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Autore Discussione  

Uwen
Ghianda



5 Messaggi

Inserito il - 16 settembre 2004 : 12:09:39  Mostra Profilo Invia a Uwen un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vorrei aprire una discussione su questo argomento, perchè ritengo che sarà davvero impossibile ottenere una trasposizione cinematografica di quella che a parer mio è l'opera più grande di Tolkien, ossia il Silmarillion. Questo lo può capire chi ha letto il libro dove si riscontrano delle perle di rara bellezza, ma la pecca c'è ed anche un appassionato come me deve riconoscerlo, a volte sembra un libro di "storia", una specie di trattato annalistico: non c'è la storia di un romanzo, perchè è la storia del mondo che vi viene narrata e a differenza del Signore degli Anelli, Tolkien si disperde in cronache descrittive, di tipo araldico che traggono spunti dalla mitologia celtica tardo medioevale. E' un libro quasi sacro che narra un'epopea, in cinque racconti, che spazia dalla nascita del tutto, "la musica degli inizi" allo scontro finale di elfi ed uomini contro l'Avversario.
Il Silmarillion, che comprende cinque racconti legati come i capitoli di un'unica storia sacra, narra la parabola di una caduta: dalla "musica degli inizi", il momento cosmogonico, alla guerra di Elfi e Uomini contro l'Avversario. L'ultimo dei racconti costituisce l'antecedente immediato del "Signore degli Anelli". Viene in sostanza speigata la comparsa degli Elfi, dei Nani e degli Uomini, attraverso l’ordine naturale delle cose create con saggezza ed altresì la comparsa dell’altra faccia della medaglia, il male rappresentato dal creatore di tutti i mostri: Melkor.
E' una sorta di Bibbia della Terra di Mezzo, indispensabile per capire le vicende del Signore degli Anelli, e sinceramente dopo avervi detto questo, non capisco la stupidità di un regista di grande valore come Peter Jackson che invece di puntare su fare il film del Silmarillion, intende concentrarsi su Lo Hobbit.
Ma come si può non progettare un opera di tale fattura che ha forse l'unico difetto di essere troppo annalistica e descrittiva. Certo un film solo non basterebbe ad illustrare tutto questo libro, ma perchè rinunciare?
Voi cosa ne pensate?
Vedremo mai il Silmarillion in versione cinematografica? E sarà suddiviso in più capitoli secondo voi?
Spero di aver aperto una discussione molto interessante.
Attendo risposte



Eärendil
Albero



Polentonia


964 Messaggi

Inserito il - 16 settembre 2004 : 14:54:03  Mostra Profilo Invia a Eärendil un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non credo lo vedremo mai.. almeno nel prossimo futuro. Da una parte, come tu giustamente affermi, per l'estrema difficoltà nella trasposizione cinematografica di un testo che poco si presta a essere concentrato ulteriormente (è di per sè un concentrato, in ogni pagina ci sono decine di nomi e riferimenti diversi), dall'altra per il semplice fatto che i diritti inerenti al Silmarillion, a differenza delle altre opere del Prof., appartengono ancora alla famiglia Tolkien (nella fattispecie rappresentata dal figlio Christopher), che per il momento non ha nessun intenzione di disfarsene.
Per questo motivo è facile comprendere come per un produttore cinematografico o un regista sia più facile fare progetti sullo Hobbit, che sicuramente si presta maggiormente alla trasposizione su celluloide rispetto al Silmarillion (anche se i problemi non mancano.. vedi mio post recente sull'argomento Lo Hobbit)

Ezechiele 25:17..:Il cammino dell'uomo timorato e'minacciato da ogni parte dalle iniquita' degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome ......

Modificato da - Eärendil in data 16 settembre 2004 14:55:59
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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


4501 Messaggi

Inserito il - 16 settembre 2004 : 16:47:09  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
non sarei così affrettato nel giudicare stupida una persona...
comunque oltre all'ostacolo quasi insormontabile dato dall'opposizione di Christopher ai film, penso che non sia un'impresa impossibile... sicuramente difficilissima...
Soprattutto perchè la stesura di una sceneggiatura tratta dal Silmarillion necessiterebbe di tante di quelle aggiunte inventate che Christopher probabilmente si darebbe fuoco piuttosto che approvarle...

mi è venuta in mente l'operazione fatta dalla Lux-Vide che ha proposto qualche anno fa la Bibbia in televisione in una serie di film...
ma c'è una grande differenza...
se faccio ad esempio un film sulla storia di Sansone, non occorre che spiego chi è Dio, chi sono gli Ebrei, come mai i due sono "alleati", chi sono i nemici storici degli Ebrei, chi sono i profeti ecc...
insomma, non c'è bisogno di un prologo chilometrico perchè tutte le cose di cui sopra sono nella nostra cultura cristiana di fondo da secoli...
provate a pensare a far vedere Sansone in Cina o Giappone... non ci sarebbe forse bisogno un prologo lunghissimo? E sarebbe comunque fattibile renderla comprensibile a loro senza tutte gli altri film?

detto questo non penso che sia fattibile fare dieci film sul silmarillion per la non completezza del libro stesso che è rimasto un "non finito". Perchè non appartiene alla nostra cultura popolare e quindi non riceverebbe una spinta anche economica per essere portato a termine. Non appartenendoci sarebbe comunque poco pensabile fare ad esempio il film su Beren e Luthien (vedere topic apposito), che pur sarebbe uno dei pochi con un racconto completo, perchè servirebbe quindi un prologo di oltre mezz'ora per spiegare tutti gli antefatti...


se posso fare un appunto, Uwen, l'ultimo dei racconti del Silm non è l'antecedente del "Signore degli Anelli", ma lo riterrei più la bozza, dal momento che svela proprio (se non ricordo pessimamente male, cosa possibile [:p][:p]) come va a finire la storia dell'anello

_________
ore infinite come costellazioni e onde... spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e non basta ancora... cose svanite, facce...
e poi il futuro... [:115]

Modificato da - AmonSûl in data 16 settembre 2004 16:49:41
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Uwen
Ghianda



5 Messaggi

Inserito il - 17 settembre 2004 : 11:11:41  Mostra Profilo Invia a Uwen un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Sicuramente questo è vero, ma anche se i racconti del Silmarillion sono incompleti, ci sono ottimi spunti per girare dei film. Sicuramente poi il regista dovrebbe anche agire con un pò di fantasia.
Non pensate che senza ovviamente far riferimento alla storia affascinante tra Beren e Luthien di cui sono stato rinviato ad un precedente topic, si possa fare una trasposizione cinematografica sul famoso personaggio Glorfindel di Gondolin?
Mi riferisco ad un elfo ossia al capitano della casata del Fiore D'Oro di Gondolin, capitano dell'esercito di Re Turgon.
Vi inserisco qui un link dove si parla della caduta di Gondolin. Ecco qui leggete:
http://www.ardaland.it/guerre1a3.asp
Diciamo tanto per farvi un esempio Peter Jackson potrebbe girare un film del tipo " La caduta di Gondolin ".
Questo per dimostrarvi come adattare un film a uno dei diversi racconti del Silmarillion anche se è difficile perchè è un testo come abbiamo detto descrittivo, permette al regista di avere una ampia libertà di azione, su come far girare la storia. E' in sostanza meno ancorato a dover seguire degli schemi rigidi come nel Signore degli Anelli.
Cosa ne pensate?
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balrog
Rossosaggio




Ireland


2052 Messaggi

Inserito il - 17 settembre 2004 : 11:30:31  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
...fare un film sulla Caduta di Gondolin ??....

...e quanti per "spiegare" il come-dove-quando-perchè della suddetta Caduta e dei personaggi ???....

Non vorrei essere troppo disfattista,ma avete presente QUANTI non appassionati si sono lamentati della incomprensibilità del SdA ???

Nessuna casa produttrice si arrischierebbe in tal impresa.

Forse la Caduta di Numenor potrebbe essere più adatto ma anche qui dubito.

balrog

P.S.Comunque mi piacerebbe vedere in azione Draghi e i Balrog miei fratelli...


Modificato da - balrog in data 17 settembre 2004 11:31:48
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Eärendil
Albero



Polentonia


964 Messaggi

Inserito il - 17 settembre 2004 : 12:58:58  Mostra Profilo Invia a Eärendil un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per la caduta di Numenor ci sarebbe ancora maggior difficoltà nello spiegare chi sono i Numenoreani e tutte le vicende che li precedono;
alla fine l'unica soluzione sarebbe una serie di racconti appartenenti a un'unica saga, un pò sullo stile Star Wars. Penso che se qualcuno avesse la lungimiranza di programmare un progetto del genere, legandolo idealmente a Isda, potrebbe un giorno farci felici e mostrarci in tutta la sua bellezza il mondo celato tra le righe del Silmarillion.
Se dovessi scegliere 6 episodi da rendere in film penso che metterei i seguenti (fantastichiamo un pò ;):

1) Gli alberi e la nascita dei Silmaril (e la ribellione di Feanor) : dagli Inizi del mondo fino alla morte di Feanor.

