sono stata al G8, sono partita in realtà pensando di visitare una città che non avevo mai visto, in cui c'era un mare, di spassarmela coi miei amici, poi invece mi sono ritrovata in una manifestazione enorme che sembrava più ad una guerra. Mi sono trovata in mezzo ai black block, cassonetti bruciati macchine che saltavano in aria guerriglia urbana, io non ero abituata non avevo mai fatto una manifestazione così grande, sabato penultimo giorno di manifestazione dopo la morte di Carlo Giuliani, stavo andando a cercare di recuperare il mio zaino, e mi sono ritrovata in mezzo a un cordone, che è stato spezzato in 2 dalla polizia, quindi la gente ha cominciato a scappare chi a destra chi a sinistra io ho avuto la sfiga di girare a sinistra e lì la polizia ha cominciato a dirigersi verso di noi ha cominciato a picchiarci e ci ha portato in piazzale Kennedy. In piazzale Kennedy c'era pieno di polizia ci hanno chiesto la carta d'identità e non ce l'hanno più ridata. Ci hanno caricato su una furgonetta, ci hanno portato alla fiera, presso la sede dei Carabinieri dove hanno cominciato ad insultarci, dicendo che dovevano stuprarci come facevano in Kosovo, che eravamo tutte troie e varie cose del genere…
Dopodiché siamo rimasti lì non so quante ore, ci hanno chiuso i polsi con delle manette di plastica io nella furgonetta ero seduta dietro c'erano altri ragazzi che mi dicevano non ascoltare, lascia stare perché.. mi hanno dato manganellate, sulle gambe sulle braccia e sulla schiena Io stavo con le mani in alto, penso che la mia foto si sia vista ovunque, su giornali e tg, con le mani in alto e con un fazzoletto sulla testa per i lacrimogeni dietro di me c'era un ragazzo marocchino che non so se è ancora vivo, ci hanno portato a Bolzaneto, siamo rimasti in piedi nella stessa posizione, hanno cominciato a picchiare i ragazzi che erano vestiti di nero, li hanno fatti inginocchiare a file di 3, gli hanno fatto cantare "Faccetta nera" gente che non capiva perché inglese quindi se le prendeva e basta, hanno spruzzato spray al peperoncino dentro le celle, ci veniva da piangere ma non potevamo piangere non potevamo parlare non potevamo fare niente.
Ad un certo punto io mi sono seduta perché non ce la facevo più e c'era un altro ragazzo di fianco a me che era di Verona che se vede questo video per favore mi contatti lui era veramente distrutto perché stava gocciolando sangue, lui non riusciva a stare in piedi ma loro non lo lasciavano stare seduto… poi c'erano un sacco di altri ragazzi, gente che arrivava col piede rotto, che non poteva stare in piedi ma ci doveva stare lo stesso, chi aveva bisogno di un medico per l'iniezione di insulina ma nessun medico poteva entrare quindi si sentivano grida di dolore continuamente, c'era un tipo in carrozzella che pure lui era stato picchiato... insomma una serie di cose molto disumane, alla fine non so dopo quanto tempo ci hanno preso le impronte digitali, ci hanno messo insieme a caso dicendo "a questi cosa gli diamo?" l'altro poliziotto che gli rispondeva "ma si mettigli un po' di tutto, devastazione saccheggio e offesa a pubblico ufficiale" tutte accuse che io non sapevo nemmeno cosa fossero, non potevo chiedere perché se chiedevo mi rispondevano che dovevo stare zitta.
Dopo un tempo interminabile ci hanno preso a gruppi, ci hanno ammanettato ci hanno portato in carcere a Varese. In confronto il carcere è stata una passeggiata perché i funzionari del carcere sapevano che era temporaneo che non avevamo fatto nulla perciò saremmo stati scarcerati in breve, ci trattavano meglio: ci davano da mangiare, certo non è stata una bella esperienza.. poi ho avuto la fortuna che la mia richiesta d'arresto è arrivata troppo tardi rispetto ai tempi giudiziari utili, quindi dopo 4 ore di carcere mi hanno lasciata andare. Alla fine mi sono costituita parte civile al processo, ho testimoniato e riconosciuto tutti coloro che dovevo riconoscere, è stato emozionante e basta, non voglio più andarci in un'aula di tribunale per nessun motivo.
La difesa della polizia cercava di screditare tutto ciò che stavo dicendo, ma pur essendo emozionata avevo detto cose che risultavano vere sia al pm che agli altri ragazzi. 10 minuti prima della nostra udienza, mentre attendevo il mio turno in tribunale, ho incontrato il ragazzo che è stato con me in caserma ci siamo guardati e ci siamo riconosciuti.
Ma durante il processo hanno cercato di screditare ciò che io raccontavo perché credevano mi fossi accordata con lui ma in realtà non era così, insomma si sono impegnati abbastanza anche con gli altri testimoni per cercare di screditare le nostre versioni dei fatti. Ora non vivo più in Italia, quindi non sono riuscita ad assistere all'udienza finale del processo, a me è stato soltanto detto com'è finito, cosa in caso abbiamo diritto però non so esattamente chi sia stato imputato chi sia stato, cosa gli abbiano fatto e chi no, però certamente, questi poliziotti solo per il fatto che sono poliziotti non passeranno mai tutto quello che hanno fatto passare a noi, perché il problema è che loro essendo protetti dallo Stato hanno una marcia in più, quindi in carcere non ci finiranno mai, nessuno li torturerà mai come hanno torturato noi, va bene io non sono per la vendetta quindi non sto dicendo che dovrebbero trattarli allo stesso modo, tuttavia pignorargli un po' di stipendio non mi sembra la stessa cosa, vorrei solo che i poliziotti, mandanti e quelli più crudeli coinvolti nella vicenda, non ricoprissero più la funzione, per il bene della credibilità delle forze dell'ordine, sia perché se si sono macchiati di certe cose non ha neanche più senso che si schierino dalla parte della giustizia." Giorgia Partesotti


X vedere l'intervista: http://beppegrillo.it/2008/07/bolzaneto_intervista_giorgia_partesotti/index.html?s=n2008-07-24


Narya [:301]

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<<Se l'amore vi chiama seguitelo, anche se ha vie lunghe e tortuose... Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui, anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino>> (Kahlil Gibran)

<<Sai quanto pesa la lacrima di un bambino viziato? Meno del vento. Sai quanto pesa la lacrima di un bambino che soffre? Più del mondo>> (Gianni Rodari)

<<Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo, se guardi il cielo è perché credi ancora in qualcosa>> (Bob Marley)

<<A cose basse e vili, senza pregio, può l'amore dar forme nobili e degne: perchè l'amore non guarda con gli occhi, ma con la fantasia. Perciò si usa dipingere Cupido con le ali e bendato: difatti è tutto ali e svolazza alla cieca>> (Elena in "Sogno d'una Notte di Mezza Estate", Atto I, Scena I, di William Shakespeare)
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Narya
Entino




Neverland


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Inserito il - 28 luglio 2008 : 21:26:28  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Notiziona straordinaria!! Ho provato ad accendere la tv (ogni tanto provo a fare cose nuove, giusto per variare...[:-p]), facendo zapping finisco su "Lucignolo" e cosa sento dire? <<I ragazzi di Tel Aviv sono come tutti gli altri, amano divertirsi...>> ecc; cavolo, non me lo immaginavo, pensavo amassero prendersi a mazzate [xx-(] Ecco perché schifo la tv, soprattutto Mediaset, soprattutto Italia 1 e soprattutto "Lucignolo" [:404]

Narya [:301]

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<<Se l'amore vi chiama seguitelo, anche se ha vie lunghe e tortuose... Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui, anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino>> (Kahlil Gibran)

<<Sai quanto pesa la lacrima di un bambino viziato? Meno del vento. Sai quanto pesa la lacrima di un bambino che soffre? Più del mondo>> (Gianni Rodari)

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Narya
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Inserito il - 31 luglio 2008 : 22:34:28  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
No comment... [xx(]
http://it.youtube.com/watch?v=KfIvPYmf_SI

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Altro tema, altra corsa... come alle giostre [xx-(]

