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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Luthien82 Inserito il - 24 agosto 2011 : 13:08:06
i nostri amici a quattrozampe ti aprono il cuore. Facendo volontariato in un canile vedo troppo spesso quanto l'uomo non sia degno di essere tanto amato.

Anche la creatura più piccola muta le sorti del mondo.
25   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
AmonSûl Inserito il - 23 febbraio 2015 : 22:02:50
Riprendo un attimo il filo del discorso... perchè purtroppo non è vero che "c'è chi se ne occupa"... sarebbe bello, ma basta guardarsi un attimo intorno...

Certo, ognuno ha le sue attitudini e inclinazioni. Che ne so, probabilmente chi fa il giardiniere partecipa allo stesso disegno di chi si dedica agli anziani abbandonati... o chi dedica la propria vita alle tartarughe in via di estinzione...
con la consapevolezza che se dovesse scegliere saprebbe scegliere le persone... (e questa consapevolezza, lo senti e lo leggi anche tu ovunque, c'è, ma al contrario...)
con la coscienza di questo disegno, non di un'attività fine a sé stessa... che lo porta a non dire mai: "Non posso aiutarti, non vedi che mi occupo già di questi animali/piante/quello che vuoi...?"

CollevEnt [:381]
_________
"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
Silma Inserito il - 20 dicembre 2014 : 21:12:32
Una precisazione [8)] Non penso affatto che tu sia un cinico o una brutta persona massi, ti conosco da troppi anni per sbagliarmi così. Esprimo solo il mio dispiacere, con te come con altri, perché proprio lì dove dovrebbero essere le aiuole privilegiate della collaborazione e della fratellanza finiscono per spuntare troppo spesso atteggiamenti e reazioni che non aiutano il perseguimento di tali ideali. E in casi come questi, si rischia che il grano bruci con la zizzania di dicotomie e polemiche.
Parli dell'istruzione dataci da Dio: Matteo aveva lo stesso carisma di Pietro? Giovanni la stessa vocazione di Luca? Paolo le stesse attitudini di Maria? [8)] ciascuno viene creato con un disegno irripetibile e imperscrutabile. Ciascuno contribuisce a suo modo, talvolta nel segreto, talvolta scopertamente. Proprio perché l'essenziale del disegno individuale ci è nascosto, dovremmo valorizzare la differenziazione e sfruttarla perché, lavorando tutti insieme, si raggiunga quella pienezza del cuore e del mondo a cui aspiriamo.



umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
Silma Inserito il - 20 dicembre 2014 : 19:40:58
1) No, non l'ho saltata [8)] ma penso che non esista chi fa orecchie da mercante sui bisogni per e persone: semplicemente vede che c'è chi se ne occupa, e si dirotta sugli animali, perché pensa abbiano meno aiuto. Non ci si può aspettare che ai loro bisogni corrisponda la natura, quando i loro problemi, di estinzione, carestia, o pericolo siamo stati noi a crearli, che sia con l'inquinamento, o le tartarughe intrappolate nelle reti, o i cani randagi che senza l'irresponsabilità umana nemmeno esisterebbero [8)]

4) Non ho mai detto che sia uguale la scelta tra una vita e un'altra [8)][8)] ho detto che non si dovrebbero fare gerarchie sulla scelta DI vita della persona che fa volontariato. Come non si dovrebbe pensare che andare in Africa sia più importante e nobile e buono che occuparsi di un genitore malato. Ciascuno sceglie dove mettere in opera quelli che sono i propri specifici talenti, Massi, è di questo che sto parlando. Certo che dovendo scegliere in modo così brutale, l'anima mi spinge a salvare l'uomo, ma questo scenario sembra un po' il gioco bastardo che si faceva alle elementari, "se sei su una nave che affonda con tutta la tua famiglia e puoi salvare una persona sola chi salvi?" (e varianti simili). Non è di questo che stiamo parlando, mi pare, ma di impegni più estesi [8)]



umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
AmonSûl Inserito il - 19 dicembre 2014 : 00:45:13
1 ... hai (volutamente?) saltato la frase "ma con una preferenza per le persone". D'accordissimo che siamo responsabili e custodi del mondo. Apprezzo quelli che si occupano ANCHE delle altre specie. Chi fa orecchio da mercante sui bisogni delle persone, dirottandosi su quelli degli animali (a cui teoricamente pensa già la natura), mi sembra come la madre a cui pesa occuparsi dei propri figli e preferisce fare da baby sitter a quelli dell'amica...

2 ... assolutamente d'accordo. Credo che stiamo dicendo la stessa cosa: è l'atteggiamento di cura che ci si mette nel fare le cose che dice se lo facciamo solo per noi stessi o se lo facciamo pensando anche al bene altrui. Se facciamo un lavoro che è utile al mondo, ma lo facciamo controvoglia... allora ha valore pari a zero.

3 ... credo di non essere una brava persona. Mi prendo la liberatà di guardare chi ho vicino e di pensare se le sue azioni potrebbero essere più utili a lui e agli altri; questo significa valutare con parametri miei ciò che so di quella persona. Non valuto la persona perchè lei è al di fuori della mia portata e del mio diritto, ma (come fa ognuno, dal primo istante in cui essere umani pensanti sono venuti in contatto) penso ad esempio "quello che sta facendo mi sembra una cosa utile e mi piace" oppure "mi fa tristezza quello che fa e secondo me non gli riempie il cuore". Accetto di essere giudicato cinico e disprezzante per questo... credo di riuscire a dimostrare (con il mio comportamento) alle persone che mi stanno intorno che non è così... Il mio faro in questo è una poesia di don Primo Mazzolari che dice tra l'altro "senza giudicare chi non si impegna, senza accusare chi non si impegna, senza condannare chi non si impegna, senza cercare perché non si impegna"; non sono capace di seguirlo alla lettera, ma l'atteggiamento che mi guida è "invitare" chi non si impegna a impegnarsi in ciò che io credo sia una cosa bella e accettare chi non si impegna in ciò che riteniamo importante, magari capendo che si impegna in altro di importante o prendendosi la libertà di esprimergli la propria valutazione tra le due attività...
So di dover imparare ancora tanto... Ma le mie reazioni di tristezza in alcuni casi e di gioia in altri non credo vadano condannate più di quanto si possa condannare chi dice "fai un po' quello che vuoi, alla fine una cosa vale l'altra...".

4 ... ogni scelta è uguale? ma questa affermazione apre a qualunque esempio estremismo. Mi suonerebbe più accettabile dire che "l'importante è aiutarsi gli uni gli altri e poi ognuno sceglie il modo"... ma anche su questo farei parecchie distinzioni... rimarrei comunque nell'ambito "prima gli umani" quando occorre scegliere a chi togliere il tempo e a chi darlo... Questo credo che sia anche l'istruzione dataci da Dio o dalla Grande Madre Terra...
Aiuti i batteri a proliferare perchè così la loro specie è felice? ma no, diamoci dei limiti... Se incontri per caso in una terra sperduta un uomo e un cavallo che sono stati morsi da una vipera e tu hai la dose di antidoto per uno solo di essi condannando l'altro a morire... e mi dici che la scelta è identica... no grazie, per me è una cosa bruttissima. Pur pensando che tu sia una persona splendida, questa cosa per me è pessima. Così come è aberrante ciò che ha detto la ragazza di un mio amico un paio di anni fa: "Ah se mio figlio prende il gatto e lo buttasse giù dal balcone per cattiveria, non ci penso due volte: butto giù lui...". Certo, uguale...

5 ... ma non ci eravamo detti che era uguale?