2)La guerra dei Silmaril (le varie alleanze e le varie battaglie dei Noldor- fino al duello (mitico!) tra Fingolfin e Morgoth)

3) Beren E Luthien (con chiari riferimenti alla loro discendenza)

4) La caduta di Gondolin e la guerra d'Ira (con tanto di viaggio di Earendil -ovviamente ^_^)

facoltativi:

5) Numenor

2) Gondor (dalla Dagorlad fino all'arrivo di Gandalf)


ovviamente ogni episodio sarebbe incentrato su alcune personalità di spicco: Feanor per il primo, Fingolfin e Finrod per il secondo (e Hurin per gli uomini), Beren E Luthien per il terzo, Earendil e Tuor per il quarto, Aldarion e Elendil per il quinto, Isildur e ? per il sesto.

Sarebbe un menù molto succoso.. anche a me piacerebbe vedere all'opera Draghi e Balrogs, ma anche Noldor e Naugrim (con le loro terribili maschere ;)

Ezechiele 25:17..:Il cammino dell'uomo timorato e'minacciato da ogni parte dalle iniquita' degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome ......
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Uwen
Ghianda



5 Messaggi

Inserito il - 17 settembre 2004 : 15:19:36  Mostra Profilo Invia a Uwen un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Caro Balrog e caro Eärendil, mi meraviglio di voi che nella caduta di Gondolin non avete menzionato due personaggi di assoluto rilievo.
Non vi ricordate dello scontro tra Ecthelion della Fonte con Gothmog, Signore di Balrog, nella stessa piazza del Re, dove ciascuno dei due uccise l'altro, e della difesa della torre di Turgon per mano dei suoi familiari, finchè la torre stessa non venne abbattuta; e risonante fu la sua caduta e Turgon trascinato nella sua rovina!
E poi come non potete ricordare fra tutti i personaggi Glorfindel di Gondolin nella sua famoso scontro con il Balrog? Mi riferisco a Glorfindel ossia all'elfo più forte in battaglia, fra tutti quelli descritti nei racconti Tolkeniani!
Non ho parole
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Uwen
Ghianda



5 Messaggi

Inserito il - 17 settembre 2004 : 15:20:48  Mostra Profilo Invia a Uwen un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Vi riporto qui di seguito degli scritti davvero interessanti:
LE GUERRE NELLA PRIMA ERA
di Federico Vigorelli Porro

PRIMA BATTAGLIA
La prima testimonianza di guerre tra Elfi ed i loro nemici giurati, gli orchi, si ha con la prima battaglia, che avvenne prima ancora del ritorno dei Noldor da Valinor. Ne «Il Silmarillion» si dice che ad un certo punto Thingol, abituato a commerciare con i Nani di Nogrod, concepì l’idea di forgiare armi per difendere il suo popolo, laddove nessun Elfo, nella terra di mezzo, aveva mai avuto bisogno di tali mezzi. Invece i Nani erano già abili fabbri ed armieri, e questo era dovuto alla diversa concezione che il loro creatore aveva avuto: Ilúvatar aveva concepito gli Elfi come un popolo pacifico, e dunque non aveva infuso loro l’impulso di forgiare armi ed armature; Aulë, invece, sapendo che le ere a venire sarebbero state ardue, fece i Nani «tali e quali sono tuttora […] e desiderava pertanto che fossero forti e inflessibili», e questa sua concezione si riflette nell’idea dei Nani di creare armi.
Questa prima battaglia vede coinvolti Thingol, Denethor e Círdan con le rispettive popolazioni, ed un piccolo contingente di Nani. Gli orchi di Morgoth escono da Angband in due ampie schiere; una si dirige ad occidente, e sbaraglia Círdan, costringendolo a ritirarsi nelle due fortezze di Eglarest e Brithombar; l’altra muove verso oriente, ma è intercettata da Thingol, uscito dalle sue terre, e dagli Elfi dell’Ossiriand, chiamati dal loro alleato Elwë. Così gli orchi, presi da due lati, sono rapidamente sconfitti, ma la vittoria riportata dagli Elfi ha un caro prezzo: alcuni di quei mostri circondano Denethor e la sua guardia del corpo, i quali, essendo armati alla leggera, non possono far fronte al ferro delle corazze e delle lance degli orchi. Purtroppo Thingol giunge troppo tardi: come riesce a farsi strada tra i nemici, compiendone carneficina, Denethor è già morto.
Questa battaglia non ha un significato importantissimo in sé, eppure vi sono alcune osservazioni da fare: essa causa la chiusura del Doriath con la Cintura di Melian, e la separazione dei Laiquendi in una stirpe a sé stante; inoltre, mostra bene ciò che ho accennato all’inizio: gli Elfi non sono stati creati come un popolo guerriero, perciò fanno fatica, all’inizio, a respingere gli orchi, che invece Morgoth ha voluto spietati e forti.

SECONDA BATTAGLIA: DAGOR-NUIN-GILIATH (LA BATTAGLIA-SOTTO-LE-STELLE)
Poco tempo è passato dal ritorno dei Noldor nella Terra di Mezzo, e Fëanor ha condotto i suoi nel Mithrim, sulla riva dell’omonimo lago, ad accamparsi per la notte. Prima che il campo sia pronto, però, giungono molti orchi dai passi degli Ered Wethrin, che colgono di sorpresa Fëanor ed i suoi figli; ma nonostante questo, le difese sono subito pronte, e pochi Elfi, nei quali non si è ancora «appannata nei loro occhi» la luce di Aman, dei due Alberi, sconfiggono un numero molto maggiore di orchi. Non vale a nulla anche il tentativo degli eserciti posti all’assedio di Brithombar ed Eglarest di soccorrere i loro simili, perché Celegorm, intuita la mossa, con una piccola schiera tende un agguato agli orchi che sopraggiungono, e li getta nelle paludi del Serech. Nel frattempo però Fëanor, non contento della sua vittoria, si lancia all’inseguimento dei suoi nemici, «e rideva forte agitando la spada, rallegrandosi del pensiero di aver sfidato la collera dei Valar e i perigli del cammino, e che era vicina l’ora della sua vendetta.» Fëanor, mosso dall’ira, dalle sue passioni, si stacca dai suoi, e con pochi fidati compagni raggiunge i nemici; ma presto viene sopraffatto dai Balrog, e da Gothmog stesso, intanto giunti da Angband; le sue spoglie vengono risparmiate solo dal provvidenziale arrivo dei suoi figli.
Questa battaglia mostra bene il lato passionale degli Elfi Noldorin, quello che li porta a fuggire da Valinor, quello che li distingue dai miti e saggi Vanyar, quello che pian piano scomparirà nella terza era, quando ormai rimarranno ben pochi di questa gloriosa stirpe, nella Terra di Mezzo. Colti di sorpresa, gli Elfi si difendono, e l’ardore con cui combattono riesce a supplire all’enorme inferiorità numerica ed al fattore sorpresa degli orchi. Vi è poi l’accenno alla luce di Aman: a differenza dei Sindar, i Noldor, pur non essendo guerrieri di natura, imparano bene: difatti divengono forti grazie al loro contatto con i Valar, e le prodezze degli Elfi di quei tempi sono ineguagliabili. Questo è dunque uno dei più importanti caratteri degli Elfi, ciò che li rende eccellenti guerrieri: la giusta ira, la passione che li muove.

TERZA BATTAGLIA: DAGOR AGLAREB (LA BATTAGLIA GLORIOSA)
Sono passati sessant’anni dalla Dagor-nuin-Giliath, ed i Noldor hanno creato molti regni, stabilizzando le proprie difese e preparandosi a nuovi scontri. Credendo che gli Elfi siano troppo occupati in affari interni per prepararsi ad una battaglia, Morgoth con grandi eruzioni di fiamme preannuncia lo scontro, ed in seguito manda tre schiere di orchi fuori da Angband: una, attraversato il Passo di Sirion, irrompe nel Beleriand occidentale, un’altra, attraverso il Varco di Maglor, tra i Monti Azzurri ed i Colli di Maedhros, giunge nel Beleriand orientale; ma queste due piccole schiere sono presto inseguite e distrutte da contingenti di Elfi, probabilmente da Círdan, ad ovest, e da altri Noldor ad est. La terza schiera, invece, attacca frontalmente il Dorthonion, ed il suo assalto viene probabilmente contenuto dai gemelli Angrod ed Aegnor; poi, Maedhros e Fingolfin, che «non stavano certo dormendo», prendono in una morsa gli orchi, che devono battere in ritirata; ma la rapidità degli Elfi, sia a piedi sia a cavallo, permette loro di raggiungere i nemici proprio alle porte di Angband, e di eliminarli rapidamente.
Questa è la prima vittoria decisiva riportata dagli Elfi su Morgoth, e mostra i primi segni di superiorità tattica e logistica degli Elfi: ancora una volta, gli orchi attaccano quando le difese degli Eldar non sono perfette, ma il fatto che essi siano divisi in molti regni alleati gioca a loro favore, perché così le bande che compiono scorrerie sono rapidamente bloccate ed eliminate; inoltre, si nota la supremazia della cavalleria elfica, che permette a Maedhros e Fingolfin di giungere rapidamente in aiuto di Angrod ed Aegnor, ed anche di percorrere la grande piana di Ard-Galen in fretta, spacciando così gli orchi prima che essi possano tornare dal loro padrone.