Vicenza non vuole la nuova base militare Dal Molin. I vicentini lo confermeranno nel referendum di questo autunno. Nel frattempo protestano per la decisione del Consiglio di Stato a favore della base e subiscono cariche di “alleggerimento”, nel senso che sono manganellati alla “ndo cojo cojo” dai celerini.
Certo, i vicentini non dovrebbero occupare la stazione. Devono trovare un altro modo per dirlo. Per spiegare che l’occupazione americana in Italia dura da 63 anni. Che le 90 bombe atomiche made in USA di Ghedi Torre e di Aviano offendono la coscienza civile del nostro Paese. Che Vicenza diventerà la base militare più grande di Europa. E che da questa base possono partire i bombardieri americani per uccidere.
La nostra Costituzione ripudia la guerra, con che faccia il Governo autorizza che l’Italia sia la portaerei americana per bombardare oggi il Medio Oriente e domani chissà chi. Il muro di Berlino è caduto ma, vent’anni dopo, l’esercito americano è ancora qui. Quanto dovremo aspettare per riavere un’Italia libera da eserciti stranieri: il centenario della fine della seconda guerra mondiale?
Maroni fa manganellare i vicentini perché non vogliono che il loro territorio si trasformi in un teatro di guerra. E’ il trionfo degli opposti. La Lega, nemica della globalizzazione, accoglie con un tappeto rosso le armate d’oltre oceano. Coca Cola no, bomba atomica si. Padroni a casa nostra con 90 ordigni nucleari tra Brescia e il Friuli. Padroni di che? Di prendere le impronte ai minori Rom? Lega di manganello e di Governo (l’olio di ricino lo porta La Russa). Forte con i deboli e debole con i forti.
E’ arrivato a Vicenza il Commissario di Governo Paolo Costa. Ora, se i vicentini si opporranno in maniera non violenta alla base arriverà l’esercito. L’ho detto prima delle elezioni politiche: Berlusconi userà l’esercito contro i cittadini per governare, ma non potrà durare a lungo. Forza magnagatti. No a Dal Molin.


http://www.beppegrillo.it/2008/08/vicenza_lega_e/index.html?s=n2008-08-01


Narya [:301]

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<<Se l'amore vi chiama seguitelo, anche se ha vie lunghe e tortuose... Anche se la sua lama, nascosta tra le piume vi può ferire. E quando vi parla, abbiate fede in lui, anche se la sua voce può distruggere i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino>> (Kahlil Gibran)

<<Sai quanto pesa la lacrima di un bambino viziato? Meno del vento. Sai quanto pesa la lacrima di un bambino che soffre? Più del mondo>> (Gianni Rodari)

<<Se esprimi un desiderio è perché vedi cadere una stella, se vedi cadere una stella è perché stai guardando il cielo, se guardi il cielo è perché credi ancora in qualcosa>> (Bob Marley)

<<A cose basse e vili, senza pregio, può l'amore dar forme nobili e degne: perchè l'amore non guarda con gli occhi, ma con la fantasia. Perciò si usa dipingere Cupido con le ali e bendato: difatti è tutto ali e svolazza alla cieca>> (Elena in "Sogno d'una Notte di Mezza Estate", Atto I, Scena I, di William Shakespeare)

Modificato da - Narya in data 01 agosto 2008 20:48:52
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Narya
Entino




Neverland


1871 Messaggi

Inserito il - 04 agosto 2008 : 21:02:45  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ragazzi vi sembrerà una notizia un po' meno "seria" di quelle che solitamente postiamo in questa sezione, ma l'apprendere or ora che Morgan Freeman è in fin di vita mi ha parecchio scossa: è uno degli attori che amo di più e sinceramente mi dispiace [:V]

http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/persone/morgan-freeman/morgan-freeman/morgan-freeman.html

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Aggiornamento in tempo reale: fortunatamente pare che sia fuori pericolo [:)][:)]

http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=84541

Narya [:310]

"Lui cavalcò lungo le strade della città,
scendendo dalla sua alta collina.
Giù per le curve e i gradini e le pietre,
lui cavalcò al sospiro di quella donna.
Il suo segreto tesoro era lei,
la sua vergogna e la sua benedizione.
A nulla valevano una collana e una fortezza,
a confronto del bacio di quella donna"

Modificato da - Narya in data 24 agosto 2008 17:52:21
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Silma
Ent




Abruzzo


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Inserito il - 05 agosto 2008 : 15:36:42  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Spero sinceramente che se la cavi senza troppi danni, è un grande!

Ahem, gente, ci arriveremo alle olimpiadi? Qui cominciamo a restare a secco di atleti!
Passi Ricò che da perfetto deficiente ha preso la droga (suinternet poi...poteva esserci rimasto!).
Ma la ciclista e lo schermitore...insomma, cosa hanno a fare una squadra di medici allenatori fisiatri dietologi e chi più ne ha più ne metta attorno? Nemmeno buoni a non fargli prendere cose che potrebbero essere compromettent? L'una fermata da una tisana dietetica, l'altro da un diuretico...ehi, esiste una lista delle sostanze da evitare. Leggere, no? Cosa sta a fare lì tanta gente? Il tifo?

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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Narya
Entino




Neverland


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Inserito il - 07 agosto 2008 : 10:41:58  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Personalmente non me ne preoccupo: sono una delle sostenitrici del boicottaggio Olimpiadi per via delle "scaramucce" col Tibet... è la prima volta che non le guardo.

Narya [:310]

"Lui cavalcò lungo le strade della città,
scendendo dalla sua alta collina.
Giù per le curve e i gradini e le pietre,
lui cavalcò al sospiro di quella donna.
Il suo segreto tesoro era lei,
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Narya
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Inserito il - 09 agosto 2008 : 22:27:45  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ragazzi, io quando sento queste cose rabbrividisco... certo le guerre, il terrorismo, ci sono un sacco di schifezze al mondo, ma quando capitano queste cose, mi sento molto più coinvolta, perché potrebbero capitare a me, molto più facilmente rispetto ad altre... chiamatelo "coinvolgimento egoistico", non so, però...

STRAGE SULLA VIA DELL’ESODO ESTIVO IN PROVINCIA DI TREVISO, NEI PRESSI DI CESSALTO
Tir salta la carreggiata, 7 morti sulla Trieste-Venezia
Il mezzo pesante travolge diverse auto. Tra le vittime 4 italiani e 3 stranieri. A4 chiusa per alcune ore
MILANO Un venerdì di esodo estivo finito nel sangue. Sulla A4 Venezia-Trieste hanno perso la vita sette persone: quattro italiani e tre stranieri di cui non è stata possibile l'identificazione. Ma il bilancio delle vittime potrebbe aumentare. Il drammatico incidente, uno dei più gravi accaduti negli ultimi anni, è successo nei pressi di Cessalto, in provincia di Treviso. Lo schianto è avvenuto poco dopo le 15 ed è stato provocato da un salto di carreggiata di un camion con targa italiana, condotto da un autista probabilmente polacco, sotto il quale sono finite alcune automobili che stavano sorpassando un altro tir. La strage è stata immediata.

L'impatto violentissimo e la folle corsa del primo camion ha finito per travolgere a catena le altre vetture in arrivo. Una sequenza diventata un incubo anche perchè le fiamme hanno avvolto le auto e i tir creando un rogo che non ha lasciato scampo alle persone rimaste incastrate tra le lamiere. L'autostrada fra Cessalto e San Donà di Piave, vicino a Venezia, è rimasta chiusa per diverse ore in entrambi i sensi di marcia con fortissimi ripercussioni su traffico di tutta la zona. Una coda di una decina di chilometri si è formata lungo la tangenziale di Mestre e forti rallentamenti sono stati segnalati fino a sera su tutta la viabilità di raccordo attorno a Venezia.

Le auto rimaste in coda hanno visto l'orrore: le fiamme divoravano i resti delle vetture e nessuno degli occupanti si è salvato. Almeno tre delle sette vittime sono rimaste carbonizzate, anche se in un primo momento il bilancio della Polstrada parlava di otto morti. In realtà, in una vettura, completamnete fusa tra le fiamme, si vedevano quattro corpi ma le vittime erano tre; il quarto blocco fuso era ciò che restava di un frigorifero. La A4, in pochi minuti si è trasformata in un girone infernale, con polizia stradale, vigili del fuoco e autombulanze in difficoltà per raggiungere il luogo del disastro. I pompieri hanno dovuto lavorare a lungo per domare l'incendio di camion e auto, tanto che le fiamme si levavano alte di alcuni metri.


Un lavoro pesante e pericoloso perchè il fuoco poteva coinvolgere anche altre auto poco distanti. Fino alle 8 di ieri sera una delle vetture coinvolte, una Bmw 535 nera, era ancora incastrata sotto uno dei due tir e i cadaveri non erano ancora stati estratti. Ferita leggermente una coppia austriaca e la loro testimonianza è agghiacciante. Hanno raccontato che erano a bordo del loro camper che era dietro il tir impazzito. L'austriaco ha cercato di evitarlo e il mezzo si è rovesciato disintegrandosi.