6 ... credo di aver già risposto ampiamente sopra: l'atteggiamento conta. E il destino ci presenta delle possibilità di dare senso a certi istanti della nostra vita. Quindi ha valore quello che fai con chi ti è davanti in quel momento e a cui puoi dare qualcosa di bene. Punto. Più e meno credo che perdano un po' di importanza... Un volontario che vede a giorni alterni, probabilmente ha più egoismo che altruismo... ma non credo che stiamo parlando di queste persone... ma di chi crede che i modi per voler bene ce ne siano svariati, di chi cerca di usarli tutti quando ne ha l'occasione, di chi crede che il volontariato sia uno dei più belli e forse più pieni.

Uno dei progetti che stiamo portando avanti mira (in una sua sezione) a creare la cultura dell'ACCORGERSI... accorgersi della presenza di persone intorno a noi, accorgersi dei loro bisogni, accorgersi che con molto poco possiamo fare parecchio... le classiche gocce dell'oceano...

CollevEnt [:381]
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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
Silma Inserito il - 29 novembre 2014 : 18:12:32
AmonSûl ha scritto:

Io sono uno di quelli probabilmente a cui accennavi nella prima riga. Con un enorme distinguo: quando si tratta di aiutare le persone qualunque causa va bene, orfanotrofi, ospedali, ospizi, Africa o Asia... Mi incazzo invece (e parecchio) quando mettiamo sullo stesso piano il canile, il gattile e la riserva delle farfalle con le persone... La natura insegna a noi (e a tutti gli animali) preservare la propria specie, prima delle altre... Se riusciamo aiutiamo tutti, di qualunque specie... ma con una preferenza per gli umani, per favore... altrimenti diventiamo meno umani... E su questo argomento non ho altro da dire per il momento.


E secondo me non ti dovresti incavolare [8)]. Perché le persone che si occupano degli animali pensano, e secondo loro a ragione, che occuparsi solo della propria specie sia una forma di egoismo, ed essendo noi quelli che "governano" in qualche modo la terra ne siamo anche responsabili. Alcuni, inoltre, vogliono fare qualcosa per il mondo, ma per carattere, storia o indole sono a disagio con le persone, e si dirottano su un tipo diverso di bisogni. Disprezzare questa cosa, lo dico in amicizia, è un limite mentale che crea ombre inutili [8)]


chi pensa a sè stesso è visto come uno che non vive pienamente.. di egoismo ci si consuma.


Sì, ma come già detto: come fai a sapere che una persona pensa solo a se stessa, perché non fa volontariato? E se fa un lavoro che cerca di migliorare il mondo? Un medico, un ingegniere, un ricercatore, un pompiere, e potrei continuare nella lista, lavorano per il mondo ogni giorno, e il fatto che siano pagati per farlo non li rende da meno di chi pratica "l'altruismo disinteressato", perché loro fanno già tantissimo per il resto dell'umanità.

Io rompo sempre le palle a tutti con le iniziative a cui partecipano (sabato c'è la Colletta Alimentare, mi raccomando... [:))]), ma cerco di educarmi a non giudicare chi non fa... al limite penso che sta facendo una scelta sbagliata, ma non posso imporglielo :)


Tu giudichi il prossimo più di quanto tu creda, Amon [8)] Lo dico perché trovo che davvero quello che fai con la Colletta o i bambini dell'orfanotrofio sia molto bello, ma viene rovinato quando, troppo spesso, esprimi quelle frasi così piene di cinismo e sfiducia e deprezzamento delle altre persone. Non conosci la vita né la storia di chi ti sta accanto, non vedi né tutto il male ma nemmeno tutto il bene che c'è nel mondo. Astenersi, a volte, è la più grande forma di rispetto, e anche la vera essenza dell'amore :-)

Il bene va fatto ogni volta che se ne ha l'occasione (questo è lo stile del volontario) e l'equilibrio del dono di sé che si fa agli altri va trovato con i bisogni della propria famiglia.


Sono d'accordo, ma ricordati che la nostra vita è limitata. Ogni azione compiuta toglie tempo a un'altra. Inevitabile fare una scelta... purché si sia consapevoli che quella scelta è stata fatta, e quel che noi omettiamo, qualcun altro dovrà prendere su di sé, o rimarrà non fatto. Quindi, nessuno di noi è più di qualcun altro, nessuna scelta ha più valore dell'altra :-)


spero che quel figlio impari l'altruismo dall'esempio del padre e quando lui sarà a casa goda del suo affetto anche per i giorni in cui è stato lontano...


Quello che io mi chiedo, Amon, è fino a che punto sia giusto. Un figlio, sei tu a metterlo al mondo. Quanto è giusto non esserci quando ha bisogno di te, che sia per condividere un sorriso, ricevere un abbraccio, parlare di un suo problema? Partire e aiutare dei perfetti sconosciuti è una cosa bellissima, ma sei sicuro di non togliere qualcosa di altrettanto importante a chi lasci indietro? Con questo non dico che chi ha famiglia deve pensare solo a quella, ma prima a quella, sì. Perché l'hai creata tu, e ha bisogno di te.

La mia religione parla esplicitamente di "preferenza" per gli ultimi, i poveri. Questa parola spiega molto bene il senso...


Sai che la tua religione è anche la mia, e con il mio padre spirituale ho più volte affrontato questa questione. La definizione di "ultimi", non credo sia scontata come si crede di solito. Si pensa agli emarginati, ai poveri, ai disagiati, agli abbandonati, orfani, vedove, persone sole... Sì, questo è palese, e sotto gli occhi di tutti. Ma sei così sicuro che il pacco di pasta donato a un affamato valga di più dell'affacciarsi alla porta di tuo padre stanco morto a fine giornata e portargli un caffè, chiedergli come sta? Che dormire in una tenda per portare medicine e cure ai rifugiati nel campo profughi sia un gradino sopra al fermarsi a fare due chiacchiere amichevoli con lo studente del piano di sopra che vive solo a chilometri da casa e amici? Faccio esempi banali, ma trovo che siano i più efficaci. Ci sono tante cose importanti nella vita e non tutte sono materiali. Non tutte hanno bisogno di legarsi a un'associazione e fare turni e mettersi magliette colorate e cartellini o prendere aerei con il sacco a pelo sulle spalle per essere compiute. A volte ho l'impressione che i volontari perdano di vista questo fatto con troppa facilità: vedono i grandi bisogni, i grandi poveri, i grandi ultimi, e diventano ciechi a "miserie" più piccole, forse, ma non meno dolorose. Quanti suicidi in meno ci sarebbero, se ci fossero meno persone lasciate sole? Quanti meno ragazzi avrebbero bisogno dei volontari nelle strutture di recupero, se qualcuno avesse prestato loro la dovuta attenzione prima che compissero un passo di troppo?
Pensa a questo: le grandi necessità non ci sarebbero, se ciascuno guardasse al suo fianco e tendesse la mano subito, lì vicino.

Una cosa voglio precisare: non dico tutto questo per deprezzare la bellezza del volontariato. Solo per fare notare che non è l'unica strada per aiutare il mondo, né l'unico esempio di altruismo, né l'unica via per il sorriso proprio e altrui. Fa parte dell'insieme, è un filo molto luminoso tra gli altri, ma sempre solo un filo tra milioni di altri, ciascuno con la sua tinta, la sua vita, la sua forza. [8)]

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
AmonSûl Inserito il - 27 novembre 2014 : 00:05:42
Io sono uno di quelli probabilmente a cui accennavi nella prima riga. Con un enorme distinguo: quando si tratta di aiutare le persone qualunque causa va bene, orfanotrofi, ospedali, ospizi, Africa o Asia... Mi incazzo invece (e parecchio) quando mettiamo sullo stesso piano il canile, il gattile e la riserva delle farfalle con le persone... La natura insegna a noi (e a tutti gli animali) preservare la propria specie, prima delle altre... Se riusciamo aiutiamo tutti, di qualunque specie... ma con una preferenza per gli umani, per favore... altrimenti diventiamo meno umani... E su questo argomento non ho altro da dire per il momento.