QUARTA BATTAGLIA, DAGOR BRAGOLLACH (LA BATTAGLIA DELLA FIAMMA IMPROVVISA)
Dopo la Dagor Aglareb si hanno circa 400 anni di pace, turbata solo poche volte da brevi scorrerie di orchi (significativo è l’attacco portato da Glaurung, il padre dei draghi, ancora non completamente formato, a Fingon, 200 anni dopo la Terza Battaglia, che però è quasi fatale per la nuova creatura di Morgoth). Alla fine di questi, caratterizzati da un lunghissimo assedio ad Angband, portato con truppe stanziate nell’Ard-Galen, in una notte d’inverno i tre picchi di Thangorodrim eruttano nuovamente, ma questa volta molti Elfi sono intrappolati nei fiumi di lava, mentre nubi di fumo si alzano dal terreno (Ard-Galen viene dunque rinominata Anfauglith, la Polvere Soffocante). Questa Quarta Battaglia è in verità la prima vera battaglia del Beleriand: le tre precedenti erano state poco più che scaramucce, in cui Morgoth aveva solo saggiato il potere dei suoi nemici; ed inoltre, si ha per la prima volta il carattere costitutivo delle battaglie del Beleriand, e cioè che esse non si limitano ad uno scontro, in un luogo preciso, ma sono delle vere e proprie campagne militari, con una serie di eserciti e di battaglie che si articolano lungo vari giorni.
Dopo la letale eruzione, Glaurung esce in tutta la sua maestosa potenza, e dopo di lui i tremendi Balrog, e dopo ancora orde di orchi, in numero tale che «i Noldor mai avevano visto né immaginato». L’assedio di Angband viene infine rotto, dopo quasi mezzo millennio, e vi è grande sterminio di Noldor, Sindar ed uomini. Angrod ed Aegnor, assaliti nel Dorthonion, resistono strenuamente, ma rimangono uccisi dalla potenza di una delle tre orde che Morgoth aveva liberato, quella centrale; la schiera occidentale si getta verso lo Hithlum, dove Fingolfin e Fingon resistono fino all’ultimo, e nei pressi del Passo di Sirion si accende una furiosa lotta tra Finrod Felagund, re del Nargothrond, e gli orchi; e poco prima che sia troppo tardi per il re, accerchiato alle paludi del Serech, giunge Barahir, fratello di Bregolas, caduto in battaglia al fianco di Angrod ed Aegnor, e salva Finrod da morte certa. Questo è dunque quanto è accaduto nel Dorthonion, per quanto attiene ai figli di Finarfin.
Gli stessi figli di Fëanor certo non hanno vita facile: una volta forzato il passo di Anglon, Celegorm e Curufin vengono sconfitti, e sono costretti a ritirarsi verso il Nargothrond. Maedhros, da parte sua, combatte come un leone, e la fortezza sul monte Himring resiste ad ogni assalto nemico, e molti Elfi vi si riuniscono, in modo da fortificare nuovamente il passo di Aglon. Purtroppo, però, la cavalleria elfica viene pesantemente sconfitta da Glaurung, e gli orchi passano in forze attraverso il passo di Maglor, devastando il Thargelion, impadronendosi anche del Monte Rerir, una grande fortezza, e del lago Helevorn; e dunque, Maglor è costretto a fuggire da Maedhros, invece Amrod, Amras e Caranthir si riunirono su Amon Ereb, il bastione più meridionale delle genti degli Eldar.
Ad occidente, invece, Fingolfin ed i suoi figli resistono con maggior facilità, ad Eithel Sirion; e nonostante muoiano due grandi condottieri umani, Hador Chiomadoro e suo figlio Gundor, la vittoria è nelle mani degli Elfi. Fingolfin, però, ricevendo notizie della disfatta dei figli di Fëanor e di quelli di Finarfin, il re Fingolfin parte alla volta di Thangorodrim, deciso a sfidare Morgoth in persona, e così accade: la sfida tra il re di tutti i Noldor della Terra di Mezzo ed il Valar più potente è aspra, ma nonostante il coraggio e la potenza di Fingolfin il duello volge a favore di Melkor. Vediamo l’opposizione chiara tra Morgoth, imponente e terribile, le cui armi non gettano riflessi, ma ombra, che cala lento ma inesorabile la sua mazza, Grond, e Fingolfin, più basso ed esile, vestito di bianco ed argento, le cui armi, invece, brillano come stelle; e la sua spada Ringil è rapida e letale. La rapidità di Fingolfin provocò a Morgoth ben sette ferite, ma alla fine, questi riuscì a colpire, mettendo in ginocchio il re, finché l’Elfo non cadde bocconi, e Morgoth lo schiacciò. Con un ultimo sforzo disperato, però, Fingolfin riesce, con un netto fendente, a tranciare il piede di Morgoth, esaurendo così le sue forze.
Questa, come ho già accennato, è la prima grande battaglia combattuta dagli Elfi, ed è quella che forse meglio sintetizza le caratteristiche delle guerre elfiche: la divisione in molti regni alleati, che combattono insieme, il sincretismo delle varie tecniche di guerra (ci sono i Sindar, che amano combattere con imboscate, i Noldor, che sono forti e veloci, gli Umani, che sono travolgenti e desiderosi di ottenere meriti presso gli Elfi e, a volte, anche se non in questo caso, i Nani, che sono lenti, resistenti e ben corazzati). Ora, però, inizia a farsi vedere il divario che c’è tra Morgoth e gli Elfi, non ben preparati ad un attacco del genere: Morgoth è un oscuro signore che trama nell’oscurità, e che è in grado di creare i mostri e le creature belliche più devastanti (basti vedere i draghi oppure i Balrog); d’altra parte, gli Elfi devono contare solo sulla loro stessa forza, sia fisica sia di volontà, e sulla benevola magia che intesse le loro armi. Infatti, è magia quella che permette alla splendente Ringil, la spada di Fingolfin, di mozzare un piede a Morgoth con un solo fendente, ed è magia delle più potenti invero. Vediamo per la seconda volta in azione la furia di battaglia: Maedhros, il cui spirito è simile ad una fiamma, dopo i tormenti subiti, riesce a scacciare gli orchi con il suo impeto, da una parte, ma dall’altra la furia di Finrod e di Fingolfin porta il secondo alla morte, ed il primo ad un passo da essa, per aver corso eccessivi rischi.