La protezione civile della Provicia di Treviso ha fornito agli automobilisti incolonnati per ore acqua fresca e solo verso le 19 è stata riaperta la corsia di emergenza in direzione Trieste. Il grave incidente ha riaperto la vecchia polemica dei lavori autostradali. Secondo Carmelo Lentino, portavoce di BastaUnAttimo, campagna nazionale sulla sicurezza stradale, «è necessario bloccare i mezzi pesanti anche di venerdì».
(09 agosto 2008)


http://ilpiccolo.repubblica.it/dettaglio/Tir-salta-la-carreggiata-7-morti-sulla-Trieste-Venezia/1499705?edizione=EdRegionale

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A proposito di guerre... [:V]

La Georgia ha bombardato l’Ossezia del Sud. Un piccolo Stato, una media provincia italiana. La stima è di 1300 morti. Quasi tutti civili. La Russia ha quindi invaso l’Ossezia con i suoi carri armati e bombardato Tiblisi, la capitale della Georgia. Nel frattempo Putin e Bush si scambiano convenevoli alle Olimpiadi dell’Ipocrisia e l’Unione Europea tace. E’ un’altra guerra che si combatte per l’energia. Dal Kazakistan petrolio e gas potrebbero arrivare in Europa senza passare in territorio russo. La Georgia è armata da Israele e dagli Stati Uniti. Il suo presidente si fa riprendere tra la bandiera nazionale e quella dell’Unione Europea, di cui la Georgia vuol entrare a far parte.
L’Ossezia è un episodio della guerra mondiale per il petrolio iniziata con la prima invasione dell’Iraq nel 1991. Saddam attaccò il Kuwait e Bush padre intervenne. Non per liberarlo, ma per impedire a Saddam di controllare i flussi di petrolio del Golfo Persico. Bush figlio terminò il lavoro con la panzana delle armi di sterminio di massa. Pensate che agli americani interessi il destino degli abitanti del Kuwait o dell’Iraq, quando gli Stati Uniti non hanno mosso un dito per i genocidi del Ruanda e del Darfur?
La Cina compra petrolio dall’Iran, probabilmente lo arma. L'Iran vuole imporre il petrol-euro al posto del petrol-dollaro. Israele minaccia di bombardare l’Iran per la sua politica di sviluppo nucleare. La Cecenia è strategica per gli oleodotti russi. Questo è il motivo dei massacri ceceni e della guerra permanente. Il mondo è diviso in zone d’influenza del petrolio. Dove ci sono pozzi di petrolio c’è una guerra o un’occupazione militare (quasi sempre). Dove è strategico il passaggio di petrolio c’è un conflitto armato (quasi sempre). I G8+1 (la Cina) e -1 (l’Italia) si riuniscono periodicamente per concordare le zone di influenza energetica. Tra loro la guerra non può scoppiare. Fanno massacrare i loro sudditi in guerre minori. Avamposti mascherati che comprano (anche) le loro armi. Business doppio: armi e petrolio.
Beati i popoli senza pozzi di petrolio perché erediteranno la pace.


http://it.youtube.com/watch?v=K-Khsfj7yo4


Narya [:310]

"Lui cavalcò lungo le strade della città,
scendendo dalla sua alta collina.
Giù per le curve e i gradini e le pietre,
lui cavalcò al sospiro di quella donna.
Il suo segreto tesoro era lei,
la sua vergogna e la sua benedizione.
A nulla valevano una collana e una fortezza,
a confronto del bacio di quella donna"

Modificato da - Narya in data 24 agosto 2008 17:51:38
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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


4501 Messaggi

Inserito il - 10 agosto 2008 : 13:45:01  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho visto al tg le immagini dell'incidente. E' qualcosa di infernale... penso a chi si vede inghiottire dalle lamiere e mi prende un'angoscia e una tristezza...

il magone me lo ha appena fatto venire l'abbraccio tra l'atleta della Georgia e quella della Russia... a pensare che tra le persone sia così facile essere amici... ma nei loro paesi stanno cadendo le persone schiacciate da una guerra assurda... Penso alla disperazione di quell'uomo su un cumulo di macerie, con il fratello morto tra le braccia... alla tristezza infinita che si vede negli occhi dell'atleta georgiana e di suo padre che pensano a chi è a casa e muore di una morte assurda...
Queste cose mi fanno star male... magari domani me ne sono già dimenticato, ma oggi sento un macigno sul cuore...

CollevEnt [:381]
_________
"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Narya
Entino




Neverland


1871 Messaggi

Inserito il - 10 agosto 2008 : 22:47:45  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
A chi interessasse l'argomento Ossezia/Georgia ecco il link con aggiornamenti costanti:

http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idart=11883


Narya [:310]

**************************************************************************
"Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento? Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente? Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna; I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna. Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? Chi tornerà dal mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?"

"Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai, e cantando al sole la spada sguainai. Svanita ogni speme, lacero è il cuore: ci attende la collera, la rovina ed il notturno bagliore!"
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Narya
Entino




Neverland


1871 Messaggi

Inserito il - 18 agosto 2008 : 20:33:07  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dal blog del Grillo...

La Dora scende dalle Alpi, attraversa Torino e, prima di entrare nel Po, diventa d’oro. Il cromo esavalente delle fabbriche, versato a tonnellate, la tocca come re Mida. La Dora assume allora quel caratteristico giallo paglierino che darà tono e sapore ai vini più pregiati del Piemonte.
Il cromo esavalente è cancerogeno e mutageno, provoca aborti, sgretolamento delle ossa, insufficienza epatica cardiaca e renale, dermatiti, perforazione del setto nasale preceduta da emorragie e, ovviamente, tumori. Il dottor Roberto Topino, specialista in Medicina del Lavoro, mi ha inviato dei filmati della Dora verdeoro. La ThyssenKrupp, quella dell’incenerimento sul lavoro degli operai, è sempre in prima linea nella protezione della salute. Il massimo ammissibile per il cromo esavalente è di 5 microgrammi per litro, nella Dora sono stati trovati fino a 455 microgrammi per litro. Si capisce finalmente il mistero del colore giallognolo di Sergio Chiamparino e di Piero Fassino.
Nessuno controlla. Le ASL, i sindacati, il Comune, la Provincia, la Regione. Un medico deve farlo al loro posto. Improvvisarsi investigatore e filmare, documentare i nuovi untori del cancro. Dopo le sue denunce, comunque non succede nulla. Le fabbriche che hanno inquinato la Dora devono chiudere DOMANI. I loro responsabili portati SUBITO in tribunale per strage aggravata da futili motivi, in sostanza tumori ai cittadini per risparmiare i soldi dello smaltimento del cromo. Non si possono continuare a proteggere dei delinquenti con la scusa del lavoro.
La Dora cromata esavalente è uno scandalo a cielo aperto. Se c’è un magistrato a Torino che segue il blog apra un’inchiesta.


Esaltante vero? [xp]

Narya [:363]

**************************************************************************
"I amar prestar aen. Han mathon ne nen. Han mathon ne chae. A han noston ned 'wilith."

"Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento? Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente? Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna. I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna. Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? Chi tornerà dal mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?"

"Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai, e cantando al sole la spada sguainai. Svanita ogni speme, lacero è il cuore: ci attende la collera, la rovina ed il notturno bagliore!"
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Silma
Ent




Abruzzo


2934 Messaggi

Inserito il - 21 agosto 2008 : 23:16:19  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
So che la Narya boicotta le Olimpiadi, ma questa la devi sentire...
Avete presente il pentatlon? Cinque prove, adesso le fanno tutte in una giornata, la terza (se ben ricordo) è il salto a ostacoli, a cavallo.
I cavalli per il pentatlon li fornisce la Nazione spitante e vengono sorteggiati tra gli atleti partecipanti. Il punteggio finale è dato dalla media tra le cinque prove.
Ebbene, si sa che è la prova più rischiosa, perché i fantini incontrano per la prima volta il proprio cavallo 20 minuti prima di entrare nel campo, sono pochissimi per prendere confidenza, ed un cavallo che non si fida del cavaliere non salta, ma un fantino di livello olimpico (allenatosi a queste eventualità) ed un cavallo di livello olimpico (addestrato a queste situazioni) ce l'han sempre fatta.
Ebbene, su 22 cavalli, la Cina ne ha forniti 4 di livello quasi olimpico, gli altri mediocri o scarsissimi. Si sono viste certe scene...(pochissime, l'equitazione è stata snobbata dalle reti televisive, ma quanto basta)...cavalli che prendevano di petto gli ostacoli travolgendoli, altri che tranquillamente ci giravano attorno, del tutto ignari di qualcosa che si chiama saltare...altri che, incerti, si fermavano a metà salto, rovinavano a terra con tutto il fantino e per poco non lo accoppavano scalciando per rialzarsi.
Bravo il bielorusso che, rimontato in buon ordine, ha rivolto qualche carezza rassicurante al suo destriero...povera bestiola, mica colpa sua se l'han messo lì in mezzo, secondo me neppure capiva perché s'agitazzero tanto quei tipi in cap e stivali.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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Narya
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Inserito il - 24 agosto 2008 : 17:49:11  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Se la gente ragionasse invece di pensare solo agli introiti, se capissero che fare uno sport con un cavallo non è come farlo per conto proprio, che il cavallo è un animale estremamente sensibile, pauroso, nato preda, che necessita di attenzioni e cure particolarissime, di confidenza totale col suo cavaliere... non per niente nell'equitazione il cavallo e il cavaliere sono chiamati "binomio", perché indivisibili, un tutt'uno.
Se soprattutto si rendessero conto che un cavallo non sceglie di fare lo sportivo... beh, evito di continuare, se no entro nell'argomento Palio di Siena, argomento tabù tra me e la Luthien (altrimenti litighiamo [;)]), ma non solo: argomento corse all'ippodromo, salto ad ostacoli, cross country, reining, ecc... insomma, tutto ciò che coinvolge questa meraviglia della natura, spesso strafatta di droghe (almeno se lo cercasse... almeno fosse "robba bbona"), spesso maltrattata, spesso gettata al macello quando non frutta più guadagni...
Io mi rifiuto di montare un cavallo se non è ben tenuto e soprattutto se vedo che non desidera essere montato quel giorno. Deve essere un piacere per entrambi.
E soprattutto mi sono sempre rifiutata di toccare carne di cavallo... sarebbe come mangiarmi un cane o un gatto, anzi peggio, un essere umano... [xx-(]