Qualche piccola considerazione su quello che hai scritto.
- la cosa più importante: quello che hai scritto è un punto di vista molto interessante e dovrebbe essere letto da tutti quelli che bazzicano il mondo del volontariato. A volte anche questo può diventare una droga/ossessione facendo dimenticare cose altrettanto importanti e di fatto perdendo la propria natura. Si fa volontariato solo per rispondere al proprio bisogno di sentirsi appagati e questa è una forma (diversa) di egoismo. I volontari necessitano di formazione per evitare quei rischi che hai elencato.

- proprio grazie alla formazione si passa dal "fare volontariato" ad "essere volontario". Sei volontario come stile di vita: condivisione, attenzione agli altri (a tutti gli altri), mettersi in gioco in prima persona senza pensare "non è compito mio"-"ci penserà qualcun altro".

- di conseguenza capisci la verità della frase "il primo volontariato si fa in famiglia". Per quanto a me riesca difficile perchè faccio molta fatica in famiglia...

- però (e di questo mi accusano spesso) distingui questo: un conto è fare volontariato e giudicare chi lo fa in un altro ambito che il proprio orticello oppure disprezzare chi non fa volontariato... un conto invece è sostenere con forza (e forse questo viene visto come un atteggiamento giudicante) che lo stile del volontario e la ricerca del bene altrui è l'unica scintilla di felicità: chi pensa a sè stesso è visto come uno che non vive pienamente.. di egoismo ci si consuma. Che poi lo stile del volontario (scritto sopra) può benissimo essere applicato alla propria famiglia non c'è dubbio.

- la cosa importante di chi fa volontario è ricordarsi di non darsi pacche sulle spalle, di rendersi conto che non siamo i migliori o i perfetti, ma solo consapevoli che facciamo qualcosa per cui vale la pena spendere energia e amore. Io rompo sempre le palle a tutti con le iniziative a cui partecipano (sabato c'è la Colletta Alimentare, mi raccomando... [:))]), ma cerco di educarmi a non giudicare chi non fa... al limite penso che sta facendo una scelta sbagliata, ma non posso imporglielo :)

- proprio perchè non è perfetto può darsi che chi dedica la propria vita ad una causa non si accorga che c'è qualcosa di più importante (la propria famiglia). Magari occorre parlarne con l'interessato... Ma sei sicura che per tutti aiutare i propri genitori sia più importante che aiutare (che so) dei bambini di un orfanotrofio? Il bene va fatto ogni volta che se ne ha l'occasione (questo è lo stile del volontario) e l'equilibrio del dono di sé che si fa agli altri va trovato con i bisogni della propria famiglia. Di questo equilibrio fa parte anche chi, come te o tua mamma, sopperisce ai parenti distanti, permettendo loro di dedicarsi ad altro: se voi non ci sareste probabilmente lascerebbero le loro attività per rientrare a casa. Ma il vostro prendervi cura ha lo stesso valore che quello fatto in Africa, forse ha più valore se è fatto con accettazione di una specie di destino che vi porta ad accettare la situazione senza averla scelta.

- spero che quel figlio impari l'altruismo dall'esempio del padre e quando lui sarà a casa goda del suo affetto anche per i giorni in cui è stato lontano...

- essere volontari significa avere atteggiamento di ascolto verso tutti, anche quelli incrociati ogni giorno... ripeto: bisogna togliere il disprezzo da chi fa volontariato. E batterò molto su questo punto parlando ai volontari della Colletta Alimentare.
essere volontari significa comunque avere una preferenza per gli ultimi. La mia religione parla esplicitamente di "preferenza" per gli ultimi, i poveri. Questa parola spiega molto bene il senso...

CollevEnt [:381]
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Silma Inserito il - 26 novembre 2014 : 16:51:31
Qualche tempo fa ho fatto una riflessione sui volontari per l'Africa che si incavolano con quelli dei canili e viceversa, quelli che si lamentano dei soldi che vanno in Nigeria invece che alle famiglie italiane bisognose, ospizi contro orfanostrofi eccetera eccetera, come si creino campanilismi per i "propri" ultimi e gerarchie di chi vada aiutato di più e per primo.

Oggi ne propongo un'altra. Siamo ormai nel periodo natalizio, e come sempre, sotto lo slogan "a Natale siamo tutti più buoni", ovunque vai c'è qualcuno con pettorina e blocchetto per le offerte, ora di un genere ora dell'altro. Non solo, ci sono, come d'estate, le esplosioni per la campagna di ricerca volontari in questa o quella organizzazione.
Ora, c'è qualcosa che a me rodeva già ai tempi in cui facevo volontariato all'università per i ragazzi erasmus, e che più cresco più guardo sfavorevolmente. Il fatto che chi fa il volontario è pieno di amore e compassione e dedizione per gli ultimi (i "suoi", sempre, vedi sopra), ma sembra che a questo si contrapponga molto spesso un atteggiamento duro, se non addirittura di disprezzo, nei confronti di quel resto del mondo che ha due colpe fondamentali: 1) non fare il volontario nella stessa causa, 2) non sostenere la causa del suddetto volontario con la prontezza o la generosità che ci si crede in diritto di pretendere da lui.

Ora, ci sono alcune cose in questo atteggiamento che non mi vanno giù. Primo, il volontariato è di sicuro una bellissima e onorevole cosa a cui dedicare il proprio tempo, ma, domanda: se tutti ci occupiamo degli estranei, alle nostre famiglie chi pensa? E lo dico guardando anche molto semplicemente casa mia. Mamma ha un fratello carabiniere e una sorella suora missionaria; uno è servo dello Stato, l'altra degli ultimi in Africa. Benissimo, ma l'accudimento dei genitori anziani è ricaduto in esclusiva su mia madre e suo marito e i suoi figli. E non lo dico come critica, è solo lo stato di cose, che forse a volte sfugge. Le loro sono scelte di vita, e anche quella del volontariato "preso sul serio" lo è. E parlando di figli, ci risiamo: la mia gemella è volontaria legambiente, il che dimezza, se non di più, il tempo già scarso che le lascia libero il lavoro, ed è per questo che il suo contributo in casa, soprattutto in casi complessi come quando nonno stava male o adesso le ripetute degenze di mamma in ospedale, è esiguo per forza.
Altro esempio: quando ci fu il terremoto, ci furono dei volontari della protezione civile che si lamentavano di essere in pochi a venire da alcune regioni. Uno di questi si vantava del fatto che quel giorno era il compleanno dei figlio, ma lui era lì ad aiutare i terremotati. Certo, tuo figlio scriverà dei gran bei temi di quanto è bravo suo papà... ma non è che, forse forse, come i figli dei soldati, anche senza dirlo prferirebbe averlo con sé, invece che fuori a salvare il mondo?

Ho fatto esempi semplici, ma potrei citarne qualche altro migliaio, tra conoscenti, volontari incontrati in giro e la qualunque.
Non è che a volte il volontariato dà alla testa? Che ci si sente così generosi del proprio tempo, da diventare come i filantropi di Dickens, "Sii benedetto, e va' al diavolo!"?
Sul serio. Come tanti volontari che parlano e hanno nei termini e nella voce una sfiducia abissale nell'uomo, perché "c'è tanto egoismo in giro"... Prego, ma voi di quante delle persone che incrociate o fermate ogni giorno conoscete le storie? Certo, sapete quelle dei poveri che vengono alla mensa, dei bambini malati in orfanotrofio, del villaggio in cui passate settimane e mesi, del barbone a cui andate a portare la coperta e il pasto caldo... Ma che ne sapete se l'uomo che vi fa un gesto brusco quando provate a fermarlo e passa oltre lo fa non perché è un misantropo, ma perché ha la mente oberata da come arrivare a fine mese e far continuare a studiare i figli? Che ne sapete se il ragazzo che vi dà solo pochi spicci non è come la vedova nel tempio, che dà poche monetine perché non ha altro? Che ne sapete se la ragazza che rifiuta con un mezzo sorriso imbarazzato quando le chiedete di arruolarsi nelle vostre file, lo fa perché lavora per mantenersi fuori sede fa tre lavori in nero e studia di notte? Quanto sapete degli sconosciuti a cui lanciate i vostri sguardi accusatori?