QUINTA BATTAGLIA, NIRNAETH ARNOEDIAD (LA BATTAGLIA DELLE INNUMEREVOLI LACRIME)
È il 473 della Prima Era. Sono passati altri diciotto anni dalla Dagor Bragollach, e sotto l’impulso delle gloriose gesta di Beren e Luthien, riusciti a recuperare un Silmaril dalla Corona di Ferro di Morgoth, Maedhros decide di riprendersi ciò che è stato rubato a Fëanor suo padre, e di compiere così il giuramento dei Figli di Fëanor. Maedhros riesce così a formare una coalizione incredibile, veramente impressionante per forza, potenza ed abilità: Maedhros ed i suoi fratelli, assieme a schiere di Nani e di uomini (comandati da Uldor, un gruppo, e da Bór un altro) devono penetrare nell’Anfauglith da est, ed attirare Morgoth fuori da Angband, mentre Fingon, a capo di una coalizione fatta dagli uomini del Dor-lómin e del Brethil, da Elfi delle Falas e dello Hithlum, ed anche da piccoli gruppi provenienti da Nargothrond (con Gwindor) e dal Doriath (con Mablung e Beleg), deve attendere nascosto tra gli Ered Wethrin, ed attaccare in seguito. Purtroppo Morgoth, avvedutosi del piano d’attacco degli Elfi, mette in atto un piano diabolico: per prima cosa, corrompe alcuni uomini della schiera di Uldor, e questo stesso trattiene Maedhros con false notizie, in modo che egli ritarda di molto il suo arrivo; ma proprio mentre le cose stanno per mettersi male, giunge Turgon da Gondolin, con ben 10.000 Elfi armati e vogliosi di combattere; e la speranza si rinnova nel cuore di Fingon. Entra in gioco però la seconda parte del malefico piano di Morgoth: alcune bande di orchi, in apparenza grandi, ma in verità solo una parte di quelle che Morgoth ha pronte, sfidano gli Elfi appostati nello Hitlum, giungendo fino agli avamposti di Eithel Sirion; lì, prendono un prigioniero, Gelmir del Nargothrond, e lo decapitano, scatenando la furia di molti Elfi, e di Gwindor soprattutto, fratello del morto. Dunque, nonostante Maedhros ancora non sia giunto, dopo quattro giorni di attesa Fingon ed alcuni Gondolindrim cavalcano sull’Anfauglith, spacciando completamente il contingente che li ha sfidati; ma l’avanguardia, giunta sino sulle scale di Angband, è completamente eliminata, con l’eccezione di Gwindor, preso prigioniero da Morgoth.
Il giorno seguente, la speranza si riaccende: giunge Turgon da Eithel Sirion, e giunge infine anche Maedhros, e l’esercito degli Elfi è al completo; ma entra ora in gioco la terza, diabolica parte del malefico piano di Morgoth. Uldor, Ulfast ed Ulwarth, gli uomini traditori, attaccano la retroguardia di Maedhros, essendo nel suo esercito, e nel contempo orde di Orientali giungono dalle colline, e seminano il panico nelle schiere di Maedhros, che sono costrette a ritirarsi; d’altra parte, i Nani riescono a mettere in fuga Glaurung, nonostante perdano il loro re Azhagâl.
Nella schiera occidentale, similmente, Fingon e Turgon vengono assaliti da una forza nemica circa tre volte la loro, e Gothmog riesce a penetrare fino al Re dei Noldor stesso, ed inizia con lui un duello; morte le guardie del corpo dell’Elfo, Fingon combatte con forza e coraggio, ma giunge un secondo Balrog, che con la sua frusta di fuoco lo intrappola, e Gothmog colpisce con la sua ascia, frantumando il candido elmo dell’elfo; «e una fiamma bianca sprizzò» da esso, quando l’ascia colpisce.
Morto anche Fingon, la battaglia è finita, e Turgon viene convinto da Húrin e Huor, suoi amici, a fuggire e tornare a Gondolin, in modo che essa sia l’ultimo baluardo degli Elfi; ed Ecthelion e Glorfindel coprono i lati dell’esercito, mentre Húrin, Huor e gli uomini del Dor-lómin difendono la ritirata, compiendo il più grande gesto che mai uomo abbia tentato, nella storia degli Edain.
Questa Nirnaeth Arnoediad è un po’ il culmine di tutte le battaglie, ed è anche l’ultima combattuta dai del Beleriand nel tentativo di sconfiggere Morgoth; i due scontri successivi, cioè la Battaglia di Gondolin e la Guerra dell’Ira sono una a solo scopo difensivo, l’altra è invece portata dai Valar, e dagli Elfi di Valinor. La Battaglia delle Innumerevoli Lacrime è, se vogliamo, la battaglia «dei se»: infatti, molte sono le incognite, i fatti che, se si fossero svolti diversamente, avrebbero cambiato il destino di quella battaglia. Per esempio, possiamo pensare che, se invece di piccoli gruppi dal Doriath e da Nargothrond, fossero giunte tutte le truppe di cui i due regni dispongono (cioè se Finrod fosse stato ancora vivo, per intenderci), e se anche Turgon avesse svuotato completamente Gondolin, le cose sarebbero state un po’ diverse. Ma soprattutto, se Uldor ed i suoi non avessero tradito, anche solo se non fossero mai arrivati, e quindi se Maedhros ed i suoi fossero già al punto stabilito il primo giorno, e dunque se non vi fosse il tradimento degli uomini, tutto sarebbe stato diverso: Maedhros ed i suoi uomini avrebbero sconfitto i draghi e si sarebbero ricongiunti con l’esercito di Fingon e Turgon, molto più forte di quello che è stato veramente: non 10.000 da Gondolin, ma forse il doppio, ed altrettanti da Nargothrond e dal Doriath: i guerrieri della schiera ovest avrebbero superato il numero di 50.000 quasi di sicuro, e nemmeno Gothmog avrebbe potuto fare alcunché contro la potenza di un simile esercito. Ma purtroppo, la battaglia ha preso una piega diversa, ed è stata la più grande disfatta della storia elfica.
In questa battaglia si evidenzia bene il ruolo del tradimento, l’arma principale di Morgoth, anche in battaglia: è quello il vero motore della sconfitta degli Elfi. Notiamo poi che gli uomini stanno prendendo sempre più importanza, sia con sia contro gli Elfi; ed anche i Nani hanno un grande ruolo, nella lotta contro Glaurung: ed è proprio la loro resistenza al fuoco, le maschere che portano e la resistenza delle loro armi ed armature che permette loro di sconfiggere il grande drago, pur perdendo il loro re.
Sono talmente tante le cose che si potrebbero dire riguardo a questa gloriosa battaglia, che non basterebbero le poche pagine di questo scritto; mi limiterò a far notare, oltre a quanto ho già detto, come si accentui la sproporzione tra gli Elfi, pochi ma eccellenti, sia per cuore, sia per qualità di combattimento, e gli orchi, che sono orde di schiavi, e rischiano di perdere nonostante tutti i trucchi di Morgoth. Ed è ora che si inizia a sottolineare l’importanza degli Uomini, che poi vedremo come elemento costitutivo della Terza Era: è il tradimento di Uldor ed i suoi che permette la vittoria di Morgoth, che non sarebbe altrimenti avvenuta. Possiamo infine dire, ed a ragione, che questa è la più grande e complessa delle battaglie combattute nella Terra di Mezzo, sebbene in quanto ad importanza finale e ad impiego di soldati sia seconda alla Guerra d’Ira; in essa si raggiunge il picco della gloria e della potenza degli Elfi, che però nulla può contro la schiacciante malvagità di Morgoth, che in quanto Valar decaduto ha dei poteri di certo superiori a quelli di Fingon e dei suoi.
LA GUERRA D’IRA
Nonostante non sia considerata alla stregua delle Grandi Battaglie del Beleriand, la Guerra d’Ira è, in effetti, la sesta di queste lotte. Di essa si hanno pochissime testimonianze negli scritti che abbiamo: tra le traduzioni italiane abbiamo soltanto il breve passo che il Silmarillion le dedica; né i Racconti Incompiuti, Ritrovati o Perduti ne parlano diffusamente, nonostante in questi ultimi vi sia un accenno alla «Marcia di Inwë»; ma non abbiamo notizie soddisfacenti.
Sappiamo soltanto che non fu un capolavoro di strategia come, per esempio, la Nirnaeth Arnoediad, anzi fu abbastanza lineare e, direi, banale: sbarcati nella Terra di Mezzo, gli eserciti dei Noldor di Finarfin e dei Vanyar di Ingwe, con tutta la loro possanza marciano verso l’Anfauglith; ed a loro si uniscono molti uomini, ma nessuno dei Quendi della Terra di Mezzo. Il Silmarillion ci riporta che i Valar battagliarono molto a lungo, e Morgoth svuotò completamente Angband, facendo uscire i Balrog rimasti (due erano deceduti a Gondolin, secondo la versione del 1930), i lupi, tutti gli orchi, e non solo: anche i draghi, di ogni stirpe, il cui re e signore era Ancalagon il Nero, fortissimo discendente di Glaurung. Giunse allora Eärendil sul Vingilot, la nave dei cieli, ed accorsero le Grandi Aquile di Thorondor, e grande fu la battaglia nei cieli; alla fine, prima che sorgesse il sole, Eärendil ebbe la meglio, ed Ancalagon cadde dal cielo, rovinando su Angband; e la sua tremenda caduta frantumò i tre picchi di Thangorodrim. E quando sorse il sole, l’esercito dei Valar ebbe la meglio su tutti i fronti, e tutti i draghi caddero; Morgoth venne catturato, nella più profonda delle sale di Angband, ed incatenato nuovamente; e fu poi spedito nel Vuoto Atemporale, oltre le Mura del Mondo, costantemente vigilato dalle scolte.
«Qui termina il SILMARILLION. Se in esso si è passati dall’eccellenza e dalla bellezza alla tenebra e alla rovina è perché tale era, fin da tempi antichissimi, il destino di Arda Corrotta; e se un mutamento si verificherà, e la Corruzione sarà cancellata, lo possono sapere solo Manwë e Varda, i quali però non l’hanno rivelato, né se ne trova traccia nelle sorti di Mandos». Questa è la frase che conclude il racconto, ed in essa si allude, seppur velatamente, alla più grande battaglia che il mondo conoscerà: la Dagor Dagorath, la Battaglia delle Battaglie, in cui tutti i guerrieri torneranno in vita, sia quelli del bene, sia quelli del male, e lo scontro sarà tremendo; Morgoth stesso tornerà in Arda, e darà battaglia ai Valar; in duello, Finwë, Eönwë e Túrin Turambar lo sconfiggeranno, e sarà proprio quest’ultimo ad infliggergli il colpo di grazia, compiendo così il destino e la vendetta suoi, e della famiglia di Húrin Thalion. Ma di questo abbiamo pochissime notizie, tutte provenienti da un testo che non è stato tuttora tradotto, sfortunatamente, e che io non ho ancora avuto il piacere di leggere.
Queste sono le grandi battaglie della Prima Era, quelle in cui gli Elfi hanno avuto una parte fondamentale; se in quelle successive non ne avranno più molta, questo è dovuto al fatto che quello è il loro destino: di lasciare il posto ai fragili umani.