Narya [:363]

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"I amar prestar aen. Han mathon ne nen. Han mathon ne chae. A han noston ned 'wilith."

"Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento? Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente? Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna. I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna. Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? Chi tornerà dal mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?"

"Dal dubbio e dalle tenebre verso il giorno galoppai, e cantando al sole la spada sguainai. Svanita ogni speme, lacero è il cuore: ci attende la collera, la rovina ed il notturno bagliore!"

Modificato da - Narya in data 24 agosto 2008 20:43:07
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Inserito il - 25 agosto 2008 : 23:37:53  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Narya ha scritto:

E soprattutto mi sono sempre rifiutata di toccare carne di cavallo... sarebbe come mangiarmi un cane o un gatto, anzi peggio, un essere umano... [xx-(]

Narya [:363]


La distinzione tra specie animali è totalmente soggettiva... tra quali possiamo usare per i nostri scopi o meno e sul tipo di attività da fargli eventualmente fare (trasporto, cibo, tempo libero, compagnia, protezione, guida, ecc.)...

CollevEnt [:381]
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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Inserito il - 26 agosto 2008 : 00:16:27  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ma infatti io parlo per me [;)]
I cinesi e i vietnamiti mangiano cani e gatti tanto quanto noi mangiamo i polli. Gli americani non mangiano conigli perché per loro sono animali da compagnia. I tibetani utilizzano ogni parte dello Yak, dalla più grande alla più piccola, per un'infinità di cose, ma solo dopo che lo Yak è morto di morte naturale. Alcune popolazioni africane sono cannibali...

Non mi permetterei certo di giudicare chi mangia o meno una certa specie animale. L'unico giudizio che mi permetto di dare è quello sullo sfruttamento estremo in questo caso dei cavalli, che soffrono troppo spesso le pene dell'inferno per i nostri sollazzi. Come sono contraria al doping ed all'estremizzazione degli allenamenti per gli esseri umani, lo sono ancor più per gli animali, che oltretutto non si scelgono la vita dello sportivo come fa un essere umano. Ovviamente non parliamo di quello che sono incontri di lotta tra cani o altri animali (che oltretutto sono illegali), utilizzo (quasi sempre violento) di animali nei circhi (quanto bello è il Cirque Du Soleil? E non ci sono animali!), nelle fiere (incluso l'utilizzo di animali come premio per i giochi nelle fiere: premio che spesso fa una brutta fine...), and so on... Ma lo stesso discorso vale per il cibo: sono stata vegetariana, ora non lo sono più, ma questo non vuol dire che resti comunque contraria all'allevamento intensivo degli animali da macello ed a quello in batteria delle galline ovaiole. Le uova che compro sono solo di galline allevate all'aperto e se riesco faccio di tutto per comprare carne di animali allevati all'aperto. Certo, non sempre si può fare, ma nel mio piccolo cerco di seguire questa piccola regola: rispettare ogni essere vivente il più possibile. Il fatto che un essere vivente ci nutra non include che lo si debba maltrattare: il suo sacrificio mi sembra già fin troppo.
Non parliamo poi dell'uso di anabolizzanti e antibiotici in modo sbagliato, o dell'uso delle farine animali per nutrire esseri erbivori: diciamo che la mucca pazza e i polli alla diossina sono una ragionevole risposta di madre natura alle nostre efferatezze. Senza contare il fatto che è scientificamente provato che animali troppo stressati e maltrattati sviluppano tossine che poi noi andiamo ad ingerire al momento del consumo, e già questo dovrebbe farci riflettere, se non altro per la nostra salute...

Ma questo post dovevo metterlo nella sezione "I nostri amici animali" [:137]

Narya [:363]

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Inserito il - 31 agosto 2008 : 22:00:32  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dal blog del Grillo... [xp]

Maurizio Beretta è un ex giornalista di regime. Maurizio continua a disinformare per conto di Confindustria nel suo nuovo ruolo di direttore generale. I morti sul lavoro trasformati in una guerra di numeri. Un taglio di 374 morti sul lavoro, un confronto falsato con gli altri Stati europei, trasformare i morti in cantiere in incidenti stradali. Un link scomparso dal sito dell'Inail. E il gioco è fatto. Il morto non c'è più e l'Italia è all'avanguardia per la sicurezza sul lavoro. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Marco Bazzoni risponde a Beretta punto per punto. Menzogna per menzogna.
Leggete il libro "Morti Bianche" di Samanta Di Persio disponibile sul blog a prezzo libero.

"Egregio direttore Generale di Confindustria Maurizio Beretta,
leggendo la notizia di ieri dell'agenzia Asca "INCIDENTI LAVORO: BERETTA, 500 MORTI L'ANNO. MENO DI FRANCIA E GERMANIA", e guardando il video dell'intervista su YouTube "Beretta:Morti sul lavoro, in Italia il 50% in itinere",
vorrei dirLe, come ho detto a suo tempo (sempre tramite lettera) al Ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che non è assolutamente vero che il 50% degli infortuni mortali sul lavoro sono in "itinere", cioè nel tratto casa/lavoro- lavoro/casa, ma sono molti meno.
Al seguente link era stata pubblicata la tabella con i dati degli ultimi 10 anni sugli infortuni sul lavoro, quindi compresi quelli in itinere (mortali e non):
http://www.inail.it/repository/ContentManagement/node/N670419722/Andamento_storico.pdf
Però adesso, "stranamente", non è più possibile aprire tale tabella. Sarà un caso?!
Cmq, no problem, io mi ero già ricopiato, a suo tempo, i dati sugli infortuni mortali in itinere:
- anno 1997 (1392, in itinere 104, con una percentuale del 7,5%),
- anno 1998 (1442, in itinere 104, con una percentuale del 7,2 %),
- anno 1999 (1393, in itinere 102, con una percentuale del 7,3 %),
- anno 2000 (1401, in itinere 53, con una percentuale del 3,8%),
- anno 2001 (1546, in itinere 296, con una percentuale del 19,1 %),
- anno 2002 (1478, in itinere 396, con una percentuale del 26,8 %),
- anno 2003 (1445, in itinere 358, con una percentuale del 24,8 %),
- anno 2004 (1328, in itinere 305, con una percentuale del 23 %),
- anno 2005 (1280, in itinere 279, con una percentuale del 21,8 %),
- anno 2006 (1341, in itinere 266, con una percentuale del 19,8%).
Mentre per quanto riguarda i dati per l'anno 2007, gli infortuni mortali sono stati 1210 (dati provvisori quelli in itinere 296, quindi con una percentuale del 24,5%.
Quindi ben lontani dal dato fornito da lei del 50 %.
Inoltre, mi suona nuova la cosa, che le imprese investano 12 miliardi di euro in sicurezza sul lavoro, proprio non la sapevo.
Ritornando agli infortuni mortali in itinere, secondo me è giusto che vengano considerati infortuni mortali sul lavoro, perchè un lavoratore non va a divertirsi, ma va al lavoro o torna dal lavoro.
Sembra quasi che la maggior parte della colpa degli infortuni mortali sul lavoro sia da imputare alle strade e non alle imprese, ma le cose non stanno proprio così caro direttore Beretta.
Inoltre, morire in un cantiere stradale, quello non è un morto sul lavoro?! Infine, come fa a dire 500 morti sul lavoro all'anno, meno che in Francia e Germania?
Basta aprire il rapporto annuale Inail per l'anno 2007. Andare a pagina 12, e leggere cosa c'è scritto nella tabella "Infortuni mortali avvenuti negli anni 2006-2007 per gestione e tipologia di accadimento: nell'anno 2007, c'è scritto; infortuni mortali in occasione di lavoro = 874, e non 500!
Nell'attesa di una sua risposta, La saluto."Marco Bazzoni - Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Email: bazzoni_m@tin.it


http://it.youtube.com/watch?v=tvE5n5JyOEc

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Inserito il - 02 settembre 2008 : 13:26:23  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' un po' lunghino, ma ne vale la pena se si vuole avere qualche idea sul marasma Alitalia...

http://it.youtube.com/watch?v=2RRNWHTNa_c

Narya [:363]

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Inserito il - 03 settembre 2008 : 21:39:40  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ragazzi devo darvi una una triste notizia...il papà di Trilly è morto stamane alle 10,30.
Mi ha espressamente detto di scrivervelo , io l'ho saputo cinque minuti fa.
Sappiate che un pensiero , anche in un momento così doloroso per lei, per voi lo ha avuto e questo vuol dire moltissimo secondo me.

bal

P.S. nel momento ho messo il post nella sezione sbagliata , spero capirete...non me la sento di spostarlo adesso....