Sinceramente, credo che a volte chi si assume questo tipo di missione debba riflettere, prima di guardare gli altri con cinismo o delusione o addirittura disprezzo. Non tutti abbiamo la stessa vocazione, non tutti abbiamo gli stessi limiti, le stesse abilità, le stesse potenzialità, lo stesso tempo, e non tutti possiamo o vigliamo sottrarlo a qualcosa d'altro che è il nostro contributo al mondo, che siano i figli o l'azienda o un parente solo, perché, ripeto, quel che è visto come egoismo, spesso è solo pensiero e opera e amore distribuiti in un'altra direzione. E non c'è niente di male in questo. Magari gratifica anche meno. Ma chi è un uomo per giudicare un altro uomo?

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
AmonSûl Inserito il - 27 novembre 2011 : 17:18:48
Aggiungo che il bene che fai non deve dipendere (non dovrebbe) dalla bontà dei destinatari. Se ti tradissero non dovresti smettere di essere generosa...

Dico questo perchè molti nel campo del volontariato dicono "non so dove finiscono i soldi quindi non do niente" oppure tutti gli insulti che, facendo la colletta alimentare all'epoca della missione arcobaleno, ci siamo presi come scusa per non far nulla.
Il discorso si potrebbe allargare a moltissimi altri campi in cui la gente parte dai cattivi esempi ed arriva a non far nulla... nel campo della religione, della politica... ecc.

quando mi propongono nuove iniziative tendo anche io a fare come silma... rispondo che seguo già alcune associazioni che conosco. se queste tradiranno la mia fiducia (una è difficile, dato che è mia ^_^) allora mi sposterò su altre...

comunque credo ci siano di sicuro associazioni di volontariato truffa, che hanno come solo obbiettivo di spillarci dei soldi... ho visto troppe stranezze in alcune di esse...

CollevEnt [:381]
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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
Silma Inserito il - 27 novembre 2011 : 14:28:11
Me lo chiedo spesso, quando puoi fdarti davvero e quando no...di solito, tendo ad aiutare sempre le stesse associazioni, che conosco e con cui c'è una specie di tacito patto di fiducia (a casa mia è tradizione aiutare la ricerca contro il cancro o l'ail e un paio di altre), sperando che sia ben riposta.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
trilly Inserito il - 27 novembre 2011 : 09:47:33
Volevo riprendere un tantino il discorso sul volontariato ma da un altro punto di vista che è questo.

Si può considerare "anche" volontariato chi istituisce una "marea" di associazioni no profit a tutela che so... degli anziani, dei bambini, dei cani, dei gatti, dei draghi che volano.... perchè mi capita spesso e volentieri di constatare che non c'è giorno che ti chiedano soldi, nemmeno più un'offerta, da un minimo di 2 euro a 10 euro.

La domanda mi è sorta spontanea... ma chi controlla realmente tutte queste associazioni? Fanno realmente qualche cosa o sono solo un pozzo dove vanno a finire i soldi di chi crede in buona fede e da del denaro?
Non parliamo poi di tutta quella catasta di pubblicità che arriva nelle buche delle lettere con richieste di denaro, per lo più legate ai bambini, con annessi santini, madonne e rosari.

Perchè in un momento di crisi, di forte crisi, come mai oggi si sente, chiedere ancora soldi mi sembra non giusto... è pur vero che c'è gente che spende ancora molto alla faccia di chi non ne ha e che magari in mezzo a tante pubblicità qualcuno risponde ma non sarebbe meglio evitare tutti quei soldi e fare qualcosa di concreto?

Per esempio dedicare un poco del proprio tempo libero a chi ne ha bisogno ma senza lucrarci sopra...

Trilly
---------------------

Fedro ha scritto:
"Non sempre le cose sono quello che sembrano. La prima impressione inganna molti. L’intelligenza di pochi, percepisce quello che è stato accuratamente nascosto."
(Hotchner - Criminal Minds)
Silma Inserito il - 20 settembre 2011 : 01:35:04
Non è la stessa cosa, trilly, no, perché una persona, anche solo per il suo essere un tuo simile, tocca corde di empatia diverse, e ti senti più responsabile perché quella persona ne ha altre attorno che l'amano, e se è qualcuno che ami si complica tutto ancora di più.
Ma è sulla parola "facile" che transigo, trilly. Non è più facile, occupartsi di un "cucciolo bavoso", che di un "vecchio bavoso". Ho fatto entrambe le cose, posto che la seconda la trovo una definizione orribile, e posso dire che nessuna delle due è facile.
Non starò a ricordare come fu con mio nonno. Ne ho parlato spesso, e in questo periodo non reggerei a raccontare di nuovo, mi sommuoverebbe troppo per continuare un discorso pacato.
Un cucciolo che sta male è facile? No, direi di no. Perché le sue grida di dolore possono perforarti le orecchie: quasi svenni quando il mio gatto subì un intervento. Non è diverso dalle grida di sofferenza di una persona. E non è più facile tenere tranquillo un cane che cerca di strapparsi le bende e morde e va in panico, piuttosto che una persona malata che vuole a tutti i costi alzarsi dal letto ed è più forte di te anche nella sua malattia.
Aiutare, chinarsi sulla sofferenza, riabilitare, guidare, assistere, foss'anche per morire, non è MAI facile, verso nessuna creatura. Hai sempre una vita non tua tra le mani. Hai sempre, a un certo punto, l'impotenza. Hai sempre, a volte, il cuore che ti si squarcia in petto quando non sai più che cosa fare e vorresti solo non soffrisse più.
Non c'è niente di facle nell'assistere la solitudine e la malattia. Siano persone, cani, cavalli. Sono cose diverse, non sono una peggiore dell'altra.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
trilly Inserito il - 19 settembre 2011 : 22:22:13
Silma scrive:
"Stai continuando a portare avanti il tuo atteggiamento come fosse quello più giusto, mentre lut, trilly, io, stiamo avanzando i nostri cme semplicemente quel che noi siamo, quello a cui siamo portate. Tu invece sei salito in cattedra.
Non mi sembra un modo giusto di agire, Amon. A me, perlomeno, fa raffreddare molto la voglia di comunicare, quando è così a lungo ripetuto"


Silma... credimi, ho avuto modo di conoscere molto bene gli atteggiamenti di chi sale in cattedra e ti posso garantire che non è quello di Amon (non per prendere le sue difese).
Credo che Amon, correggimi se sbaglio, senta molta, molta responsabilità su ciò che ha per lui molta importanza, il prendersi cura dei bambini; questo suo attaccamento lo porta a non pensare che ci possano essere persone che dedicano il loro tempo ad accudire animali, o piante o fiori ... perchè per lui questo non ha senso rispetto al rapporto "umano".

Io lo capisco, ho ammesso che anche per me l'umano viene prima di ogno altro essere vivente ma ho anche detto che sono scelte di vita.

Quando dici Silma che "è una questione di pelle" quella che ti può far avvicinare ad un altro è vero...
A me capita che una persona mi stia "cordialmente" anche senza averla conosciuta (poi magari mi sbaglio) e questa è una questione di istinto perchè magari questa persona ha nello sguardo o nell'espressione del viso quel qualcosa che non riesco a decifrare, che non mi piace e, novanta su cento, ci prendo!!!