LA CADUTA DI GONDOLIN
Uno dei fatti che maggiormente ha influenzato la storia della Terra di Mezzo, e che prelude alla chiusura della Prima Era, è di sicuro la Caduta di Gondolin, uno dei racconti che stavano più a cuore a Tolkien, tanto che esistono varie stesure di esso; e di sicuro, la suspence che ci fornisce è quasi ineguagliata nei suoi scritti (se escludiamo, ovviamente, il Signore degli Anelli).
Per prima cosa, dobbiamo distinguere chiaramente tra le fonti che il Maestro stesso (mi riferisco, chiaramente, a Tolkien) chi ha fornito: io citerò e prenderò spunti da «Il Silmarillion», (abbrevierò in Sil), dai «Racconti Incompiuti» (RI) e dai «Racconti Perduti» (RP). Quest’ultimo testo contiene la versione più vecchia del racconto, che dunque presenta differenze abissali con la versione definitiva del 1930 (quella del Silmarillion, che tutti conosciamo), ma è l’unica che sia insieme completa e soddisfacentemente estesa.
Siamo nell’anno 511, sono passati trentotto anni dalla Nirnaeth Arnoediad, ed a Gondolin vi è stata pace. Tuor, figlio di Huor, è giunto fino alla città dai Sette Nomi, e si è insediato in essa, divenendo un principe, ma facendo sì che l’invidia cresca in Maeglin, nipote di Turgon; Tuor ha, infatti, sposato la bella Idril Celebrindal, figlia del re, e i due hanno avuto un bel figlioletto, Eärendil, uno dei due mezzelfi esistenti (l’altra è Elwing, figlia di Dior, figlio di Beren e Luthien). Dunque, tutto pare andare per il meglio, ma accade che finiscono le avventure/tragedie dei figli di Húrin, e questi, dopo anni di prigionia, viene liberato dalle catene; giunto vicino agli Echoriat, i Monti Cerchianti, invoca l’amico Elfo senza però ottenere risposta («Turgon, Turgon ricordati delle Paludi di Serech! O Turgon, possibile che tu non mi oda nelle tue aule nascoste?». Ma nessun suono gli giunse in risposta, salvo quello del vento tra l’erba secca. «Proprio così sibilavano in Serech al tramonto» /Sil 287); così, non ricordando la strada, se ne va, ma le spie di Morgoth notano questo suo gesto, e riferiscono al loro signore; e così, cade il grande segreto di Gondolin. In seguito Maeglin (Meglin nella versione di RP), uscito dalla città contro il volere di Turgon, viene catturato poco lontano dagli Echoriat dalle spie di Morgoth (Melko in RP); di lui si dice che «non era né un debole né un pusillanime», (da notare come, in questo passo, lo stile sembri enormemente quello dei grandi storiografi latini, come Sallustio; e proprio come quest’ultimo, Tolkien esalta il nemico, per rendere ancora più eccellente poi la vittoria di Tuor), ma dopo i tormenti di Angband, assieme anche alla promessa di divenire sovrano di Gondolin e risposare Idril, il principe figlio di Eöl, che già cova risentimento verso Tuor, decide di rivelare la posizione di Gondolin, e di facilitare la battaglia a Morgoth conducendo la sua casata contro Tuor stesso. Nei Racconti Perduti, si fa menzione solo a quest’ultima parte; e per di più, manca la finezza stilistica dell’esaltazione di Maeglin: in RP il figlio di Eöl cede ai nemici senza nemmeno una tortura; e tutto questo per portare la rovina a Tuor ed Eärendil (Eärendel in RP); RI non ha nulla di tutto ciò, perché sventuratamente si ferma all’arrivo di Tuor a Gondolin.
A proposito delle casate, in Sil si menzionano solo la casa della Fonte, guidata dal nobile Ecthelion, e quella del Fiore d’Oro, che ha a capo il famoso Glorfindel dai capelli gialli (lo stesso che, migliaia di anni dopo, accorrerà da Aragorn e Frodo prima del guado del Bruinen). In RP, invece, si ha un’accurata distinzione delle undici (dodici se comprendiamo anche la casata reale di Turgon) stirpi di Gondolin, e di ognuna si dicono le caratteristiche principali.
Per primi vediamo gli Elfi del Cuore Scarlatto, cioè Turgon ed i suoi seguaci; abbiamo poi la gente dell’Ala Bianca, cioè quelli di Tuor, quelli della Talpa, cioè la truppa di Maeglin; poi vi sono le genti della Rondine, con a capo Duilin, il più grande arciere su bersaglio, e quelle dell’Arco Celeste, comandate da Egalmoth, le cui frecce volano più lontane di quelle di chiunque altro. Ci sono anche le genti del Pilastro e della Torre di Neve, comandate da Penlod, il più alto di tutti i Noldor, ed ancora vi sono gli elfi dell’Albero, guidati dal valoroso Galdor, e quelli del Fiore d’Oro, capitanati da Glorfindel dalla chioma d’oro, uno dei più belli dei Noldor. Continuando, troviamo le genti della Fonte, guidate dal nobile Ecthelion, «dalla voce di musica», quelle dell’Arpa, che andavano in battaglia sotto il vessillo del malvagio Salgant, ed infine, ma non certo meno importanti, vi erano le genti del Martello d’Ira, il cui capo era Rog, il più forte di tutti i Noldor. Sarebbe interessante sviscerare le descrizioni di ogni singolo schieramento, e le caratteristiche di tutti i capitani, ma non è questo il luogo adatto: tratto dell’aspra battaglia che ha infuriato per le bianche vie di Gondolin, non del suo stato in pace. Meriterebbe anche un confronto accurato della descrizione della figura del nobile Ecthelion della Fonte, di cui Tolkien ci fornisce due profili tanto accurati quanto diversi in RP ed RI.
Inizia dunque la battaglia. In Sil, come sempre,si ha una descrizione molto sommaria della lotta: si dice che Morgoth liberò quasi tutte le sue forze, usando Balrog, orchi, draghi della stirpe di Glaurung e lupi. Si dice che vi furono innumerevoli gesta di grandissimo valore, come il glorioso duello tra Ecthelion e Gothmog, e la tragica caduta della torre di Turgon, difesa fino all’ultimo dai suoi familiari. Si dice poi che Tuor riesce a salvare Idril ed Eärendil dalle grinfie di Maeglin, e che battutolo, lo scaglia giù da Amon Gwareth. Per ultima cosa, si accenna alla ritirata di Tuor ed Idril, attraverso Cirith Thoronath, e l’estremo duello tra Glorfindel ed un Balrog, su un pinnacolo roccioso.
Essendo la versione di RI sventuratamente incompleta (e dico sventuratamente perché la prima parte di essa, cioè il viaggio di Tuor, è molto dettagliata ed avvincente, e dunque anche la seconda parte sarebbe stata accuratissima), la fonte principale sulla Caduta di Gondolin, ed anche la più interessante è quella di RP. Per prima cosa devo fare un accenno sul concetto di Balrog: nelle versioni più tarde, i Balrog sono pochi (sette o nove), e dal potere eccezionale (i Balrog sono più o meno la versione malvagia degli Istari, a cui appartengono Gandalf e Saruman; e dunque, il loro potere supera di gran lunga quello della maggior parte dei figli di Ilúvatar); in RP, invece, si accenna a orde di questi demoni, e si dice che centinaia ne morirono nel giorno della Caduta di Gondolin; ma esaminerò questo più nel dettaglio più avanti.
Il tutto inizia al grande consiglio di guerra dei nobili di Gondolin, a cui erano presenti proprio tutti: Turgon e Tuor, Duilin, Egalmoth, Penlod, Rog, Galdor, «l’aureo Glorfindel ed Ecthelion dalla voce di musica»; ed anche Meglin e Salgant. Alle notizie dell’imminente attacco, Tuor e tutti i nobili volevano uscire allo scoperto, assaltando il nemico di sorpresa; e tutti erano d’accordo, anche se c’erano opinioni diverse sul piano migliore; solo Salgant e Meglin, invece, parlano diversamente, e pungono Turgon nell’orgoglio che lui cova per la sua città ed i suoi tesori; e così, sebbene siano in minoranza, i due convincono Turgon a rimanere in città, contro il parere degli altri nobili; e si dice che Tuor, sapendo che Gondolin sarebbe caduta a causa del fraudolento consiglio dei due, «lasciò l’aula del re in lacrime».
Inizia allora la vera e propria battaglia, con draghi di fuoco (come Glaurung) ed altri di ferro e di bronzo che si gettano all’attacco. Alcuni serpenti meccanici scalano i bastioni, e riescono ad aprire le porte; e nulla possono le catapulte di Turgon, cosicché gli orchi hanno via libera, entrando in città. Allora Rog e Galdor, e con loro tutte le genti del Martello d’Ira e dell’Albero, si lanciano contro il nemico, brandendo i loro martelli e le loro mazze, e «gli orchi caddero come foglie»; e nel frattempo anche le genti della Rondine e dell’Arco colpiscono con una gragnola di frecce «pari alle buie piogge d’autunno», ed uccidono molti nemici; ma anche molti Gondothlim (abitanti di Gondolin, detti anche Gondolindrim in fonti successive) cadono sotto il fuoco amico.
Nel frattempo Tuor ed i suoi dell’Ala combattono con forza, dirigendosi verso la casa del fedifrago Meglio, che raggiungono mentre, rapiti Eärendel ed Idril, sta per gettare l’uno nel fuoco, ed è in procinto di rapire l’altra e portarla via con sé. Tuor, che Salgant non è riuscito a trattenere (aveva avuto paura, e si era precipitato a casa, tremante), raggiunge dunque Meglin, essendo che gli uomini della Talpa, sdegnati per il comportamento del loro signore, si allontanano da lui; ma Tuor balza su di loro, e ne compie strage, finché riesce a salvare Eärendil appena in tempo, e scaglia Meglin giù da Amon Gwareth (esattamente come in Sil) dopo una breve lotta. La furia di Tuor è tale che il numero degli uomini della Talpa non basta, e questi vengono sconfitti in fretta. Il principe ed i suoi Elfi dell’Ala accorrono allora verso la Porta, dove trovano la situazione molto difficile: Duilin, signore della Rondine, è morto a causa di un dardo, e dunque sono già morti due dei dieci principi di Gondolin.