Modificato da - balrog in data 03 settembre 2008 23:16:31
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Inserito il - 05 settembre 2008 : 15:38:34  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il decreto legge sulla scuola non tocchera' il tempo pieno e gli insegnanti di sostegno. Con il ritorno al maestro unico, previsti tagli per 87.000 posti pari al 7% dell'organico. Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intervenuta questa mattina ai microfoni di 'Radio Anch'io'. La situazione della scuola italiana e' "molto grave, vicina al collasso: il 97% della spesa e' in stipendi; la qualita' della scuola - sottolinea il ministro - non dipende da quanto, ma da come si spende". Saranno quindi tagliati "87.000 posti in 3 anni, il 7% della spesa: non possiamo piu' rimandare, non ha senso difendere lo status quo". I tagli non riguarderanno gli insegnanti di sostegno, perche' il governo "non ha nessuna volonta' di penalizzare gli studenti diversamente abili". Le scuole elementari italiane sono tra le migliori al mondo, ma la qualita' non diminuira' con la riduzione a 24 ore dell'orario scolastico e con il ritorno al maestro unico, "esigenza pedagogica precisa perche' il bambino ha bisogno di un punto di riferimento preciso per la sua crescita armonica". Verra' meno la compresenza in classe con altri insegnanti, ma non diminuira' "il tempo pieno, anzi riusciremo ad aumentarlo senza spendere piu' soldi". Per quanto riguarda la formazione degli insegnanti, con il blocco delle graduatorie restano inutilizzate le Scuole di specializzazione all'insegnamento secondario (SSIS) che abilitano all'insegnamento. Un "atto di onesta' intellettuale perche' cosi' come era previsto il meccanismo sfornava solo precari. Ne abbiamo troppi - aggiunge il ministro Gelmini - la politica li ha presi in giro: io non me la sento di prendermi questa responsabilita' morale prima che politica. Abbiamo potuto mettere in ruolo solo 25.000 persone, quello che il sistema consente". Un'altra misura prevista dal decreto e' l'edizione dei libri scolastici "ogni 5 anni per aiutare le famiglie in questo momento di difficolta' economica e per evitare una certa disinvoltura alla ristampa dei libri, spesso inutile". (AGI) - Roma, 4 set.


Ecco... e siccome il modello della nostra scuola primaria è uno dei migliori d'Europa... cambiamolo! Che genio di donna... [xx-(]

Sani!
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Inserito il - 06 settembre 2008 : 12:42:34  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Altolà alla Bersani. Le medicine tornano in farmacia
Presentato un disegno di legge in Senato che punta ad eliminare la famosa lenzuolata di Bersani


Dimenticatevi le parole libera concorrenza, mercato, competitività. Almeno per quanto riguarda i farmaci. In Parlamento c’è un disegno di legge, contrassegnato dal numero 863, dal titolo “Disposizioni normative in materie di medicinali e di riordino dell’esercizio farmaceutico”, di iniziativa del senatore Maurizio Gasparri. Un malloppo di norme che si contraddistingue per il palese tentativo di ripristinare il monopolio delle farmacie.

Ecco quello che dice l’articolo 1: “La distribuzione delle specialità medicinali sul territorio è riservata in esclusiva alle farmacie aperte al pubblico, fatte salve le specialità previste dal comma cinque”. E leggendo il comma 5 ed altri cavilli a loro volta chiamati in causa, si chiarisce la nuova linea che il legislatore vuole imprimere alla materia: saranno disponibili nei supermercati solo i farmaci non soggetti a prescrizione medica che “per dose unitaria, per numero di unità, per numero di unità posologiche contenute nella singola confezione e per tipo di forma farmaceutica possono essere vendute anche al di fuori delle farmacie e senza l’obbligo della presenza del farmacista”. Inoltre nell’elenco non potranno far parte i farmaci che “richiedono particolari condizioni di conservazione o che abbiano validità inferiore a diciotto mesi”.
Sarà la Commissione permanente del farmaco a stabilire quali medicine diventeranno off limits. In ogni caso una grossa fetta di prodotti farmaceutici saranno eliminati dai banchi dei supermercati e delle parafarmacie.

Secondo il segretario nazionale del Centro per i dritti del cittadino, Ivano Giacomelli, “Siamo di fatto davanti al ripristino di una condizione di monopolio delle farmacie, un ritorno al passato che si traduce esclusivamente in un atteggiamento ottuso dei nostri rappresentanti e nella pratica dispotica di disfare ciò che si è fatto nella precedente legislatura. Non capisco il senso di questa disposizione, se non quello di restituire i privilegi ad una casta, a netto discapito dei consumatori, che con la lenzuolata Bersani avevano avuto l’illusione di un cambiamento in senso concorrenziale del mercato”.(F.C.)

[:435]

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Inserito il - 08 settembre 2008 : 23:42:25  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dal blog del Grillo... [B)]

Colpetto di Stato
Un blogger mi ha segnalato una modifica del Codice Penale che abolisce il reato di colpo di Stato. E’ successo due anni fa, con il penultimo governo dello psiconano. Ma nessuno se ne è accorto. Lo ammetto, neppure io. Giornali e televisioni ripieni di giornalisti e direttori piduisti neanche. Si sono voltati dall’altra parte di fronte allo stravolgimento dell’articolo 283.
Dal 2006 partiti, massonerie coperte e organizzazioni criminali possono fare un colpo di Stato senza conseguenze. Purchè non usino 'atti violenti'. Lo possono fare con la corruzione, con l’informazione deviata, con i criminali in Parlamento sottratti alla scelta elettorale per l’abolizione della preferenza.
Questi, sia i PDL che i PDmenoelle, si sono cautelati per il futuro. Metti che le cose cambino. Che in Italia si affermi la democrazia. E che qualcuno chieda conto a questi impuniti delle loro azioni, anche del colpetto di Stato che hanno già fatto. In quel caso si appelleranno al nuovo Codice Penale, il Codice P2, in nome della giustizia.

“Caro Beppe,
il 13 marzo 2006 sono stati modificati vari articoli del Codice Penale riguardanti gli attentati allo Stato. Di sicuro il paese sentiva un gran bisogno di queste modifiche. La più interessante è la quella dell'articolo 283 del Codice Penale. Così recitava:
'Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall'ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni.' E' stato modificato in: 'Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiore a cinque anni'."
Con atti violenti, non attraverso il partito di cui è padrone o corrompendo parlamentari attraverso le loro amanti. Preparati al Golpe, ma non temere se non ci saranno 'atti violenti', sarà perfettamente 'legale'. Per pura coincidenza ricordo che l'articolo 283 è quello che fece processare la P2."



Sani!
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Inserito il - 12 settembre 2008 : 10:45:27  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Dopo queste schifate di casa nostra vi dico cosa ho letto sul giornale ieri:

C'era una volta un contingente ONU in Bosnia, ormai nel lontanissimo 1995. Le truppe serbe entrarono in Srebrenica una certa giornata... lì c'erano i caschi blu olandesi, ma il loro mandato non permetteva di difendere la popolazione, a quanto pare.

Ecco, i soldati serbi, sotto il comando di un macellaio (non ricordo il nome in questo istante), trascinarono fuori dalle loro case un po' di gente, quasi 8000 persone, e ad uno ad uno li uccisero. Dai bambini agli anziani. I caschi blu stavano a guardare... secondo alcuni familiari delle vittime anzi spingevano fuori dalle case i bosniaci (forse per non avere casini loro stessi).

Quasi 8000 morti all'ombra delle bandiere, dei carri armati e dei caschi dell'ONU.
Il tribunale (con sede nei Paesi Bassi, per coincidenza) ha assolto in questi giorni i militari olandesi dicendo che la responsabilità di questa faccenda è dell'ONU.

Peccato che questo stesso tribunale abbia assolto un po' di tempo fa l'ONU stessa.