Quando Amon dice che è più facile accudire un batuffolo di pelo, per molti versi ha ragione!
Tu sai Silma cosa significa avere accanto una persona che soffre, hai visto la sofferenza, l'impotenza di riuscire a fare qualche cosa... ecco .... pensi sia la stessa cosa con un animale?
Una persona si raffronta continuamente, chiede il conforto di una parola, il tocco di una mano, la stretta di un abbraccio, chiede sicurezza, affetto, vuole delle rassicurazioni, a volte anche una menzogna pur di sollevare una sofferenza...
Anche io l'ho provato!

Con un animale il rapporto è diverso, stretto da legami di affetto ma non potrà mai essere come quello di una persona, neanche nella sofferenza; come dice Amon un umano bavoso, un essere inerme, una persona che si lamenta perchè soffre... è indubbiamente più complicato e difficile da gestire per mille motivi, per mille motivi ci si logora di più a chi sta accanto a queste persone.
Non dico che un animale non soffra e che di conseguenza anche chi gli sta accanto non abbia un cuore; un animale non ti chiede nulla se non sei tu a darglielo... un umano no, chiede, impreca, soffre e molto spesso chiede anche di morire pur di non soffrire...

Silma scrive:
"Il privilegio di essere umani, è che abbiamo una storia che dosa in noi ragione ed istinto. Alcuni trovano l'equilibrio. Altri, penderanno sempre da un lato piuttosto che dall'altro. Significa che alcuni sono migliori degli altri? Ha senso, decidere chi è migliore di un altro?"

Mi viene in mente il romanzo Ragione e sentimento!!! Credo cara Silma
che in realtà noi umani non troviamo mai il giusto equilibrio, sia nella ragione, nell'istinto e anche nei sentimenti.
Perchè siamo esseri complessi e anche complessati (non c'è dubbio) e se si trovasse, come dici tu l'equilibrio, saremmo perfetti... ma in realtà nessuno lo è.

Trilly
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Fedro ha scritto:
"Non sempre le cose sono quello che sembrano. La prima impressione inganna molti. L’intelligenza di pochi, percepisce quello che è stato accuratamente nascosto."
(Hotchner - Criminal Minds)
trilly Inserito il - 16 settembre 2011 : 21:50:12
"Può essere rivolto a persone in difficoltà, alla tutela della natura e degli animali, alla conservazione del patrimonio artistico e culturale.
Nasce dalla spontanea volontà dei cittadini di fronte a problemi non risolti, o non affrontati, o mal gestiti dallo Stato e dal mercato. Per questo motivo il volontariato si inserisce nel "terzo settore" insieme ad altre organizzazioni che non rispondono alle logiche del profitto o del diritto pubblico.
Il volontariato può essere prestato individualmente in modo più o meno episodico, o all'interno di una organizzazione strutturata che può garantire la formazione dei volontari, il loro coordinamento e la continuità dei servizi."
(fonte Wikipedia)


Trilly
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Fedro ha scritto:
"Non sempre le cose sono quello che sembrano. La prima impressione inganna molti. L’intelligenza di pochi, percepisce quello che è stato accuratamente nascosto."
(Hotchner - Criminal Minds)
trilly Inserito il - 16 settembre 2011 : 17:25:05
AmonSûl ha scritto:
apri un topic, trilly, se vuoi... poi sposto tutto di là)



provvedo...

Trilly
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Fedro ha scritto:
"Non sempre le cose sono quello che sembrano. La prima impressione inganna molti. L’intelligenza di pochi, percepisce quello che è stato accuratamente nascosto."
(Hotchner - Criminal Minds)
Silma Inserito il - 16 settembre 2011 : 15:29:34
Chi ti ha detto che è più "facile", Amon? Per una persona terrorizzata dai cani non sarebbe facile per niente. Come per una persona che è stata aggredita da un'altra con determinate caratteristiche può non essere facile affatto avvicinarsi a qualcuno con caratteristiche simili. Come a chi ha avuto un incidente in auto più non risultare affatto facile risalirvi, o a chi ha rischiato di annegare avvicinarsi all'acqua.
La scala di valori che ciascuno di noi coltiva per se stesso è una parte della nostra vita. Ma dice solo una parte di quello che siamo. Perché c'è sempre qualcosa di noi di non razzionalizzabile, di non imbrigliabile. E queste cose si trasmettono alle reazioni dei nostri sensi e alle scelte che facciamo quando non c'è tempo di scegliere, ma solo per reagire. Per questo c'è chi di fronte a un incendio fugge urlando, e chi corre verso il fuoco perché ha sentito chiedere aiuto. C'è chi vedendo una persona in procinto di annegare urla chiamando aiuto e chi quell'aiuto si tuffa a portarlo. C'è chi vedendo ammazzare un uomo cade in terra in preda al panico, e chi si butta sull'assassino a massacrarlo di pugni.
E per me il volontariato ha a che fare proprio con gl'impulsi, e non con i valori. Posso avere i valori che vuoi, posso essere una che pensa tutto il bene del mondo dei cani e che tutti meritino una seconda possibilità, ma se appena un cane scopre i denti divento un blocco di ghiaccio e mi si ferma il cuore, difficilmente farò la volontaria in un canile. Posso dare tutto il mio trasporto alla causa dei rifugiati in kenya, ma difficilmente partirò con Emergency se la vista del sangue mi fa svenire e lo stomaco mi si rivolta solo a vedere le immagini delle bidonvilleas.
"Il nostro cuore sottoposto a educazione"? Si può educare alla solidarietà, senza dubbio. Ma mi sembra quasi mostruoso parlare di educare a scegliere quale vita sia più importante.
"Rispetto dei ruoli e della natura di ognuno". Assolutamente d'accordo. Noi umani siamo la specie solidale verso tutte le altre esistenti, in primis la nostra. Ebbene, non vedo il nesso col decidere la gerarchia della vita.
Quel che ci rende diversi non è che siamo più importanti, o che sappiamo scegliere quel che è più importante. Perché se un giorno avessi dei figli e qualcuno li minacciasse da vicino, reagirei con la stessa ferocia di una leonessa o di una lupa.
Quel che ci rende diversi è che noi abbiamo la parola Storia. Quella dall'inizio della nostra specie, ricostruita e trasmessa. Quella nostra personale, che ci rende quello che siamo.
Sai cosa è davvero "più facile"? Riabilitare un cane, rispetto a riabilitare un uomo ^^ I cani non hanno lunga memoria. Per loro, se il presente cambia, il passato sparisce. Se un cane ha morso, ma poi viene messo nelle mani di un leader migliore, non morderà più. Se un cane è stato maltrattato tutta la vita, ma poi viene portato in una famiglia equilibrata e rispettosa, dagli il tempo di ambientarsi, non mostrerà nessun lascito della sua vita precedente. Ho visto cani che qualcuno aveva tentato di affogare, che dopo appena qualche ora di guida sguazzavano in acqua come se nulla fosse.
Con noi è più difficile. Noi non solo ricordiamo, ma rielaboriamo, rinvanghiamo, rimuginiamo, somatizziamo. Noi possiamo non liberarci mai nella vita da una fobia, un ricordo, un dolore, se non troviamo chi tocca l'interruttore giusto. Siamo più complessi.
Ed è perché lo siamo che adesso siamo qui a fare questa discussione. Io con la mia storia e tu con la tua. La tua ti fa continuare a battere sul tasto dei valori, della razzionalizzazione, della scelta delle priorità. Non è una cosa nuova, ti vedo farlo dacché ti conosco, e sempre di più, in qualsiasi conversazione. Su qualsiasi argomento, tu usi frasi simili. Ed è quello che ciascuno di noi fa, ciascuno di noi ha un qualche elemento di fondo della propria personalità, che emerge in tutto.
Non so se ti stai rendendo conto del tono che hai preso, Amon. Ti sei messo in posizione sopraelevata, non solo riguardo ai tuoi gatti, che non ho difficoltà a capirlo, ma nei miei confronti. Il tuo ultimo post trasuda ironia ghiacciata. E non faccio mistero del fatto che mi faccia male, venire trattata così. Stai continuando a portare avanti il tuo atteggiamento come fosse quello più giusto, mentre lut, trilly, io, stiamo avanzando i nostri cme semplicemente quel che noi siamo, quello a cui siamo portate. Tu invece sei salito in cattedra.
Non mi sembra un modo giusto di agire, Amon. A me, perlomeno, fa raffreddare molto la voglia di comunicare, quando è così a lungo ripetuto.