Accade, però, che Rog con furia sprona i suoi all’attacco, con un alto urlo di guerra; e brandendo la sua mazza si fa strada fino alla Porta; gli Elfi del Martello d’Ira compiono allora una delle imprese più gloriose dell’intera storia degli Elfi, decimando le schiere dei Balrog, e si dice che «il numero dei Balrog che perirono laggiù fu oggetto di terrore e meraviglia per le schiere di Melko, poiché prima di quel giorno nessun Balrog era stato ucciso per mano di Elfi o Uomini». Gothmog, allora, vista la situazione, manda un gruppo di Balrog a trattenere l’avanzata di Rog, e tutti gli altri li spedisce vicino alla Porta, in modo che Rog non possa tornare indietro, a meno di grandi perdite; ma il valoroso Elfo si getta in avanti, e così con lui i suoi uomini impavidi, il cui valore rimarrà ineguagliato; e dunque, quegli Elfi inseguono fino alla pianura il gruppo di Balrog che hanno davanti «ora per tremenda necessità piuttosto che per astuzia». Però, la sortita costa caro a quelli: accerchiati da orchi e Balrog, e trovandosi ad affrontare un drago, muoiono tutti attorno a Rog, ma a quale prezzo per Gothmog ed i suoi! Si dice che ogni Elfo del Martello d’ira abbia strappato «la vita a sette nemici in cambio della sua». Ma la situazione diviene sempre più drastica, per la morte di Rog ed, in città, di Penlod l’alto: sono ormai solo sei i principi di Gondolin.
Vi sono molte perdite sulle mura, scalate dai «diavoli di Melko», specialmente nelle genti della Rondine e dell’Arco Celeste, ma in verità la situazione volge leggermente a favore dei Gondothlim: le perdite nelle schiere di Gothmog sono molto più consistenti che in quelle dei Noldor, e molti Balrog sono caduti, provocando il terrore nelle file di Angband. A migliorare le cose per i Noldor giungono gli Elfi della Fonte, finora tenuti di riserva da Turgon, al suono dei flauti, brillando di cristallo ed argento; ed «Ecthelion dalla bella voce gridò di sguainare le armi», balzando sui nemici subitaneamente, e sotto le loro lame cadono il maggior numero di orchi che mai il popolo degli Eldalië abbia visto morire, in una sola battaglia.
Avviene dunque che Tuor ed Ecthelion si affiancano, e combattono insieme le loro genti, incalzando gli orchi fino alla Porta; ma giungono in soccorso alcuni draghi; Tuor raduna allora sotto il suo vessillo anche molti sbandati dell’Arco Celeste e della Rondine, e lui ed Ecthelion decidono di resistere lì, nonostante le fiamme dei draghi. I due, Elfo ed uomo, spacciano molti capitani degli orchi, e giungono, da soli, dai Balrog; e le loro gesta individuali sono ineguagliate: Ecthelion uccide ben quattro demoni, e Tuor, brandendo la sua ascia Dramborleg, ne spaccia addirittura cinque. «Ma pochi non possono combattere a lungo contro molti», e sventuratamente Ecthelion viene colpito, ed il braccio che regge lo scudo spezzato, cosicché Tuor deve sorreggerlo, e i due devono ripiegare. Tuor salva così Ecthelion della Fonte, ma gli orchi si sono impadroniti ormai di tutta la parte settentrionale della città, e premono per entrare nella piazza della Fonte, dove però il solo Galdor, con pochi dei suoi uomini, resiste strenuamente.
Allora Galdor riesce a salvare i due valorosi da morte certa, ed insieme si ritirano nella Piazza del Re, e con loro è un buon battaglione di Elfi della Rondine, dell’Arco Celeste, dell’Albero, dell’Ala e della Fonte. Ad aiutarli giunge dunque Glorfindel, e con lui gli uomini del Fiore d’Oro, dopo un grande scontro nella parte orientale della città; e nello stesso tempo, anche gli Elfi dell’Arpa, disobbedendo agli ordini di Salgant, il loro codardo signore, giungono nella Piazza del Re; e non solo, anche Egalmoth, abbandonato il suo arco, raccoglie gli ultimi sopravvissuti dell’Arco e della Rondine, e con loro, e radunando donne e bambini, si fa strada verso la Piazza, e si riunisce agli altri principi. In quel punto si raduna almeno un rappresentante di ogni stirpe, tranne che del Martello d’Ira, i cui componenti sono tutti periti attorno a Rog nella gloriosa sortita; e le genti del Cuore Scarlatto, rimaste attorno al re, sono ancora intatte e riposate.
Giungono però allora sette draghi e molti orchi, e gli Elfi lì riuniti danno inizio alla più disperata quanto ostinata resistenza della storia del popolo degli Eldalië, e di Egalmoth e Tuor si dice che «si spostavano da un luogo all’altro della difesa, mentre però Ecthelion giaceva presso la fontana». Tuor, separato da Egalmoth, indietreggia fino alla fontana centrale, ma giunge «Gothmog in persona, signore dei Balrog e figlio di Melko»; e Tuor forse non riuscirebbe a vincere, se Ecthelion, «il più bello dei Noldor», dalla voce di musica e pallido in viso, si gettasse contro il demone; ma nonostante il valore del principe, Gothmog sta per avere la meglio. Deciso a morire per la sua città ed il suo amico, allora, Ecthelion si lancia, e colpisce in pieno petto il Balrog con il suo elmo, facendolo cadere nella fontana; e i due affogano insieme, l’uno essendo una creatura di fuoco, l’altro essendo ferito e molto pesante per i suoi armamenti.
Piange allora Tuor la morte dello splendido amico, ma nel medesimo momento, vedendo l’incertezza del nemico di fronte alla morte del loro capitano, scendono in battaglia anche gli uomini del Cuore Scarlatto, e con loro Turgon stesso combatte, e loro uccidono ben quaranta Balrog ed un drago; e si dice che uccidere un drago è impresa ben più ardua di spacciare quaranta demoni (ennesimo segnale del cambiamento di prospettiva di Tolkien: se pensiamo che nella Terza Era Smaug viene sconfitto da una sola freccia, piazzata nel punto giusto, mentre Gandalf, per avere la meglio sul Balrog, rischia di morire; e la magia di Mithrandir è di sicuro più potente di una freccia, e lui, essendo un Maiar, è molto più forte di Bard di certo). Però, nonostante le gloriose gesta di tutte quelle genti, Gondolin deve cadere, e questo Turgon, vicino alla morte, lo sa bene; suggerisce che i superstiti fuggano e si mettano in salvo, poi, abbandonata la corona, sale da solo sulla torre, e grida forte, in faccia agli orchi: «Grande è la vittoria dei Noldoli» (Noldoli è il nome di RP per Noldor).
Tuor, allora, cerca di convincere il re a fuggire per la Via segreta che Idril ha fatto scavare negli anni; ma Turgon, irremovibile, rimane sulla torre, deciso a perire con la sua città, come il capitano di una nave, che affonda con essa; e così, gli uomini del Cuore Scarlatto ancora in vita rimangono ai piedi della casa del sovrano, per difenderla fino all’ultimo, come nobile atto di coraggio; è mezzanotte, ed in città si è combattuto per più di quattro ore; ma l’assedio è durato quasi tutta la giornata.
E dunque Idril, Tuor ed Eärendel fuggono, e con loro vi sono Voronwë, amico del principe, ed anche Glorfindel, Galdor ed Egalmoth; sono questi gli unici dei dieci principi ad essere sfuggiti alle fiamme ed alle armi dei nemici: solo quattro su dieci. E qui vi è il dolce e toccante momento del distacco: Eärendil che ricorda alcuni degli Elfi che gli sono stati cari, quali Salgant ed il buon Ecthelion: il primo soleva intrattenere il piccolo con storie buffe, mentre il secondo suonava per lui, oppure gli fabbricava flauti di salice; ma i due non ci sono più, così come non ci sono più Meglin, Turgon, Penlod, Duilin e Rog.
Ma nonostante stiano ormai fuggendo, non è finita: un agguato rischia di eliminarli, ma le aquile che risiedono sui monti accorrono in loro aiuto; e tuttavia, Glorfindel dai capelli d’oro si ritrova a combattere solo contro il demone, vestito nella sua splendente armatura dorata. Con balzi enormi i due giungono a pugnare su un pinnacolo instabile, e qui il valore dell’Elfo sembra sopraffare la malvagità del Balrog; ma questi, poco prima di cadere, colpito molte volte dalla rapida spada del principe, afferra con una delle sue zampe i lunghi capelli di Glorfindel, i quali uscivano dall’elmo, e lo trascina con sé nell’abisso.
Così termina l’estenuante assedio di Gondolin, anche se le disavventure e le vite di quei prodi vanno avanti: Tuor e Idril si perderanno in mare, cercando Ulmo; Egalmoth seguirà Eärendel, ma verrà ucciso quando Melko (oppure Maedhros, secondo Sil; qui non si accenna mai ad Egalmoth, ma Elwing è rapita proprio dai figli di Fëanor) attaccherà Elwing (moglie del giovane Eärendel, figlia di Dior, figlio di Beren e Luthien); Galdor farà lo stesso, ma riuscirà a sfuggire a quel giorno tremendo; e di Glorfindel si sa (ma questa è una notizia che compare solo in Sil) che si reincarnerà in Valinor, per poi tornare nuovamente nella Terra di Mezzo, ed abitare così con Elrond, figlio di Eärendel, a Gran Burrone.
Di questa battaglia, così lunga da narrare, si potrebbe parlare all’infinito: potrei istituire molti paragoni tra questo scritto ed i classici greci e latini, sia parlando di alcuni personaggi, sia dello stile, sia di alcuni topoi (forme ricorrenti) letterari. Potrei parlare per pagine del valore della lealtà e del coraggio tra gli Elfi, con un parallelo con la filosofia orientale ed, in particolare, con quella giapponese (lo sprezzo della morte in favore di un atteggiamento onorevole, leale e valoroso); le differenze con altri testi di Tolkien, soprattutto con quelli più tardi; i valori simbolici dei personaggi (ognuno eccelle in una caratteristica: bellezza, altezza, forza, valore, voce, e molte altre), e molte altre cose ancora; ma risulterebbe un lavoro troppo imponente, di non facile lettura.
Mi limiterò a far notare come questa battaglia sia la più grande esaltazione del valore degli Elfi, ed il più grande documento che testimonia la superiorità di questi nei confronti degli uomini: sebbene sia assai controversa la questione dell’altezza degli Elfi (non si sa bene se Tolkien li considerasse più o meno alti e robusti degli umani: parrebbe che in origine fossero più forti e prestanti, ma con il tempo siano andati perdendo le loro originarie caratteristiche), non si può certo negare che il valore di questo bel popolo è ineguagliato ed ineguagliabile, così come l’illimitato coraggio che gli elfi dimostrano. Dunque, quando qualcuno vi parlerà degli Elfi come i soliti pestiferi folletti delle fiabe nordiche, beh, potrete stupire questi ignoranti con le grandi gesta di Ecthelion, di Galdor o di Glorfindel, e di tutti gli altri grandi principi, in quel giorno fatale per il popolo degli Eldalië.