E così il cerchio si è chiuso. Sopra migliaia di morti e sopra le loro famiglie che si sentono parenti di gente senza valore.


Mi vergogno per questi parrucconi.

CollevEnt [:381]
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Inserito il - 12 settembre 2008 : 15:46:05  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vi faccio un veloce reportage linkato, dato che non ho tempo di scrivere perché sono in partenza... per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento sopra citato dall'Ammonzio prego cliccare:
http://www.comune.siena.it/main.asp?id=3428
http://www.resistenze.org/sito/te/po/bs/pobs8g29-003544.htm

PS: bambini, non accettate caramelle dagli sconosciuti... soprattutto se sono militari americani! [xx-(]

Sani!
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Modificato da - Narya in data 12 settembre 2008 15:49:17
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Inserito il - 19 settembre 2008 : 21:25:44  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vi posto per intero la lettera che mi è appena giunta dalla Fondazione "James Non Morirà", attraverso la quale ho adottato a distanza Fiore.
E' un po' lunghina, ma leggerla aiuta a riflettere molto...

Settembre 2008



Anche questa volta il tempo è passato veloce ed è tanto che non mi faccio sentire, per darvi notizie ed informazioni sulla nostra attività. Me ne accorgo anche dalle richieste e dai solleciti che ricevo da coloro che scrivono per avere notizie, da coloro che manifestano il desiderio di leggere qualcuna delle tante storie che avvengono in quel lontano angolo di mondo e che tento di raccontarvi..

Storie, storie, storie. Quante storie da raccontare. Non so proprio da quale cominciare.

Nell’ultima lettera vi avevo promesso di raccontare quella di Trasina. Ho pensato però che sia meglio, visto che è una bella storia e che potrebbe avere un ulteriore sviluppo positivo, raccontarla la prossima volta, insieme ad un’altra storia, molto più drammatica ed accaduta di recente, proprio per contrapporla a quest’ultima.

Questa volta ho scelto di raccontarvi un’altra storia, una bella storia ed una esperienza personale.



La storia è legata alla costruzione della scuola per bambini ciechi, della quale vi ho parlato nel settembre dello scorso anno. Finalmente, dopo non poche difficoltà, la costruzione è stata completata. Grazie agli specifici finanziamenti ricevuti, ed in particolare a quelli di Nino, il costo della costruzione e dell’arredamento è stato quasi interamente coperto, senza dover ricorrere, se non in minima parte, alle altre disponibilità. Alla fine della scorsa primavera sono arrivati anche i banchi, le cattedre e gli altri mobili. La scuola dovrebbe iniziare ad operare già con l’anno scolastico 2008. Durante l’estate, le autorità locali, per favorire e diffondere la conoscenza della esistenza della scuola e per dimostrarne la utilità tra la popolazione, hanno organizzato un pre-corso, al quale hanno partecipato circa trenta bambini. Alle fine del corso sono stati anche premiati i più bravi. Prossimamente le autorità inaugureranno ufficialmente la scuola, che potrà quindi iniziare a svolgere la propria attività con corsi regolari. A Natale inserirò nel nostro sito alcune foto della scuola e delle aule, con i bambini che la frequentano.



Ma, come dicevo, alla costruzione della scuola è legata la storia di due fratelli: Hadera e G/Sghier.



Negli anni scorsi - Francesco era appena arrivato in Etiopia - una mattina, mentre era al mercato del sabato - quello che raduna tutte le genti dei villaggi circostanti che partono nella notte fonda, per arrivare al mattino e vendere o comprare la loro mercanzia, dopo anche otto o dieci ore di cammino – si accorse che una piccola mano si stava infilando nella tasca dei suoi pantaloni.

Era una piccola bambina, di sette od otto anni, che cercava di rubare qualche banconota dalla tasca di quel “ferengi” quello “straniero bianco”, l’unico bianco in quel mercato di sola gente africana.

La bambina veniva al mercato del sabato per chiedere l’elemosina e, per impietosire di più le persone, portava anche il fratellino cieco, di tre o quattro anni più grande di lei.

Il sorriso e lo sguardo che la bimba, per nulla spaventata, rivolse a Francesco, lo conquistarono immediatamente, malgrado il maldestro tentativo di furto e fecero svanire, prima ancora che riuscisse a manifestarsi, ogni istintiva reazione.

Francesco vide i due bambini e, soprattutto, vide lo sguardo ed il sorriso di Hadera spuntare dal quel visetto bello e sporco. Si inginocchiò vicino a lei, le fece una carezza, le sorrise, mentre lei continua a guardarlo ed a sorridergli. Poi la prese per mano e se la portò dietro, mentre girava per il mercato.

Francesco, quel sabato e nei sabati successivi, quando andava al mercato, chiedeva ad Hadera di fare alcuni acquisti per suo conto e, quando lei tornava con le cose che Francesco le aveva richiesto, la premiava con qualche banconota, che Hadera prendeva con orgoglio. Un modo per evitare di darle una elemosina e per cercare di stabilire pian piano con lei un rapporto di fiducia.

Un giorno, per caso, mentre girava per Adwa andando a cercare le famiglie più povere, Francesco scoprì dove abitavano i due bambini. Così fu possibile aiutarli in modo più continuo e stabilire con loro un rapporto personale, che servì a convincere il fratellino più grande ad accettare la proposta di Francesco di frequentare una scuola per ciechi. G/Sghier si è così trasferito in un’altra cittadina, piuttosto distante da Adwa, dove esiste una scuola per ciechi che ha potuto frequentare e dove vive in permanenza, ritornando a visitare la famiglia un paio di volte all’anno.

Nei mesi scorsi G/Sghier è tornato ad Adwa per una di queste periodiche visite alla famiglia.

Una mattina, insieme alla sorella Hadera, si è presentato al nostro villaggio. È diventato un ragazzo grande di circa 16/17 anni e, dopo averci salutato e raccontato brevemente della sua vita e della scuola, che ha quasi terminato, ci ha espresso il desiderio di parlare a tutti i bambini che vivono nel nostro villaggio, ai quali intendeva raccontare la propria storia.

Abbiamo accolto con sorpresa e gioia la sua richiesta e abbiamo organizzato l’incontro, al quale hanno partecipato non solo i bambini, ma anche buona parte dei lavoranti del nostro Villaggio.

G/Sghier ha cominciato a parlare, con piglio autorevole e deciso, dicendo cose inaspettate.

Così si è rivolto ai bambini: voi, vedendomi, pensate che io sia cieco? Io ero cieco. Voi credete che essere ciechi sia una disgrazia? Una volta lo credevo anch’io. Voi pensate che essere ciechi condanni a dover vivere chiedendo l’elemosina? Lo pensavo anch’io. Voi credete che la cecità sia una malattia che deriva da una maledizione? Lo credevo anch’io.

Poi ha preso un libro scritto in braille e, sfiorandolo con le mani, ha cominciato a leggere. I nostri bambini lo guardavano con gli occhi sgranati, non riuscendo a credere a ciò che vedevano ed interrogandosi sottovoce l’un l’altro, come se stessero assistendo ad uno spettacolo di magia.

Vedete, ha detto G/Sghier, io riesco a leggere utilizzando le dita. Leggo esattamente come voi e posso anche scrivere e rileggere ciò che ho scritto. Dunque sono come voi, posso imparare le stesse cose che imparate voi a scuola e, in effetti, le ho imparate. Ed ha cominciato a parlare di geografia, di aritmetica, di storia. Ha anche effettuato alcuni semplici calcoli, addizioni e moltiplicazioni, lasciando ancor più stupefatti i nostri bambini. Dunque, ha proseguito G/Sghier, io non sono più cieco, perché leggo e scrivo come voi. Non sono condannato a vivere per tutta la vita chiedendo l’elemosina, ma posso trovare un lavoro e, spero, proseguire negli studi. La cecità non è una disgrazia che condanna per tutta la vita, ma solo una difficoltà in più che, con la volontà, si può superare. La cecità non è una maledizione del cielo od un malocchio inviato da qualcuno. La cecità è la conseguenza di malattie che, come nel mio caso, derivano dalla mancanza di pulizia e dalla mancanza di cure.

Io sono riuscito a vincere la “condanna” della cecità, grazie all’aiuto che mi è stato offerto. La mia vita, grazie a questa possibilità, è cambiata completamente e, per il mio futuro, ho fiducia, molta fiducia. Anche a voi, che vivete nel Villaggio è stata offerta una possibilità, come è stata offerta a me. Non buttatela via. Ringraziate per l’occasione che vi viene donata. Impegnatevi nello studio, imparate più che potete. Sfruttate tutte le possibilità che Francesco e Nevia vi offrono. Siete bambini fortunati, perché avete una occasione unica, che pochi altri hanno.