Ci sono molte cose, in una persona, che possono aiutarti a capire come sia fatta. Una di queste, è il suo modo di utilizzare i cinque sensi, e il sesto in sovrappiù.
Io mi relaziono con le persone e con i luoghi soprattutto tramite olfatto e tatto. Se un odore mi respinge, o il contatto con qualcosa mi respinge, è difficile ricerchi quel contatto. E non è affatto scontato il risultato, perché ad esempio trovo piacevole l'odore di un maneggio ben tenuto, con mischiari del cuoio, del fieno, dei cavalli con odori certo meno "nobili"; molte persone la chiamano puzza d'animale. Mentre odio il musco bianco, che è una delle essenze più usate. E malsopporto il contatto col metallo in determinate situazioni, materiale che viene considerato piuttosto neutro.
Faccio così anche con le persone. Se l'odore o la pelle di una persona mi respingono, difficile ci strnga rapporti, se non sono costretta a farlo. E non ha a che vedere con l'igiene, può essere semplicemente il tipo di dopobarba, o il peculiare odore personale che ciascuno di noi ha.
Olfatto e tatto sono considerati tra i sensi più primitivi. E sono quelli che usano molti animali. Frse per questo entro facilmente in comunicazione con loro.
Sono una persona istintiva, quando libera d'esprimere me stessa. Ma da come parli tu, sembra che farsi guidare dall'istinto sia il male.
Ebbene, non è con il cuore educato o con la scala di valori o con la ragione, che c'innamoriamo. O che una madre stringe il primo legame con un figlio. O che proviamo e procuriamo piacere. O che soffriamo quando chi ci è caro muore, o se ci infilano un coltello nel fianco.
Il privilegio di essere umani, è che abbiamo una storia che dosa in noi ragione ed istinto. Alcuni trovano l'equilibrio. Altri, penderanno sempre da un lato piuttosto che dall'altro. Significa che alcuni sono migliori degli altri? Ha senso, decidere chi è migliore di un altro?

E prima che venga fuori, sto parlando di persone mediamente "normali". Lo squilibrio psichico o patologico esula dalla conversazione.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
AmonSûl Inserito il - 16 settembre 2011 : 00:33:15
Silma ha scritto:

Amon, non mi piace quella frase "l'erro che è stato fatto è..". Primo perché non esistono "errori" quando si parla delle inclinazioni positive personali, o delle preferenze o dei modi di pensare.

Secondo, perché sei tu che stai mettendo in correlazione i due discorsi.
Io ho usato il paragone tra quello che non riesco a fare con gli uomini e quello che non riesco a fare con gli animali per spiegarti perché faccio volontariato con gli uni e non con gli altri.
Se noti, non ho mai affrontato l'argomento !quale vita vale di più". è una cosa che tu continui a fare, ma io non ne ho mai parlato.
Io sto continuando a parlare del volontariato in quanto tale, dell'impulso ad aiutare. Tu continui a riportare il discorso su quale vita vale di più, chi salvo, eccetera.
Io questo discorso non l'ho nemmeno sfiorato. Semplicemente perché per me non esiste. Nella mia mente non trova spazio, come concetto. Quando mi trovo nella situazione, agisco secondo l'istinto, ma nell'astrazione è qualcosa che non trova interesse o significato tra i miei neuroni.

umilmente vostra
Silma
perchè la vita non è fatta solo di 'inclinazioni'... di impulsi, di azioni istintive... almeno: la vita umana non è solo questo. E' fatta di una scala di valori che si coltiva vivendo, scegliendo... scegliendo con consapevolezza.
E' ovviamente più facile coccolarsi un batuffolo di pelo che un essere umano bavoso... è comunque più facile un animale bavoso che un anziano bavoso... ma c'è qualcos'altro che ci dovrebbe guidare, oltre all'istinto ed è il nostro cuore sottoposto ad educazione.
Altrimenti si lascia tutto, appunto, alla sensazione del momento... e questo probabilmente spiega molte cose...

Uso le stesse cautele di cui parla Trilly... il rispetto per tutti gli esseri viventi, ma anche il rispetto dei ruoli e della natura di ognuno. (apri un topic, trilly, se vuoi... poi sposto tutto di là)

CollevEnt [:381]
_________
"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
trilly Inserito il - 15 settembre 2011 : 19:17:29
Sulle inclinazioni personali, come detto da Silma, non si discute... ognuno ha una propria "tendenza".
Quello che spesso, personalmente, mi da fastidio è trattare gli animali come fossero "persone" e su questo punto do ragione ad Amon; anni fa avevo una capufficio "innamoratissima" del suo cane barboncino e su questo nulla da dire... peccato che un giorno se ne viene con questa esclamazione:
" assolutamente meglio avere l'affetto, l'amicizia e l'amore di un cane che non quello di un bambino"
La mia reazione è stata immediata (premesso che lei non aveva figli) perchè mi sono sentita offesa, come donna e soprattutto come madre e da questo vi lascio immaginare il seguito che non fu per nulla edificante.

Io ho molto rispetto per gli animali, mi piacciono e se ne avessi l'opportunità, come ho detto, prenderei un cane ma lo tratterei come egli deve essere trattato non da bambolotto o peggio ancora da "umano" perchè lui è un essere con la sua identità che non può essere quella simile al padrone.
Il rispetto deve essere reciproco in tutti i sensi.

Per quanto riguarda il concetto se salverei o meno prima un essere umano o un essere animale non ho dubbi.

Amon dice:
" Quando da piccoli ci dicevano "mangia che c'è gente che muore di fame"... si rispondeva "allora manda in africa la mia minestra" (e un po' avevamo ragione); ma il discorso si amplia se si dice "evita di sprecare cibo, oggetti, tempo e usa ciò che risparmi per aiutare gli altri". Così mi fa schifo vedere quanti soldi si spendono (oltre ciò che considero decoroso) per gli animali... cibo di marca, cappottini, lavaggio e palle varie... o quello che mette l'annuncio sul giornale in occasione della morte del cane... o tratta i gatti come figli, ma non vuole avere figli "umani"...

Su questo mi trovi ampiamente d'accordo e non solo... io toglierei anche le pubblicità relative ai vari cibi per animali (anche molte altre per la verità...)

"Secondo me vanno nella direzione sbagliata (e verso una modifica aberrante della natura umana). Quando sento che il canile raccoglie più soldi che il banchetto accanto dei bambini abbandonati mi fanno tanta pena tutte quelle persone che hanno fatto la scelta... perchè si saranno inventate mille motivazioni per giustificarsi, ma è comunque assurdo.

Vedi Amon un bambino, come ho sempre detto, comporta una marea di responsabilità e di tanta pazienza ... un bambino ha un suo carattere, si mette sempre in competizione, si raffronta con il mondo che lo circonda e tutto questo molte persone non sono in grado di farlo (ed i motivi possono essere svariati, immaturità, condizioni psicologiche, condizioni e stili di vita) ed ecco che è più "consono" prendersi cura di un cane o di un gatto o un pappagallo o un coniglietto ecc. ecc... perchè alla fine questi vengono "plasmati" ad immagine del padrone... con un bambino non lo puoi fare, con un umano non lo puoi fare!!!

Su una cosa ci dovrebbe essere comunque unanimità ed è il rispetto reciproco.