Il saggio sulle guerre della Seconda Era è consultabile all'indirizzo http://ardalambion.immaginario.net/Saggi/GuerreII.rtf


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Uwen
Ghianda



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Inserito il - 17 settembre 2004 : 15:21:48  Mostra Profilo Invia a Uwen un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
LE GUERRE DELLA SECONDA ERA
di Federico Vigorelli Porro

LE SPEDIZIONI DI AR-PHARAZÔN
Nonostante la seconda Era sia stata molto lunga, essa fu caratterizzata principalmente, almeno nella prima parte, da lunghi anni di pace. I sovrani di Númenor erano illuminati e giusti, ed il loro unico desiderio era quello di conoscere i mari; le uniche guerre che furono combattute furono quelle contro Sauron, che spadroneggiava nella Terra di Mezzo. I più grandi movimenti militari, ed anche i più folli, vi furono tra il 3260 ed il 3319: il periodo del regno del folle Ar-Pharazôn. Egli, per prima cosa, si lanciò contro Sauron con una grandissima flotta (era questa la grande forza degli uomini di allora, la flotta marina; un po’ come Atene, in età classica) e schiere di forti uomini; e quando si accampò, Sauron giunse a sottomettersi, riconoscendo la superiorità dei Dúnedain; ma tutto questo era stato progettato e studiato ad arte.
Sauron pervertì la mente già corrotta del re, lo votò all’adorazione della Tenebra, che aveva come suo signore Melkor; e lo spinse all’azione più folle di tutte: assaltare Valinor, spodestare i Valar nel nome di Melkor. Ed Ar-Pharazôn, ormai vecchio e bramoso di potere, ascoltò i consigli del fraudolento Maia, preparò l’esercito più grande che si fosse mai veduto a Númenor, allestì la flotta più imponente di tutti i tempi, e salpò. Gli unici guerrieri che non lo seguirono furono Elendil, i suoi figli e tutti i Fedeli, i qual salparono verso la Terra di Mezzo, e che fonderanno poi, in seguito, i regni di Arnor e Gondor. Amandil, padre di Elendil, invece, tenterà di ripetere l’ardua impresa di Eärendil, cioè domandare il perdono dei Valar; ma giungerà troppo tardi.
Nell’Akallabeth, il racconto della Caduta di Númenor, si parla bene della flotta di Ar-Pharazôn: il folle re avanzò con essa, varcò i Mari Ombrosi, che nascondevano Valinor, superò Tol Eressëa, la patria degli Eldar, e giunse infine alla baia di Eldamar. Mai uomo aveva posto piede su quelle terre, tranne Eärendil, che era mezzelfo, ed i suoi compagni; e comunque nessuno ne era mai tornato vivo. Nonostante le tempeste e le sciagure scatenate dai Valar su Númenor, Ar-Pharazôn non aveva desistito; non si era voltato nemmeno alla vista delle orde di aquile di Manwë; ma esitò alla vista di Taniquetil, immobile e candido, che si stagliava contro il cielo ancora azzurro, prima del tramonto; ma pose lo stesso il suo piede, e con lui molti dei suoi, ai piedi delle Pelòri.
Quello fu troppo. Manwë, esasperato, e con lui tutti gli Ainur, eccetto Sauron e quegli spiriti pervertiti da Melkor nell’antichità, quali i Balrog, invocarono Eru, e rimisero a lui il dominio del mondo; ed Ilúvatar scatenò la sua potenza, con tempeste sui mari; la maggior parte della flotta del folle Ar-Pharazôn affondò, ed i compagni del re furono sepolti sotto colline che crollarono su di loro, come una sentenza di morte, per risvegliarsi solo in occasione dell’Ultima Battaglia. Ed anche Númenor cadde, inabissandosi a causa dell’empietà del suo sire; e con l’isola affondò anche Sauron, il fautore di quel disastro; il quale però si salvò, per tornare a breve a tormentare il mondo.
Questo è l’unico esempio che abbiamo in cui si vede schierata la potente flotta Numenoreana; ma non si sa alcunché sulle loro tattiche di guerra; per conoscerle bisogna attendere la fine della seconda e, poi, la terza era.