Per il mio futuro ho anche un sogno. Vorrei essere uno dei maestri della scuola per ciechi che Francesco e Nevia hanno costruito qui ad Adwa. Così potrei tornare nella mia città, con la mia famiglia, dove ho passato la mia infanzia e potrei essere di aiuto a tanti altri bambini che, come me, sono diventati ciechi, per aiutarli a capire che la cecità non deve essere considerata come un handicap insormontabile o come una maledizione, ma come una malattia che si può vincere. E spiegare anche che, con la pulizia e con le cure, è possibile evitarla.

Volevo proprio dirvi questo e dimostrarvi che è possibile. E, soprattutto, pensate a quanto siete fortunati ad essere stati accolti ed a vivere nel Villaggio, andare a scuola, avere una casa ed avere due genitori come Francesco e Nevia che vi vogliono bene e che desiderano il vostro bene.

Poi G/Sghier ha chiuso il suo libro e ci ha ringraziato per avergli dato l’opportunità di parlare.

Era lui che ci ringraziava, mentre pensavamo che nessuno, neppure dietro suggerimento, avrebbe potuto fare un discorso così bello e così concreto.

Era sceso, nella sala dove aveva parlato, un silenzio pieno commozione, rotto all’improvviso dalle grida dei bambini che gli sono corsi intorno per abbracciarlo, toccarlo, tenergli la mano.

Quando ci ha salutato, ci siamo abbracciati forte e lui si è accorto benissimo della nostra commozione. Come non esserlo? Chi poteva immaginare che da G/Sghier, il piccolo mendicante del mercato di alcuni anni prima, potesse venire un discorso così profondo e così meraviglioso.

Soprattutto nei confronti dei nostri bambini che, avendolo ascoltato da uno di loro, lo ricorderanno molto meglio e lo terranno in grande considerazione.



E Hadera? È una bellissima fanciulla anche se non ha una vita facile. La madre è gravemente malata, sia fisicamente che mentalmente, quindi del tutto inabile a qualsiasi lavoro, necessitando essa stessa di assistenza. Così Hadera, oltre all’impegno scolastico, la sera deve occuparsi della mamma, della casa, di preparare da mangiare e di provvedere anche agli altri fratellini più piccoli.

Ha solo 13 anni, circa.

Al mattino frequenta la scuola, poi resta fino al tardo pomeriggio nel Villaggio per fare i compiti e giocare un po’ con le amichette più grandicelle. Poi scappa a casa, per svolgere tutto il lavoro che l’aspetta.

Ma queste difficoltà, che purtroppo non sono infrequenti, non incidono sulla sua volontà e sulla sua determinazione anche se, quando può, si accoccola volentieri tra le braccia di Nevia o di Luciana.

È la prima della classe e anche lei, come il fratello, coltiva un sogno, che ci ha manifestato.

Desidera diventare infermiera o maestra per venire ad aiutare i nostri bambini

Hadera, la piccola ladruncola e G/Sghier, il fratellino cieco. Da piccoli mendicanti, da bimbi senza speranza, a ragazzi bravissimi a scuola e con dei sogni per il loro futuro.

Per loro - grazie a tutti i nostri amici, sostenitori ed offerenti - si sono veramente aperte le porte di quel piccolo paradiso, che è il Villaggio.



Infine qualcosa di diverso.

Il racconto di un avvenimento accadutomi personalmente, che desidero condividere con tutti voi.



Ad Adwa transitano di frequente gruppi di profughi dall’Eritrea. Si tratta di persone che hanno discendenza o parentela etiopica o comunque un legame con questa nazione, che le autorità dell’Eritrea cacciano dal paese - in genere all’improvviso, senza permettere loro di vendere i propri beni o portarli con loro - caricandole su dei camion e scaricandole al confine con l’Etiopia. Si tratta di un flusso continuo, di gruppi di alcune migliaia di persone. A volte si tratta “solo” di due mila, altre volte i gruppi sono assai più numerosi. I profughi vengono accolti in un campo appositamente allestito ad Adwa, che è vicinissima al confine, dove sono ospitati ed alloggiati in grandi tendoni neri, nei quali le strutture igieniche sono ovviamente limitate ed insufficienti. I profughi vivono nel campo per un periodo più o meno lungo, mentre le autorità cercano di favorire i ricongiungimenti familiari, anche con lontani parenti. Per coloro per i quali non è possibile alcuna soluzione del genere, si provvede con un aiuto economico che consenta loro una prima sistemazione, lasciando poi a ciascuno il compito di provvedere al proprio futuro.

Le necessità dei profughi sono di ogni genere, ma tutti, in sostanza, attendono di avere notizie circa la possibilità di un ritrovamento di parenti, per una prima sistemazione ed una uscita dalla drammatica situazione del campo profughi, ovvero dell’arrivo dell’aiuto economico che, in qualche modo, dia la possibilità e la speranza di una sistemazione più adeguata e meno provvisoria.

Nei mesi scorsi le autorità locali ci hanno chiesto un aiuto per le necessità del campo profughi, aiuto che, è stato precisato, doveva consistere nella fornitura di sapone e carta igienica. Abbiamo quindi provveduto ad acquistare molte centinaia di rotoli di carta igienica e di saponette che sono stati caricati sulla nostra auto. Al mattino, insieme ad un nostro aiutante, sono andato personalmente ad effettuare la consegna. L’entrata al campo già provoca una stretta al cuore: i militari di guardia alla sbarra di ingresso effettuano scrupolosi controlli prima di lasciarci entrare, ed esaminano con attenzione i documenti forniti dalle autorità locali, dove sono indicati i materiali che vengono introdotti. Finalmente la sbarra si alza e ci lascia entrare, con l’invito a fermare la macchina in uno spiazzo, vicino al tendone che funge da magazzino, per poter scaricare quello che abbiamo portato e controllare il numero dei pezzi che lasciamo.