P.s.
perchè non aprire un topic? in fondo è un argomento interessante...



Trilly
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Fedro ha scritto:
"Non sempre le cose sono quello che sembrano. La prima impressione inganna molti. L’intelligenza di pochi, percepisce quello che è stato accuratamente nascosto."
(Hotchner - Criminal Minds)
Silma Inserito il - 15 settembre 2011 : 17:55:18
Amon, non mi piace quella frase "l'erro che è stato fatto è..". Primo perché non esistono "errori" quando si parla delle inclinazioni positive personali, o delle preferenze o dei modi di pensare.

Secondo, perché sei tu che stai mettendo in correlazione i due discorsi.
Io ho usato il paragone tra quello che non riesco a fare con gli uomini e quello che non riesco a fare con gli animali per spiegarti perché faccio volontariato con gli uni e non con gli altri.
Se noti, non ho mai affrontato l'argomento !quale vita vale di più". è una cosa che tu continui a fare, ma io non ne ho mai parlato.
Io sto continuando a parlare del volontariato in quanto tale, dell'impulso ad aiutare. Tu continui a riportare il discorso su quale vita vale di più, chi salvo, eccetera.
Io questo discorso non l'ho nemmeno sfiorato. Semplicemente perché per me non esiste. Nella mia mente non trova spazio, come concetto. Quando mi trovo nella situazione, agisco secondo l'istinto, ma nell'astrazione è qualcosa che non trova interesse o significato tra i miei neuroni.

umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
AmonSûl Inserito il - 14 settembre 2011 : 23:57:20
Volevo riprendere un attimo il discorso uomo-animali.

L'errore che è stato fatto è di dire "non ho la forza o il coraggio di affrontare certe situazioni 'umane' e mi viene meglio con gli animali... quindi per me pari sono".
Le due cose non c'entrano niente l'una con l'altra. (Silma, ci sono mille cose che preferisco fare con gli animali piuttosto che con le persone... ma questo non significa che sono più importanti..)

Pensare che lasci morire un uomo per salvare il cane perchè "lui farebbe lo stesso per te"... mi fa accaponare la pelle. Questa visione egocentrica (nel senso etimologico del termine) è legittima, ma mi sembra esagerata. Tu salvi ciò che ti è più utile e che ti vorrebbe più bene?

Se ci fosse un carcere e di fianco un canile... scoppia un incendio enorme che coinvolge tutti e due gli edifici e io sono da solo... la ragione e l'istinto di natura devono spingermi a salvare comunque gli uomini...

Poi si può fare del bene a chiunque... ma quando due beni si tolgono aria a vicenda allora uno dei due diventa 'male'.
Non faccio l'errore idiota di dire "se aiuti al canile perchè non aiuti in un ospedale?" perchè credo di essere meno stupido di molta gente che fa ogni giorno paragoni del genere.
Però il paragone si può fare tra gli stili di vita. Quando da piccoli ci dicevano "mangia che c'è gente che muore di fame"... si rispondeva "allora manda in africa la mia minestra" (e un po' avevamo ragione); ma il discorso si amplia se si dice "evita di sprecare cibo, oggetti, tempo e usa ciò che risparmi per aiutare gli altri". Così mi fa schifo vedere quanti soldi si spendono (oltre ciò che considero decoroso) per gli animali... cibo di marca, cappottini, lavaggio e palle varie... o quello che mette l'annuncio sul giornale in occasione della morte del cane... o tratta i gatti come figli, ma non vuole avere figli "umani"...

Secondo me vanno nella direzione sbagliata (e verso una modifica aberrante della natura umana). Quando sento che il canile raccoglie più soldi che il banchetto accanto dei bambini abbandonati mi fanno tanta pena tutte quelle persone che hanno fatto la scelta... perchè si saranno inventate mille motivazioni per giustificarsi, ma è comunque assurdo.

Che poi mi piacciono un casino gli animali e me li coccolo... (stasera i miei 4 gatti erano a guardia dell'ingresso di casa, distesi in ordine sparso come un branco di leoni che sonnecchia nella savana... e mi sono piaciuti da morire) ma quando è il momento di scegliere, possono andare a farsi fottere se per causa loro deve succedere qualcosa di brutto ad una persona umana...

CollevEnt [:381]
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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
Merry Inserito il - 09 settembre 2011 : 20:39:38
Uhm... Sto leggendo un libro di Mauro Corona pieno di racconti brevi sulla montagna e chi la abita.
Un racconto narra dell'attaccamento di un pastore al suo cane e della sua enorme commozione quando esso venne morso da una vipera. Se lo portò in spalla (una quarantina di chili pesava la bestia) fino alla locanda del paese, in lacrime, supplicando un medico. Non ci fu nulla da fare. Il pastore, sempre piangendo a dirotto, se lo rimise in spalla ed uscì per andarlo a seppellire.

L'autore poi elogia l'amore che i cani sanno dare, spesso immeritato.

Finisce facendo l'esempio di suo padre, il quale picchiava moglie e figli, ma il cane, guai a toccarlo. Ecco, quest'ultimo esempio non mi è sembrato affatto felice.
Resto tra quelli che antepongono il rispetto alle persone.

Luthien82 Inserito il - 08 settembre 2011 : 13:34:36
Sono felice di leggere che più o meno tutti in maniere differenti ci occupiamo di qualcuno, questo mi fa innamorare ancora di più di voi.
sono felice di leggere che anche se in maniere diverse e a soggetti diversi ognuno di noi ha in se l'indole di "donarsi agli altri".
Una persona per sua indole può scegliere di aiutare chi ha bisogno e scegliere di farlo con chi si sente più affine. Io posso aiutare i cani abbandonati perchè mi sento fisicamente e psicologicamente di farlo e donare il 5X1000 o fare una donazione a Save the children perchè penso che altri possano fisicamente lavorare con i bambini meglio di me e fargli arrivare il mio sostegno in maniera diversa questo fa di me una menefreghista verso il suo prossimo? Non credo.

Ora dirò una cosa che sicuramente vi farà storcere il naso però l'ho pensato e quindi la condivido con voi:
Penso alla situazione che ha immaginato Silma, sei su una zattera che affonda. Chi salvi? l'uomo o il cane?
uno potrebbe pensare che l'unica risposta possibile sia l'uomo....ma io ho pensato cane, e sapete perchè?
Perchè penso che a situazione inversa se fossi io quella ad aver bisogno d'aiuto con l'uomo avrei la quasi certezza che questo penserebbe a mettere in salvo se stesso e voltarti le spalle.
Il cane invece sarebbe disposto ad aiutarti e a rimanere con te anche fino alla morte.



Anche la creatura più piccola muta le sorti del mondo.
trilly Inserito il - 07 settembre 2011 : 15:35:57
Perchè non aprire un topic sul volontariato? che ne dite?

Comunque... Amon ho già ribadito che io sono per la conservazione della specie umana e ciò che scrivi "Quindi bambino che muore di fame = gatto che muore di fame?" mi vede ovviamente a favore del bambino e non del gatto che, per sua natura si arrangia come può... Se torniamo forse alla preistoria anche gli umani si arrangiavano al pari degli animali ma i tempi sono notevolmente cambiati da allora...

Io ho sincera ammirazione per coloro che si impegnano nel sociale, che stanno con gli anziani, con i disadattati, negli ospedali, con coloro che si prendono anche cura degli animali perchè anch'essi sono su questa terra... li ammiro come ammiro te Amon per la tua dedizione e Silma e Luth.
Io non ne sono capace ma non perchè mi sento superiore ma perchè mi sento in imbarazzo, mi sento fuori luogo...io sono la fortunata e loro no; non potete nemmeno immaginare come mi sento quando vedo una persona su una sedia a rotelle, che magari scherza, ride, vive la sua vita, mi sento a disagio perchè so che questa persona pagherebbe tutto l'oro del mondo per essere come lo è la stragrande maggioranza degli uomini...