LA BATTAGLIA DI DAGORLAD E L’ASSEDIO DI BARAD-DÛR
Siamo nell’anno 3429 della Seconda Era. Sauron compie una mossa molto astuta, attaccando Gondor fintanto che le sue forze non sono complete; è arduo il compito di Anárion, figlio di Elendil, che difende Osgiliath, mentre Elendil ed Isildur si trovano a fuggire verso la nordica Annúminas. Il figlio rimasto a Gondor riesce nella difesa disperata del regno, e scaccia Sauron, ma si tratta di una tregua fittizia: vi è aria di grandi scontri. Elendil, dunque, si reca a consiglio con il grande Ereinon, detto in lingua Sindarin Gil-Galad, l’ultimo dei grandi re dei Noldor in esilio. I due concordano dunque di muovere una volta per tutte contro la fonte del potere oscuro di Sauron: Mordor. Elendil ed Isildur radunano tutti i loro Dúnedain ad Amon Sûl, ed ivi attendono le schiere di elfi radunate da Gil-Galad e Círdan; si dirigono poi verso Imladris, roccaforte di Elrond, e vi stazionano per ben tre anni, forgiando molte armi, e preparandosi alla dura guerra.
Giunge dunque il 3434, ed i due re, degli uomini e degli elfi, decidono di dipartirsi dalla sicura Imladris, e percorrono rapidamente la valle dell’Anduin verso sud; e durante il viaggio si uniscono a loro schiere di tutti i popoli e le razze esistenti: animali e bestie andarono al fianco degli elfi di Thranduil, o dei nani di Moria, per unirsi all’Ultima Alleanza di Uomini ed Elfi. Anche Anárion si unì al padre ed al fratello, e l’esercito, a cui partecipavano tutti gli elfi della Terra di Mezzo, oltre che moltissimi altri esseri viventi, incontrò la schiera di Sauron sul campo di Dagorlad, la Piana della Battaglia. Si dice che l’esercito radunato da Elendil e Gil-Galad sia stato il più grande che mai abbia solcato la Terra di Mezzo dopo che i Valar mossero guerra a Melkor, durante la guerra dell’Ira. E probabilmente, solo nella Dagor Dagorath esso sarà superato. Per mesi i due eserciti si fronteggiano sulla piana sassosa di Dagorlad, finché l’Alleanza prevale, ed incalza Sauron fino alle porte di Barad-dûr; e lì rimangono, Gil-Galad ed Elendil, cingendo la torre d’assedio per sette lunghi anni. L’Oscuro Signore utilizza ogni metodo per eliminare i suoi nemici, ma senza successo: le frecce dei suoi orchi ed i suoi fuochi non possono niente contro la potente moltitudine, né le numerose sortite hanno alcun effetto. Finché Sauron decide di prendere la situazione in mano.
Indossato il suo Unico Anello, esce lui stesso da Barad-dûr, e si porta sulle pendici del Monte Fato, là dove il suo Anello ha più potere; ed infatti semina morte tra le fila degli elfi e degli umani; però, pochi coraggiosi lo incalzano, lo sfidano e duellano con lui: sono essi Gil-Galad, brandendo la sua fiera lancia Aeglos, ed Elendil, che agitava Narsíl. Con loro viene anche il coraggioso Isildur, che però non interviene immediatamente. Per tutto il giorno i due re combattono contro l’Oscuro Signore, in un duello degno del titanico scontro tra Fingolfin e Melkor, il primo dei quali era nonno del grande re degli Elfi che ora rischia la vita contro il malefico Sauron. Alla fine, i due guerrieri, stremati, sono sopraffatti e schiacciati dalla mazza del malvagio, ma ecco che giunge proprio Isildur, e raccogliendo il mozzicone della spada del padre, Narsíl, rottasi poco prima, mena un fendente impetuoso, e mozza un dito a Sauron; anzi, il dito dell’Anello. Questi, sconfitto, si dissolve, ed il suo spirito fugge, mentre il suo esercito è sconfitto; ma la vittoria non è definitiva, ché Isildur si rifiuta di gettare subito l’anello nel Monte Fato, e finire così quell’incubo. E questo lo porterà alla rovina, sui Campi Iridati… ma questa è tutta un’altra storia, che va narrata come prima battaglia della Terza Era.

In definitiva, le battaglie della Seconda Era hanno molta meno importanza rispetto a quelle della Prima; non perché non ve ne furono di gloriose (l’Ultima Alleanza compì grandissime gesta), ma perché Tolkien stesso ce ne fornisce poche informazioni. In esse si vede l’elemento che prenderà piede sempre di più nell’era successiva: la predominanza degli umani, anche in campo militare. Infatti, nonostante nella battaglia di Dagorlad sono sempre e comunque gli elfi a fare la differenza, in quanto non ve ne sono dalla parte di Sauron, sono gli umani a fungere, diciamo, da ago della bilancia; è da loro infatti che parte la grande iniziativa dell’attacco, ed è grazie ad essi che questo riesce. Le tattiche dei Dúnedain si vedranno poi meglio nella Terza Era, almeno in quanto Tolkien ci fornisce un accurato racconto del disastro dei Campi Iridati. D’ora in poi, gli elfi abbandoneranno quasi del tutto la loro caratteristica tattica di guerra, cioè quell’impetuosa forza che li aveva caratterizzati in queste due ere, e combatteranno principalmente per imboscate, in quanto rimarranno quasi solo Sindar, nella Terra di Mezzo.

Presto disponibile il saggio sulle guerre della Terza Era.
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balrog
Rossosaggio




Ireland


2052 Messaggi

Inserito il - 17 settembre 2004 : 16:16:19  Mostra Profilo Invia a balrog un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
,,,scusami Uwen ma non capisco...

...io ho parlato solo della possibilità di fare un film...forse sbagli persona...

balrog
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Rosie
Lebid toerin





2010 Messaggi

Inserito il - 17 settembre 2004 : 21:53:05  Mostra Profilo Invia a Rosie un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Benvenuta Uwen!^_____^

Credo che il Balrog in particolare sappia bene chi sia Ecthelion, e il mezz'elfo Earendil, conosca quasi di persona Glorfindel di Gondolin... (anche Balrog in effetti lo conosce direttamente...[;)][}:)])

Ti sei presentata con un bel topic...mica scherzi![^]

Io e te abbiamo la stessa concezione del Silm: la bibbbia, scritta meglio.[8D][;)]
...almeno per la parte iniziale, la cosmologia per intenderci... il resto, quella epopea di avvenimenti, quella che tu giustamente trovi un capolavoro assoluto, è un capolavoro in parte incompiuto, dovresti sapere che infatti Tolkien scrisse la SUA OPERA quasi per sè stesso, senza l'intento che qualcuno la leggesse o dovesse comprendere... una specia di mappa di cose che vedeva nella sua mente... questo è quello che penso io.

Vi sono molti racconti all'interno del silmarillion degni di essere raccontati, molto più degni della storia dell'anello stessa, che di tutti è , diciamolo, la più miserella, la meno eroica, la meno tragica, la meno potente... la meno... è la fine delle ere degli elfi, e, fatta apposta per essere letta.

Il silmarirllion in film?
Come la mettiamo con i Fan? ^_^ I puristi Tolkeniani, che poi sono tutti coloro che hanno letto il Silmarillion, chiederebbero la testa del regista che si propone, solo alla notizia!

Lo hobbit è diverso. Lo hobbit l'ha scritto Tolkien sotto forma di Romanzo.

Il Silmarillion in sè è intoccabile... vi sono puristi che già inorridiscono al fatto che il Silmarillion sia stato pubblicato...
(e a pensarci non hanno tutti i torti...^_^)

I racconti che compongono il Silmarillion sono meravigliosi, ed alcuni compiuti, ai nostri occhi, che conosciamo tutta la cosmologia... ma agli occhi di uno spettatore, non dico qualcunque, ma anche ad uno che Isda l'ha letto, sarebbero assolutamente incomprensibile.

Noi abbiamo provato a "giocare" con Beren e Luthien (e già mi sentivo come se bestemmiassi ad ogni idea...^__^) e ci siamo resi conto, che il racconto in sè, senza spiegare gli innumerevoli dettagli ed il contesto... è un impresa titanica!

L'unica cosa che mi viene in mente per un Silmarillion è una serie con quell'ambientazione...[:D] ma una serie ha pochi soldi, e pochi soldi significano spesso poca qualità... anche se i tempi stanno cambiando, comunque, quello che non vogliamo è Xena che lotta contro i Vala...[:p][:p][:p]

P.s.
Quando avrò un pò più di tempo leggerò volentieri gli articoli che hai riportato ^_^

"Ma è nel carattere della mia gente di meno di quel che pensiamo, temiamo di dire troppo. Quando uno scherzo è fuori posto ci defrauda della parole giuste..."
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Rosie
Lebid toerin





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Inserito il - 20 settembre 2004 : 23:10:13  Mostra Profilo Invia a Rosie un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Deve essere la misogenia...[;)]

"Ma è nel carattere della mia gente di meno di quel che pensiamo, temiamo di dire troppo. Quando uno scherzo è fuori posto ci defrauda della parole giuste..."
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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 02 aprile 2008 : 23:49:41  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ecco l'annuncio!!!!
Il Silmarillion al cinema!

http://www.fantasymagazine.it/notizie/8796/

(non badate all'ultimo paragrafo, è tutto previsto)

(gentilmente fornito da attenta persona tolkieniana... a cui risponderò appena mi rifunzionerà la spedizione di mail...)

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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Silma
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Abruzzo


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Inserito il - 03 aprile 2008 : 20:50:46  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Bel pesce d'Aprile in effetti [:-p]

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 03 aprile 2008 : 21:01:30  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E peccato che non sia quella bella fiòla a fare Luthien ^___^

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Narya
Entino




Neverland


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Inserito il - 04 aprile 2008 : 00:16:26  Mostra Profilo Invia a Narya un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Carina davvero come [:281] Comunque, adoro Alexis Bledel, RORY e non Lory Gilmore, come hanno scritto...[V]

Narya [:421]

************************************************
I'm pining for the moon. And what if there were two, side by side in orbit around the fairest sun? That bright, tight forever drum, could not describe nightswimming.
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AmonSûl
Sveltamente




Nowhere Land


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Inserito il - 04 aprile 2008 : 00:18:16  Mostra Profilo  Invia a AmonSûl un messaggio ICQ  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di AmonSûl Invia a AmonSûl un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Narya ha scritto:

RORY e non Lory Gilmore, come hanno scritto...[V]

Narya [:421]

Guardi, questi errori sono imperdonabili... andrebbero lavati con il sangue.
[:D]

CollevEnt [:381]
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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
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Silma
Ent




Abruzzo


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Inserito il - 04 aprile 2008 : 20:55:57  Mostra Profilo  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di Silma Invia a Silma un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non so se ce la vedrei...ha un volto molto fanciullesco, non riesco a figurarmi chi possano metterle accanto per fare Beren.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03