Appena entrati, i primi a correrci incontro sono i bambini, che giungono a frotte, uscendo dai tendoni. Sembra che non abbiano mai fine e circondano la nostra auto, rendendo difficile percorrere anche il breve tratto che ci separa dal punto dove dobbiamo fermarci. Finalmente arriviamo allo spiazzo indicato, ma per uscire dall’auto devono aiutarci gli addetti al magazzino, aprendo gli sportelli dall’esterno. Appena sceso mi trovo decine di occhi e di visetti puntati all’insù che mi guardano nel modo sfrontato che hanno i bambini, incuriositi dalla mia faccia. Confesso che provo un certo disagio. Sono bambini di un campo profughi, sporchi più degli altri, pieni di infezioni cutanee, in genere funghi o tigna, con gli occhi, le narici e gli angoli della bocca aggrediti da miriadi di mosche che loro non provano neppure a scacciare, tantissimi sono visibilmente pieni di pidocchi. Mi stringono da ogni lato, mi prendono le mani, mi danno colpi con le mani per richiamare la mia attenzione e, quando ne guardi uno negli occhi, vedi apparire sorrisi o risate e risatine che sono insieme di vergogna, di curiosità e di interesse, oppure visetti che restano immobili, fissandoti con quegli occhi grandi e scrutatori, che ti fanno desiderare un loro sorriso, una risata, piuttosto che quella immobilità profonda, che ti da il senso di una angoscia e di uno smarrimento non compresi, ma ben impressi nelle loro piccole menti e che, purtroppo, in molti casi, li accompagneranno per il resto della loro vita. Il disagio aumenta e diventa anche fisico. Sono spaventato da tutto quel contatto con quei corpicini così sporchi, così pieni di croste, di funghi, di tigna, di pidocchi, di pulci, di infezioni di ogni genere. L’istinto sarebbe quello di allontanarli, di porre tra me e loro una distanza di sicurezza, una barriera che mi “protegga”. Vorrei fuggire. Ma non faccio neppure in tempo a provare questa sensazione che arrivano gli adulti i quali, ancor più dei bambini, vengono a vedere, pieni di speranza, che cosa sia arrivato. Vorrebbero notizie dei parenti, delle loro sistemazioni future. Informazioni sugli aiuti economici od una notizia che consenta loro di porre la parola fine alla permanenza nel campo profughi. Ma porto solo sapone e carta igienica: quello che ci hanno richiesto. Gli adulti, ancor più dei bambini, mi si affollano vicino, mi aderiscono con i loro corpi e, senza che possa fare nulla, vengo completamente immerso in questa poltiglia di persone, in questa melassa di corpi che si toccano, si uniscono, si mischiano, a formare una massa omogenea, uniforme, gelatinosa, vischiosa, dove non c’è più una singola identità. Tutti vogliono sapere, tutti vogliono vedere e, ad ondate regolari, la melassa si muove e si ricrea con nuovi corpi, nuovi colori, nuovi odori, nuove voci, senza perdere per un attimo la sua incredibile densità. Mi sento irrimediabilmente immerso in questa melassa, che mi penetra in ogni poro della pelle, contaminato da tutti quei corpi, con tutta la loro sporcizia, le loro malattie, i loro odori. Penso che mi verranno tutte le possibili infezioni della pelle e che rientrerò pieno di pulci e di pidocchi. Ma non posso fare nulla, se non rimanere immerso, contratto e teso, in quella poltiglia che mi avvolge e mi ingloba, che incolla i corpi uno all’altro, che mi impedisce fisicamente ogni movimento. Improvvisamente, vicino a me si materializza un giovane profugo che, in inglese, mi chiede di quale organizzazione umanitaria io faccia parte. Gli dico il nome della nostra Fondazione, che ovviamente non conosce, spiegandogli che ci occupiamo però di bambini orfani. Senza ascoltare la mia risposta mi chiede cosa ho portato: denaro o notizie per i ricongiungimenti familiari? Gli rispondo di no. E allora cosa hai portato, mi chiede, con una visibile insofferenza e delusione. Carta igienica e sapone, gli rispondo. Mi guarda fisso negli occhi e mi chiede “ma tu conosci la nostra situazione?” Gli rispondo di si. Lui non replica, ma continua a guardarmi negli occhi. Cerco di giustificarmi: è quello che ci hanno chiesto di portare, aggiungo. Lui mi guarda ancora, poi scompare, risucchiato da un’onda della poltiglia di persone che mi circonda. Mi sento in colpa. Solo carta igienica e sapone. La sua domanda ed ancor più il suo sguardo mi battono nella testa come un maglio: “ma tu conosci la nostra situazione?” Provo un senso di vergogna indescrivibile. Eppure abbiamo portato quello che ci è stato richiesto. Anzi è un di più, perché della gestione dei campi profughi e delle relative necessità devono farsi carico le autorità locali con i fondi messi appositamente a disposizione dal governo. Eppure il senso di vergogna, di inadeguatezza alla enormità degli sterminati bisogni mi prende lo stomaco. Qui ci sarebbe bisogno di tutto e di ben altro, con un impiego di forze, di persone e disponibilità economiche enormemente superiori. Non capisco perché sono finito in quel campo profughi a portare solo carta igienica e sapone ed a sentirmi anche dire, come rimprovero: “ma tu conosci la nostra situazione?” Come a dire: ma che pensi di avere fatto rispetto ai nostri bisogni? Proprio non hai la minima idea di quello che occorre. Tu non vivi e non sei mai vissuto in un campo profughi ed arrivi qui, con la tua auto, a portarci carta igienica e sapone. E noi abbiamo bisogno di tutto. Sono confuso. Il caldo è infernale e la massa di persone che mi aderiscono peggiora la situazione, facendo mischiare i nostri sudori e quasi non mi lascia respirare… Il controllo del materiale che abbiamo portato è terminato. I guardiani del magazzino cominciano ad urlare ed a spintonare per far allontanare bambini ed adulti. La maggior parte si accalca davanti al magazzino, chiedendo di avere subito un sapone ed un rotolo di carta igienica. Il mio accompagnatore mi dice che possiamo andare. Finalmente, penso. Improvvisamente riappare il giovane con il quale avevo parlato, che mi viene incontro decisamente indicandomi con un dito della mano. Penso che voglia insultarmi. Mi giunge dinanzi e, inaspettatamente, il viso si distende in un bellissimo sorriso, mi porge la mano e me la stringe forte. “Grazie, che Dio ti benedica” è il suo saluto, che mi coglie del tutto alla sprovvista. Penso ad una risposta, ma mi trovo a ripetere le stesse cose che mi ha detto. Vorrei aggiungere qualcosa, ma non riesco a dire nulla. Alcuni bambini che mi hanno di nuovo circondato e mi tirano da tutte le parti, mi distraggono per un attimo, mi chino su di loro per qualche carezza. Quando rialzo lo sguardo incontro di nuovo quello del giovane sconosciuto che continua a sorridermi. Ed è un sorriso di ringraziamento. Dunque anche il sapone e la carta igienica hanno, in qualche modo, portato un poco di sollievo. Assiste alla nostra partenza e mi saluta con la mano, sempre sorridendo. Quello che ha detto ha avuto il potere di eliminare ogni timore e malessere e di farmi vergognare delle mie paure e del mio disagio.

Torno al Villaggio dove, necessariamente, faccio una doccia e cambio tutti i vestiti, comprese le scarpe. Per la cronaca, nessuna delle mie fosche previsioni sanitarie si è avverata: la doccia ha lavato via tutto.

Però mi rendo conto che un altro tipo di disagio, che provo sempre in situazioni similari od analoghe, è rimasto e, credo, rimarrà sempre. Quello di constatare, ogni volta, che la mia posizione è sempre e comunque grandemente privilegiata. Sono sempre al di qua di quella ideale linea di divisione, che separa chi porta aiuti, da chi li riceve. Ed è una linea terribile ed invisibile ma più dura e concreta che se fosse di ferro od acciaio. Desidero riuscire ad imparare un atteggiamento sempre più semplice, che riesca ad annullare o ad addolcire questa linea di divisione, che possa far sentire alle persone che non esiste più, che anch’io sono passato dall’altra parte, almeno per il tempo dei nostri incontri, della distribuzione degli aiuti. Che sono sempre una goccia, in un oceano di necessità

Sento che ho il dovere di provarci, anche se ho l’impressione che sia molto difficile, se non impossibile.

Perché, dopo, io ho acqua e cibo a volontà, vestiti, una casa, il ritorno in Italia. Loro invece restano lì, con il poco che hanno ricevuto e che devono far bastare.

Più del nulla di prima. Nulla rispetto al mio tutto.

E resta sempre una domanda: perché io sono nato da questo lato di quella linea ideale e loro dall’altra parte? Fortuna? Caso? E che senso ha il tutto? Continuare a rifletterci mi farà bene.



Un saluto e a presto



Il Presidente

(Franco Romagnoli)


Sani!
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"I amar prestar aen. Han mathon ne nen. Han mathon ne chae. A han noston ned 'wilith."

Modificato da - Narya in data 19 settembre 2008 22:14:47
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Silma
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Inserito il - 20 settembre 2008 : 21:03:04  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non ho parole...

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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Narya
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Dal blog del Grillo:

Squali d'Italia
Ogni anno vengono uccisi 40 milioni di squali dagli uomini. Ogni anno sono uccisi 10 uomini dagli squali. Se uno squalo incontra un uomo dovrebbe darsi alla fuga.
Sei immigrati sono stati assassinati in un solo giorno dalla camorra a Castelvolturno. Un italiano di origine africana è stato bastonato a morte a Milano al grido di: “Sporco negro” da padre e figlio per aver rubato dei biscotti. Due ucraine sono state massacrate da un pensionato italiano. Era geloso. Centinaia di extracomunitari muoiono sul lavoro in Italia inghiottiti da un tombino o inceneriti in una fornace. Minorenni extracomunitari, spesso bambini, sono stuprati in massa dagli “Italiani brava gente”. Prezzi modici: 20/30 euro. Stranieri scompaiono nei campi di raccolta dei pomodori in Puglia. Gente della quale non sono state trovate neppure le ossa.
L’Italia è la portaerei mondiale della cocaina. Passa tutta di qua, dal porto di Gioia Tauro. Una dose costa 5/10 euro, come un aperitivo. A Milano è così diffusa che si respira nell’aria, è gratis.
L’esercito fa la guardia alle discariche della Impregilo e ai cassonetti, mentre all’angolo della strada la camorra ammazza uno dopo l’altro i testimoni di giustizia.
Se un extracomunitario onesto incontra un italiano dovrebbe darsi alla fuga. L’italiano è lo squalo bianco d’Europa. In quale Paese ci sono più squali in Parlamento? Dell’Utri e Cuffaro hanno denti affilatissimi. Lo psiconano in bocca ha solo canini, mentre Topo Gigio Veltroni ha la dentiera (è uno squalo di seconda classe). Dove si può trovare una criminalità organizzata del livello di Mafia, Ndrangheta e Camorra? Nessun Paese al mondo ha squali tigre come i nostri.
Dal crollo delle Torri il pericolo è il musulmano. Ma dal 2001 non un solo italiano, non UNO, è stato ucciso in Italia da un musulmano per motivi religiosi. La Lega vieta le moschee, luoghi di preghiera, ma non si preoccupa del dilagare della mafia e della droga al Nord.
Squalo non mangia squalo…
In Italia sopravvivere e già difficile per un italiano, l’extracomunitario rischia la vita. Arriva e finisce in un Cpt o in galera. Se non paga il pizzo è ammazzato, deve lavorare in nero, se è una donna o un minore è a rischio stupro.
Solo se è un delinquente si sente a suo agio. Qui non corre nessun rischio. Si trova meglio che a casa sua. E’ nella patria degli squali.


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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03