Non so se sono riuscita a spiegarmi!!! Per esempio non potrei mai fare il lavoro di mia figlia perchè so che mi porterei a casa tutti i drammi del mondo...
Vedere un bambino che soffre od un anziano mi angoscia. Quando sento che hanno buttato nel cassonetto o abbandonato un bambino mi chiedo come sia possibile che ciò accada, poi ragionando mi dico che chissà quali drammi hanno portato a questo gesto...

Diverso il mio stato d'animo se un animale viene abbandonato; mi arrabbio, sono dispiaciuta ma, per la mia indole, non ci penso tanto su... per un bambino (per me) è diverso!!!

Con questo sia te Amon che Silma e Luth vi siete presi a cuore "differentemente" sempre delle creature da accudire e ciò vi fa onore.


Trilly
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Fedro ha scritto:
"Non sempre le cose sono quello che sembrano. La prima impressione inganna molti. L’intelligenza di pochi, percepisce quello che è stato accuratamente nascosto."
(Hotchner - Criminal Minds)
Silma Inserito il - 07 settembre 2011 : 14:46:04
Non per il gatto e il bambino, Amon, perché il gatto è parte della natura, e se nessuno lo aiuterà probabilmente si arrangerà da solo, e se non ne sarà capace la chiameranno "selezione naturale", perché appare ancora abbastanza selvatico, il gatto, perché nessuno se ne prenda la responsabilità. Ma se un bambino rimane senza aiuto, allora probabilmente soccomberà, perché non ha le stesse risorse del gatto, a meno che non sia abbastanza grande e sveglio da rubare o arrangiarsi altrimenti, e allora la chiameranno "crudeltà" della società che si è voltata dall'altra parte.
Perché il bambino fa parte di una società solidale, di nome almeno, perciò è suo diritto avere aiuto, e se non l'ottiene la sua comunità è malvagia.
Il gatto fa parte della natura, dove o mangi o sei mangiato, e non è crudeltà, è lo stato delle cose. A meno che non sia un gatto domestico improvvisamente lasciato a se stesso, e con gl'istinti troppo sopiti per ricordarsi come cavarsela da solo, e allora lo chiameranno vittima dell'egoismo umano.
Ma c'è una persona per la quale bambino affamato=gatto affamato: la persona che accoglierà in casa il gatto o il bambino, che darà a entrambi un pasto caldo e un rifugio, che si occuperà di loro.
Perché esistono molte vite diverse su questo bel pianeta, ma quello che non cambia, è l'amore che un essere umano mette quando si china sull'uno o sull'altro.

Ci sono persone che mostrano la stessa attitudine all'accogliere l'uno e l'altro. Persone che vanno in un rifugio per animali come in una casa famiglia come in un ospedale per bambini sfortunati.
Altre che hanno attitudine per una sola di queste cose, o non per tutte ^^

Faccio un esempio prendendo te e me, Amon.
Tu hai anche di recente ricordato il volontariato che fai con quei bambini. Ogni volta che parti sembri una persona diversa, ogni volta che torni ti porti dietro entusiasmo e nostalgia. Ho avuto la fortuna di vederti parlarne, e ho visto la luce che hai negli occhi quando lo fai. Si vede, quanto quei bambini ti diano.
Io ho provato quelle stesse sensazioni, accudendo animali trovati in difficoltà, aiutando amici a riabilitare i loro cani che stavano sviluppando problemi. Lo stesso entusiasmo, lo stesso amore e avevo la stessa luce negli occhi raccontando ad altri quell'esperienza.
Siamo due persone diverse, con modi diversi di amare, e che riversano il loro amore su soggetti diversi.
Mi è capitato di frequentare un centro diurno per disabili psichici. Andavo negli uffici attigui e le sale d'aspetto erano affiancate. C'erano ragazze, lì, che facevano volontariato ed era meraviglioso vedere i loro occhi, mentre si occupavano di quelle persone.
Ma io non avrei saputo farlo. Io ho paura del disagio psichico. Quello che ho provato in terapia intensiva, e quando ero sotto antidepressivi per i problemi di vuoti di memoria e attacchi di panico dopo l'operazione, mi ha fatto sperimentare cosa vuol dire quando la mente non ti risponde e me ne è rimasto il terrore, che pregiudica anche il rapporto con gli altri.
L'unica persona affetta da problemi cognitivi con cui sono mai stata è mio nonno, perché l'amore che provavo per lui era più antico, perché riuscivo a comunicarci, e la sua malattia non mi faceva paura, anzi mi legava di più a lui. Ma in quella sala d'aspetto, io ero terrorizzata. Un paio di volte avevo avuto brutte esperienze, perché mi ero mossa nel modo sbagliato o avevo riso troppo forte, e alcune persone avevano avuto reazioni inconsulte. Una vlta ero stata aggredita verbalmente da un paziente. Me ne era rimasto un sentimento di paura. Non sapevo come comunicare con loro, mi sentivo inadeguata, mi sentivo fuori posto, così facevo sempre in modo di farmi notare meno possibile, stavo seduta nel mio angolo con gli occhi bassi e speravo di andarmene in fretta. Ero poco più che adolescente, avevo già abbastanza casini.
Con una bambina del mio gruppo di catechismo, che aveva un leggero ritardo, non avevo problemi: era una sola, ci sono potuta entrare in contatto gradualmente, fino a capirci. Ma in mezzo a persone tutte con diversi generi di problemi, io mi sentivo continuamente sbilanciata, in un territorio di cui diffidavo.
Ancora oggi, non sono a mio agio in quel genere di posto, se mi capita di andarci. La consapevolezza di non sapere cosa fare e che nell'intimo conservo una paura prgressa che può far reagire me per prima, mi fa stare costantemente a disagio. Non ho problemi con le persone con disagio che s'incontrano per la città, o se devo averci a che fare in ospedali o strutture pubbliche, se è una sola e non aggressiva. Ma non saprei stare con molti.
Sono una brutta persona, perché non saprei fare la volontaria con dei disabili psichici? Forse tu lo penserai. Io sono consapevole del mio limite. So di non riuscire a dare nulla, se ho paura, e di quello ho paura.
Per contro, un cane destabilizzato, addirittura feroce, non mi crea la minima paura. Perché so interpretare il suo linguaggio corporeo, so capirlo, e so cosa fare. Sono in un territorio che mi è familiare e che so di poter influenzare positivamente, portando la calma, mentre dove ho paura posso portare solo scompiglio.
Siamo diversi, Amon, e aiutiamo creature diverse. Questo significa che l'uno è migliore dell'altra? Io non la vedo così.



umilmente vostra
Silma

<<la vide fra le sue braccia splendere e brillare,
fanciulla elfica ed immortale>>
AmonSûl Inserito il - 07 settembre 2011 : 00:51:43
Quindi bambino che muore di fame = gatto che muore di fame?

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"Tutto ciò che accade, tu lo scrivi", disse.
"Tutto ciò che io scrivo accade", fu la risposta. [:115]
Luthien82 Inserito il - 06 settembre 2011 : 21:54:40
Beh quoto sia la Trilly che Silma,
io sono fatta così ho un feeling particolare con gli animali e non ci posso fare niente, e ovvio che la compassione e l'amore vanno rivolte verso tutte le creature che il Signore a messo su questo mondo, ma come dice Silma nel volontariato c'è spazio per tutti e io ho scelto gli animali.
Purtroppo questo mondo mi fa sempre più spesso pensare che forse tra noi e loro non c'è poi così tanta differenza.

Anche la creatura più piccola muta le sorti del mondo.

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Tradotto Da: Vincenzo Daniele & Luciano Boccellino- www.targatona.it | Distribuito Da: Massimo Farieri - www.superdeejay.net | Powered By: Snitz Forums 2000 Version 3.4.03