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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 05 novembre 2009 : 10:19:52  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Proviamo a verificare ciò che permea il Ring... e se c'è capire se lo fa in maniera così chiara.


J.R.R. Tolkien. L'avventura della Compagnia dell'Anello
I edizione de Le vie d'Europa

Il sentimento della pietà ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli



Primo classificato – Sezione “Produzione in Italiano – Tesina”
Noemi Bartalesi della Classe II B dell’Istituto Comprensivo Statale Tavarnelle Val di Pesa (FI)


"Il sentimento della pietà ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli"

Il sentimento della pietà compare più volte sia ne Lo Hobbit che ne Il Signore degli Anelli. Bilbo Baggins lo prova per la prima volta di fronte a Gollum quando, dopo avergli tolto l’Anello, lo lascia solo e disperato all’interno della montagna rinunciando a colpirlo: Bilbo è misericordioso nei confronti di questa spregevole creatura che in quel momento avrebbe potuto facilmente uccidere; un sentimento di pietà però gli ferma la mano:
“ Doveva pugnalare quel pazzo, cavargli gli occhi, ucciderlo. Voleva ucciderlo. No, non era un combattimento leale. Egli era invisibile adesso. Gollum non aveva ancora realmente minacciato di ucciderlo, o cercato di farlo. Ed era infelice, solo e perduto. Un’improvvisa comprensione, una pietà mista a orrore, sgorgò dal cuore di Bilbo: rapida come un baleno gli si levò davanti la visione di infiniti, identici giorni, senza una luce o speranza di miglioramento: pietra dura, pesce freddo, strisciare e sussurrare. Tutti questi pensieri gli passarono davanti in una frazione di secondo. Egli tremò”.
Queste parole mi hanno colpito molto, perché spiegano in modo assolutamente umano e diretto questo sentimento che sarà fondamentale per la positiva conclusione dell’impresa di Frodo.
All’inizio de “Il Signore degli Anelli” Gandalf interviene su questo tema parlando con Frodo che chiede perché Bilbo non abbia dato la morte a quella vile ed ignobile creatura quando ne aveva avuta l’occasione. Le parole di Mithrandir sono decise ed invitano lo hobbit a delle considerazioni meno superficiali e distintive:
“Se la merita! E come! Molti tra i vivi meritano la morte. E parecchi che sono morti avrebbero meritato la vita. Sei forse tu in grado di dargliela? E allora non essere troppo generoso nel distribuire la morte nei tuoi giudizi: sappi che nemmeno i più saggi possono vedere tutte le conseguenze. Ho poca speranza che Gollum riesca…a guarire prima di morire. Ma c’è una possibilità…Il cuore mi dice che prima della fine di questa storia l’aspetta un’ultima parte da recitare…e quando l’ora giungerà, la pietà di Bilbo potrebbe cambiare il corso di molti destini, e soprattutto del tuo”.
In questo passo del romanzo, Gandalf dà un giudizio preciso sulla questione: l’uomo non è padrone della vita, perché questa è un dono e allora non può essere padrone neanche della morte. L’uomo (o hobbit che sia) è chiamato alla pietà, alla misericordia e ad evitare la violenza, quando questo è possibile. Lo stregone è certo, nella sua saggezza, che la pietà porti a conseguenze positive non solo sul futuro svolgimento dei fatti, ma anche sulla persona che compie tale gesto. Sempre parlando a Frodo, riguardo a Bilbo, spiega: “Fu la pietà a fermargli la mano. Pietà e misericordia: egli non volle colpire senza necessità. E fu ben ricompensato di questo suo gesto…Stai pur certo che se è stato grandemente risparmiato dal Male, riuscendo infine a scappare e a trarsi in salvo è proprio perché all’inizio del suo possesso dell’Anello vi è stato un atto di pietà”.
In questi brani Gandalf dà una lezione di vita a Frodo, facendogli capire che la scelta del Bene ha sempre conseguenze positive: realizza la persona e la rende più libera.
Verso la metà de Le Due Torri, Frodo e Sam incontrano Gollum mentre stanno cercando da soli la strada per giungere al Monte Fato. Sam propone di legarlo per impedirgli di nuocere; Gollum prega di non farlo piagnucolando e Frodo prende le sue difese discostandosi dall’amico:
“No… Una tale azione non ci è permessa così come stanno le cose. Povero disgraziato! Non ci ha fatto alcun male”. Frodo in quel momento si ricorda di ciò che Gandalf gli ha insegnato un po’di tempo prima e deciso risponde a Sam: “Non toccherò questo essere. Infatti, ora che lo vedo, mi fa pietà”.
Lo stesso Sam che disprezza Gollum per quasi tutto il percorso, quando se lo trova davanti sulla salita del Monte Fato, prova per lui un sentimento di pietà, nonostante fosse stato appena aggredito.
“Non poteva colpire quella cosa distesa nella sabbia, disperata, distrutta, miserevole. Lui stesso aveva portato l’Anello, solo per poco tempo, ma poteva vagamente immaginare l’agonia della mente e del corpo di Gollum, incatenato all’Anello, dominato, incapace di ritrovare nella vita mai più pace o sollievo”.
Poco dopo i due hobbit saranno ricompensati per questi due loro gesti di pietà: infatti sull’orlo dell’abisso infuocato dentro l’Orodruin, è Gollum che pone fine all’incertezza di Frodo precipitando con il suo Tesoro nella lava bollente.
In seguito c’è un altro punto del libro in cui viene descritta la compassione di Gandalf e dei quattro hobbit per Saruman, quando si incontrano ai piedi delle Montagne Nebbiose.
Lo stregone malvagio ormai privo di potrei, è ridotto ad essere un vecchio curvo su di un bastone, vestito di stracci, seguito alle calcagna da un altro mendico, Vermilinguo. Gandalf dà un’ultima possibilità a Saruman e al suo servitore di essere aiutati e di ritornare dalla parte del Bene, ma la proposta non viene accolta.
“I due esseri miserevoli passarono improvvisamente accanto agli hobbit: Saruman si fermò e li guardò con astio. Ma gli hobbit lo osservarono pieni di pietà”.
Quando Frodo con i suoi amici torna a casa Baggins, una sorpresa lo aspetta: Saruman e Vermilinguo, per vendicarsi, si sono insediati nella sua dimora ed hanno creato scompiglio in tutta la Contea.
Frodo difende Saruman dagli abitanti di Hobbiville che vorrebbero ucciderlo:
“Non voglio che venga ucciso. E’ inutile pagare vendetta con vendetta; non risolverà nulla”.
Poco più avanti lo stregone tira fuori una lama e rapido colpisce Frodo. Sam estrae la spada ma Frodo lo ferma: “Non ucciderlo neppure adesso. Non mi ha ferito. E comunque non desidero che venga ucciso mentre si trova in questo malvagio stato d’animo…voglio risparmiarlo, nella speranza che un giorno guarisca”.
E’ chiaro che la scelta di usare misericordia, invece che cedere alla vendetta, non è legata ad un guadagno, ad una riconoscenza da ottenere in cambio, ma è una scelta di fondo, valida sempre.
Frodo alla fine dell’opera non è lo stesso che all’inizio si augurava la morte di Gollum. Ha fatto suo l’insegnamento di Gandalf. E’ lui ora ad essere deciso, certo nel rifiuto della violenza e nel desiderio che l’altro cambi, qualunque cosa abbia fatto o tentato di fare.
Possiamo dire che il tema della pietà è sempre legato a quello della speranza.

http://www.diessefirenze.org/dett_iniz.asp?id=15&pag=97




Personalmente ho sempre trovato queste frasi abbastanza nette, ma allo stesso tempo non facili da "accettare". Forse proprio perché chiare. Sembra incredibile che, in un contesto in cui la gente muore con così tanta facilità, la pietà si piazzi in maniera così netta, quasi in contrasto con questa facilità.
Ma d'altronde la "pietà" come concetto alto, è da secoli presente nella nostra storia, anche quando la vita aveva un valore tutto sommato inferiore ad altri valori quali ad esempio l'onore...

Da questo brevissimo saggio emerge come la pietà, nel Signore degli anelli, sia un sentimento che appare di debolezza, mentre si rivela sempre poi essere un simbolo di forza e di vittoria.
La pietà che non ci fa diventare schiavi della violenza e del rancore.

La pietà che ci insegna come non siamo i padroni della vita e della morte.
Forse nel SdA c'è anche un giudizio sulla propria morte... che viene accettata, a volte favorita, ma non provocata esplicitamente e quando viene fatto (Denethor), sembra trasparire un giudizio estremamente negativo.

CollevEnt [:381]
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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03